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Nella Chiesa “separare i fedeli dagli infedeli”. La stoccata di Benedetto XVI

BENEDYKT XVI O KAPŁAŃSTWIE
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 27/07/21
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Ratzinger ha parlato, in un’intervista, della Chiesa tedesca e della “fuga dalla dottrina pura” che ritiene “irrealistica”

Il Papa emerito Benedetto XVI risponde per iscritto alle domande della rivista tedesca Herder Korrespondenz e avanza alcune osservazioni critiche alla Chiesa tedesca.

Nell'intervista, Ratzinger, ricordando una parabola del Vangelo secondo Matteo, ha sottolineato che «la Chiesa è fatta di grano e pula, pesci buoni e pesci cattivi. Quindi non si tratta di separare i buoni dai cattivi, ma di separare i fedeli dagli infedeli».

BENEDYKT XVI O KAPŁAŃSTWIE

Una Chiesa, osserva Benedetto XVI, che deve parlare «con il cuore e lo spirito» e che deve «demondanizzarsi», perché «finché nei testi ufficiali della Chiesa parleranno le funzioni, ma non il cuore e lo Spirito, il mondo continuerà ad allontanarsi dalla fede» (Avvenire, 27 luglio).

«L’idea di una “fuga nella dottrina pura” mi sembra del tutto irrealistica», ha aggiunto nell'intervista il Papa emerito, che, secondo L’Osservatore Romano (27 luglio), sembra volersi smarcare, ancora una volta, dai cliché che gli sono stati cuciti addosso.

Benedetto XVI ha proseguito: «Soprattutto, poi, il credente è una persona che si interroga, una persona che deve ritrovare continuamente la realtà di questa fede dietro e contro le realtà opprimenti della vita quotidiana. In questo senso, il pensiero di una “fuga nella dottrina pura” mi appare assolutamente irrealistico. Una dottrina che esistesse solo come una sorta di riserva naturale, separata dal mondo quotidiano della fede e delle sue esigenze, rappresenterebbe in qualche modo la rinuncia alla fede stessa». 

Già in una precedente intervista, Benedetto XVI aveva dichiarato che «la natura della fede non è tale per cui a partire da un certo momento si possa dire: io la possiedo, altri no. La fede rimane un cammino. Durante tutto il corso della nostra vita rimane un cammino, e perciò la fede è sempre minacciata e in pericolo. Ed è anche salutare che si sottragga in questo modo al rischio di trasformarsi in ideologia manipolabile. Al rischio di indurirci e di renderci incapaci di condividere riflessione e sofferenza con il fratello che dubita e si interroga». 

La fede, concludeva Ratzinger, «può maturare solo nella misura in cui sopporti e si faccia carico, in ogni fase dell’esistenza, dell’angoscia e della forza dell’incredulità e l’attraversi infine fino a farsi di nuovo percorribile in una nuova epoca».

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