Va più o meno così: appena ti sposi ti cominciano a chiedere quando arriva il primo figlio. Quando ha circa due anni iniziano le domande su fratellini o sorelline, perché "almeno uno bisogna darglielo", come se i figli si facessero per soddisfare desideri nostri o di altri, per tenere compagnia ecco (nel caso volevo dire che basta e avanza uno che vi fissa mentre siete sul wc).
Già al terzo iniziano gli sguardi stupiti e la domanda è d'obbligo: "lo avete cercato?". " Sì, al reparto tutto a un euro della Lidl", mi viene da rispondere. Al quarto cominciano a fioccare avvertimenti, appuntamenti dallo psicologo e una tessera della Caritas per quei due incoscienti di genitori che hanno osato tanto.
Se poi si supera questa soglia sei davvero un freak, un figlio dei fiori, un pazzo o uno che ha tanti soldi o che non deve amare le vacanze. Magari, un cattolico?
Mary Haseltine è in attesa del numero sette, l'errore di pianificazione per eccellenza, insomma: non ce l'avete Netflix?
scrive questa blogger americana in uno degli ultimi post IG col pancione.
Mary è una laureata in teologia e una doula certificata che coi suoi testi (è autrice del libro Made for this: the Catholic mom's guide to birth) e la sua vita di moglie e mamma condivisa sui social, aiuta altre donne ad applicare la teologia del corpo e gli insegnamenti della chiesa alla maternità e al parto.
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Sembra assurdo, ma proprio grazie ai metodi naturali, Mary afferma di conoscere esattamente la data di concepimento di ogni figlio. Quindi no, non c'è nulla che non funzioni. Al contrario:
scrive Mary.
Nessuno nega l'importanza di affidarsi a specialisti o usare la medicina per comprendere le cause di una eventuale sterilità, ma anche qui, la scelta di come agire (o non agire) deve sempre essere della coppia. La scelta del ginecologo o della Naprotecnologia al posto della Fivet.
Conoscere il proprio corpo, soprattutto per una donna, dovrebbe essere uno step imprescindibile, al di là della possibilità di diventare madre.
Questo non significa avere sfiducia nella scienza o voler fare un lavoro che non ci compete. Gestire i propri limiti è gravare anche meno sullo stesso sistema sanitario, pure a un livello prettamente economico.
Se è troppo da cattolici vivere la dimensione del corpo come dono da custodire, è comunque dovere di ogni uomo o donna in quanto "abitante della propria pelle" essere consapevole di ciò che è e di come funzioni. Di quel corpo di cui siamo i primi responsabili e che spesso invece ci viene detto genericamente di "usare" per divertirci e fare quello che vogliamo. Non un segnale di grande fiducia nel genere umano. Ecco perché il rimedio poi, per tornare indietro, è subito pronto.
Se poi entra in gioco la coppia, quell'essere diventati "un corpo solo", è naturale che quello della fertilità diventi un viaggio a due e non un "my body my choice".
Parole di una cattolica come Mary, alcune, ma condivisibili da tutti in molti passaggi.
Questo mondo ti dà un rimedio per ogni sbaglio. Come la cancellina sopra le penne PaperMate quando imparavi a scrivere. Eppure, la maestra di mia figlia non fa più acquistare nemmeno quelle: non ci sono errori da cancellare, ma nuovi punti di partenza. Non è facile essere genitori, lo dice anche Mary, ma nemmeno gli strafalcioni sui quaderni vengono più classificati come "da eliminare". Restano solo i bambini catalogati alla voce "sbaglio".