Secondo uno studio dell'Università di Duke, negli Stati Uniti, il 90% delle nostre azioni deriva dall'abitudine. Rifare il letto, lavarsi i denti, preparare un caffè, fumare una sigaretta...
Il problema è che, come dimostrano questi esempi, esistono abitudini buone e sane e abitudini nocive, e svolgiamo sia le attività produttive che quelle che non lo sono con il pilota automatico.
Questo rende difficile cambiare abitudine nella nostra routine, perché richiede attenzione e motivazione al cambiamento.
Il modo più efficiente di liberarsi di un'abitudine che non porta risultati positivi può essere sostituirla con una più sana, come sostituire una sigaretta con un bicchier d'acqua.
Secondo Charles Duhigg, giornalista del New York Times, vincitore del premio Pulitzer e autore del best-seller Il Potere delle Abitudini (2012), questo comportamento può essere diviso in tre tappe:
1 Detonatore: quello che scatena l'abitudine, come un caffè prima della sigaretta;
2 Routine: la sequenza di azioni scatenate da vari detonatori nel corso della giornata;
3 Ricompensa: rafforzamento che porta alla ripetizione del comportamento, come la soddisfazione dell'astinenza, che porta un fumatore a cercare sempre la sigaretta successiva.
Il passo principale per combattere i detonatori dei comportamenti che vorremmo cambiare è identificarli. Molte persone vedono (o almeno vedevano prima della pandemia) un bar con gli amici come detonatore per bere alcool, il che crea la routine di promuovere incontri a quello scopo. La ricompensa, però, anziché l'alcool in sé, spesso può essere la compagnia degli amici o il fatto di stare fuori casa. Identificando questo, ad esempio, potreste sostituire il fattore scatenante, che è il bar, con una corsa al parco con gli stessi amici, creando così una nuova routine e arrivando alla stessa ricompensa, che è la loro compagnia. Pensate alla quantità di abitudini negative di cui riusciremmo a liberarci se avessimo quella consapevolezza.
Secondo l'autore, è molto difficile che un comportamento smetta di esistere, perché resta registrato nel nostro cervello, e il modo migliore di riprogrammare le nostre azioni è quindi associare l'assenza di quell'abitudine a una nuova.
“Le persone vogliono eliminare determinate abitudini, ma una volta che il comportamento è radicato nel nostro cervello è molto difficile tirarlo via”, ha affermato Duhigg. “Non appena si verifica un momento di stress, è probabile che quell'abitudine ricompaia. Il modo giusto di affrontarla è cambiarla, anziché cercare di porvi fine”.