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3 vie leggendarie di pellegrinaggio fuori da quelle più battute

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Daniel R. Esparza - pubblicato il 24/07/21
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Un viaggio che porta dal Medio Oriente all'Irlanda attraverso l'Europa continentale

Il Libro della Genesi è fondamentale per le idee di pellegrinaggio cristiane. Le tradizioni cristiane hanno considerato questo testo come il ritratto degli esseri umani come esuli in un mondo spesso inospitale, estranei nei confronti sia di Dio che degli altri. Narrative bibliche successive sottolineano questo essere esiliati come un attributo costitutivo dell'esistenza.

Anche una lettura superficiale mostra chiaramente che l'esilio è una costante in tutto l'Antico Testamento. Abramo e i suoi discendenti passano da un esilio all'altro – l'Egitto, il deserto, Babilonia –, ma il fatto che anche il pellegrinaggio spicchi nella maggior parte di queste narrazioni mostra che entrambe le esperienze (il pellegrinaggio e l'esilio) condividono dei tratti comuni. Spesso i tanti viaggi diversi da e verso l'esilio che troviamo nella Scrittura sono pellegrinaggi, dotati di un ricco significato spirituale.

Questi motivi giocano un ruolo fondamentale nel pensiero cristiano, e vengono spesso riassunti in un unico termine, il greco exodos. Il Vangelo di Luca (cfr. Lc 9, 28-36) lo usa per riferirsi alla morte e resurrezione di Gesù. Exodos è una parola composta, formata dal prefisso “ex” (fuori) e da “hodos” (via, strada). Letteralmente, exodos indica un'uscita. Nella Trasfigurazione, troviamo Gesù, Mosè ed Elia che parlano dell'esodo di Gesù, che stava per portare a compimento a Gerusalemme. Luca usa il termine come un'ovvia allusione all'esodo di Mosè dall'Egitto e alla partenza di Elia da questo mondo, entrando in cielo vivo “in un vortice”.

Ma non è un tratto esclusivo del Vangelo di Luca. Tutti gli autori del Nuovo Testamento sottolineano l'inevitabile transitorietà di questo mondo (cfr. Gv 2, 17; 1 Cor 7, 31; Gc 1, 11), incoraggiando così i credenti a considerarsi “stranieri e pellegrini” sulla Terra, o residenti temporanei la cui vera casa è il paradiso (1 Pt 2, 11; Eb 11, 13). Questi testi hanno aiutato a percepire la vita cristiana come un viaggio verso quella patria, dando così al pellegrinaggio cristiano una dimensione distintiva interiore ed esteriore.

I pellegrinaggi cristiani venivano inizialmente compiuti a luoghi associati alla nascita, vita, crocifissione e resurrezione di Gesù, ma anche a quelli associati ai primi santi e martiri della Chiesa. Le testimonianze risalgono già al III secolo, e molte descrizioni di pellegrinaggi cristiani in Terra Santa al IV, mostrando che questa pratica era piuttosto comune. Oltre a questo, era incoraggiata da vari Padri della Chiesa, sia occidentali che orientali.

Ecco tre pellegrinaggi eccezionali che esulano dalle vie più battute e che potreste voler aggiungere alla vostra lista, uno in Medio Oriente, uno in Irlanda e uno nell'Europa continentale.

1. Il Purgatorio di San Patrizio

Noto come “l'Ironman dei pellegrinaggi”, il Purgatorio di San Patrizio ha più di mille anni. La leggenda dice che mentre si trovava su Station Island, un isolotto al largo dell'Irlanda, Patrizio pregò il Signore perché lo aiutasse a convertire un pubblico particolarmente incredulo. Le sue preghiere vennero ascoltate. Dio gli mostrò una grotta in cui, secondo la tradizione, chiunque entrasse avrebbe potuto vedere la sofferenza delle anime del Purgatorio, i tormenti di quelle che si trovavano all'Inferno e le gioie del Paradiso.

Non c'è alcuna prova del fatto che Patrizio abbia mai visitato l'isola, ma è ben noto che il monastero in rovina che vi è presente risale al V secolo ed è stato molto probabilmente fondato da San Dabheog, contemporaneo di Patrizio. All'inizio del XII secolo il monastero era sotto la custodia degli Agostiniani, e disponeva già di un ostello per i pellegrini che andavano a visitare il Purgatorio di San Patrizio.

È noto per essere il pellegrinaggio più difficile e rigoroso di tutta la cristianità. I pellegrini devono soddisfare varie condizioni per esservi ammessi: bisogna avere almeno 15 anni, sapersi inginocchiare e camminare (scalzi) da soli ed essere disposti a sopportare il più rigido dei digiuni per tre giorni – acqua, fiocchi d'avena, pane, tè e caffè. Include anche una veglia di 24 ore.

2. Il Percorso Giordano

Alcuni dicono che Mosè abbia seguito questo percorso. La città più vicina a Petra è chiamata Wadi Mousa, la Valle di Mosè. Si dice che il luogo in cui Mosè fece sgorgare acqua da una roccia non sia lontano dal punto in cui si erge oggi la città. Da quella fonte, i Nabatei avrebbero attinto acqua, attraverso un acquedotto d'argilla, fino a Petra.

La tradizione afferma che anche Elia seguì il percorso. Il suo luogo di nascita, Tell Mar Elias, è infatti un punto di sosta lungo il Percorso Giordano. Lì si possono trovare le rovine della città biblica di Tishbe (nota anche come Listib, o El-Istib), come anche i resti di un'antica basilica bizantina. I pellegrini delle tre grandi religioni monoteiste si recano in questo luogo e legano dei fiocchi rossi a una quercia per rendere omaggio al profeta.

Ovviamente il Percorso Giordano non è nuovo. Anche se è stato “lanciato” ufficialmente nell'aprile 2017, il percorso si snoda attraverso antichi sentieri biblici, ma include anche la rotta che i conquistatori romani usavano per andare dal fertile nord della Giordania al sud attraverso la città romana di Jerash fino alla ricca città portuale di Aqaba, sul Mar Rosso. Sono 640 chilometri, a piedi, per almeno 40 giorni, attraversando 52 villaggi, quattro tipi di panorama diversi e varie antiche rotte di pellegrinaggio e commerciali. È una sorta di Cammino di Santiago mediorientale che unisce sia l'Antico che il Nuovo Testamento in un'unica rotta.

3. Il Cammino Ignaziano

Il Cammino Ignaziano è una via di pellegrinaggio che va Azpeitia, la città natale di Sant'Ignazio di Loyola, a Manresa, seguendo le orme del famoso santo basco. Con l'aumento della sua popolarità, questo percorso ha finito per entrare nel novero delle principali otte di pellegrinaggio europee, come il Cammino di Santiago e la Via Francigena.

Il percorso lascia fuori una città in cui Ignazio si ritrovò tre volte, Barcellona, ma ogni pellegrino degno di questo nome potrebbe voler percorrere anche la Carrer De Sant Ignasi, al centro della città vecchia della capitale catalana.

CARRER DE SANT IGNASI

La prima volte che Ignazio mise piede a Barcellona vi rimase solo un mese, perché stava preparando il suo viaggio a Gerusalemme. Arrivò in città il 18 febbraio 1523 e partì per l'Italia il 20 marzo. La terza visita durò tre mesi, mentre era in viaggio da Salamanca a Parigi, dove concluse i suoi studi. La seconda volta, però, vi rimase quasi tre anni, e fu sicuramente il suo viaggio più importante a Barcellona.

Se vi trovate in città, seguite le orme di Ignazio dalla Carrer De Sant Ignasi alla cattedrale di Santa María del Mar. Il percorso vi porterà nelle stradine medievali dei quartieri di La Ribera e El Born fino a Plaça de Santa Maria, dove potrete anche visitare questa chiesa.

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