I “megadivulgatori di Dio” agiscono come se solo loro avessero la verità, denuncia p. Zezinho in un commento pubblicato sulla sua rete sociale.
Il sacerdote ha scritto:
“Ciascuno a modo suo, come ha sentito nella sua chiesa d'origine o in quella in cui si è trasferito, divulga Dio, annuncia Gesù Cristo e ha migliaia e perfino milioni di discepoli e seguaci. Sono i megadivulgatori di Dio. Annunciano miracoli, guarigioni, catechesi, e agiscono come se solo loro fossero in possesso della verità. Se altri hanno trovato qualche verità, sottolineato che la loro scoperta è stata più grande. Gesù è con loro perché nei loro templi si verificano prodigi, guarigioni e miracoli.
È quello che sento e vedo in televisione tutti i giorni in più di 300 o 600 canali radiofonici e televisivi di tutto il Brasile”.
“Cosa ne penso? Sono liberi! Siamo un Paese più o meno democratico, ma in questo c'è libertà. Qui si può annunciare Gesù. In altri Paesi il regime non lo permette.
Anch'io predico e annuncio Gesù Cristo. Anch'io divulgo Dio. Se altri Brasiliani divulgano le proprie convinzioni a favore o contro Dio, anche noi abbiamo lo stesso diritto.
Ma nel mio caso ci sono delle differenze. Non profetizzo che ci saranno guarigioni e miracoli via televisione o radio, a un giorno e un'ora stabiliti. Non divulgo alcun miracolo senza che la Chiesa nella quale sono sacerdote mi autorizzi. Non invento liturgie né guarigioni. Gli ospedali ottengono molte più guarigioni di alcuni templi. Ma agli ospedali è proibito fare propaganda di guarigioni. È contrario all'etica sanitaria!”
“Non sono un profeta”
Il sacerdote brasiliano continua:
“Gesù non mi è mai apparso, né mi è apparso alcun beato e nessuno del cielo fino a oggi mi ha dato qualche suggerimento per andare in televisione o alla radio o in un tempio a divulgare guarigioni o miracoli, men che meno a fare propaganda di miracoli quando salgo sul pulpito. Seguo gli orientamenti della Chiesa che mi ha ordinato sacerdote. Seguo i testi ufficiali della Chiesa cattolica.
Non sono un profeta. La Chiesa ufficiale non mi ha mai nominato profeta, esorcista o portatore del dono della guarigione o di operare miracoli. Se avessi questo dono, andrei negli ospedali a cercare di curare chi ha bisogno del mio dono. E certamente non ne farei marketing, né inviterei telespettatori e ascoltatori radiofonici ad apparire nel tempio dove, a un'ora stabilita, agirei operando miracoli e guarigioni sotto la guida di Gesù. Intendo la fede a partire da un'altra prospettiva.
Gesù non mi è mai apparso, ma credo in Lui, usando i doni che Egli mi ha dato, e nessuno di questi è talmente spettacolare al punto che io possa dire 'Gesù mi ha mandato a curare qualcuno su un palco e davanti a telecamere e microfoni'”.
Doni comuni
Il sacerdote conclude:
“Ma è quello che penso! Se altri sacerdoti o missionari, duemila anni dopo, pensano di avere gli stessi doni che Gesù ha dato ai Suoi apostoli, è una questione tra loro e Gesù. Io non ho ricevuto neanche il dono di parlare le lingue. Non ho questa grazia. Capisco che Dio mi ha dato un dono sufficiente di comunicare e predicare il Vangelo senza la 'lingua degli angeli'. Predico in cinque lingue umane e scrivo come so fare. E sono grato a Gesù e alla Chiesa per il mio ministero.
Lavoro con doni comuni, ma rispetto chi dice di aver ricevuto doni straordinari. Io non li ho!
Nella fede cristiana c'è posto per tutti. Chiedo solo di non confondere 'straordinario' con 'spettacolare', perché è lì che si svia la questione”.