Hollywood, viali assolati con le palme e spiagge da sogno: questo è la California nell'immaginario collettivo. E' un film a cielo aperto. Basta citare Los Angeles e San Francisco per immaginare una vita da divi del cinema con residenza a Beverly Hills. Ma fuori dagli stereotipi, sappiamo bene che la California è uno stato all'avanguardia e questo non è affatto sinonimo di benessere sociale e vera premura umana: libertà - proprio sotto la collina di Hollywood - si traduce in una fitta serie di dittature imposte da un pensiero così progressista da arrivare all'abbaglio della sessualità percepita.
La notizia di stretta attualità sulla California ci riporta indietro di più di un secolo. Parlando di inizio '900 ed eugenetica ci verrebbe da pensare alla Germania nazista. E invece...
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Un attimo. E' forse la trama di una nuova serie distopica su Netflix? Putroppo no. E' una crudissima realtà di cui la maggior parte di noi, probabilmente, era all'oscuro. Partiamo perciò dall'oggi e poi facciamo un passo indietro.
La California ha messo a bilancio per il prossimo anno questo grosso risarcimento, che è tale solo apparentemente. E' il primo Stato americano a risarcire le vittime sopravvissute alle sterilizzazione forzata che è andata avanti dal 1909 fino al 1979 (NB: nelle carceri la pratica si è protratta - legalmente - fino al 2014!). Si contano in questo lasso di tempo circa 20 mila vittime. Le poche ancora vive riceveranno un indennizzo pro-capite di appena 25 mila dollari.
Ovvio, il vero obiettivo per chi ha subito questa violenza non era e non è pecuniario. Il traguardo è aver visto riconosciuto in forma ufficiale il diritto alle scuse e alla plateale ammissione che lo Stato californiano ha commesso nel corso degli anni un disumano abuso di potere. Che non riguarda solo la California, ma tutti gli Stati Uniti. Il Los Angeles Times ha firmato un pezzo in cui si scusa, come testata, di aver supportato nei decenni passati la campagna eugenetica:
A questo punto facciamo un passo indietro, per aprire un capitolo di storia ignoto ai più. Scopriremo che fu l'esperimento americano, e californiano in particolare, a dare man forte a quell'abominio che accadde in Europa sotto la Germania nazista.
Anche solo leggendo queste poche righe, verrebbe da dire che molti libri di storia dovrebbero - almeno - aggiungere qualche capitoletto sull'argomento. Certi deliri non appartengono solo a menti deviate, ma anche alle presunte menti illuminate. Nella democraticissima America, terra della libertà, fin dalla fine del XIX secolo attecchì l'eugenetica, come ipotesi per migliorare l'umanità estirpando (presumendo di ...) malattie, debolezze, disturbi mentali. Questa visione distorta di purificare il popolo degenerò in una strategia per decimare minoranze etniche, persone fragili e tutti quelli sgraditi al potere.
Il primo Stato a introdurre la sterlizzazione involontaria e forzata fu quello del Michigan, ma la California è stato quello che ha mietuto più vittime. Qual era la folle idea dietro questo piano disumano?
Le motivazioni per selezionare la popolazione e impedire la procreazione a certi individui o categorie erano sostanzialmente tre: eugenetica (per evitare che certe malattie ereditarie si diffondessero), terapeutica (per curare certe malattie sessuali), punitiva (sterilizzazione imposta ai carcerati). Ovviamente, una volta aperta la porta della selezione, la situazione non poté che degenerare: gli afroamericani, i nativi americani, i disabili e in generale le persone più fragili furono le vittime privilegiate e scelte in modo mirato per sopprimere la procreazione tra le fette più emarginate e senza voce della popolazione.
Negli anni '60 il bersaglio privilegiato di questa orrenda purificazione colpì soprattutto le donne afroamericane, la più piccola fu sterilizzata a 13 anni. La storica Christina Cogdell ha dichiarato:
Se un dottore riteneva che qualcuno doveva essere sterilizzato non c'era associazione o comitato a sostegno di una protesta.
La deputata Wendy Carrillo ha sostenuto la richiesta, approvata in questi giorni, di risarcimento delle vittime sopravvissute in California al programma eugenetico con queste parole:
Sarebbe bello chiudere questo articolo dicendo che il passato tremendo è alle spalle e ora lo scenario è cambiato radicalmente. C'è senz'altro chi proverà a raccontare la California come uno Stato che si lascia alle spalle l'incubo dell'eugentica e sta abbracciando una visione di libertà sempre più grande. Qualcuno continuerà ad applaudire questa fetta di terra per essere all'avanguardia nei diritti civili.
Purtroppo tocca fare la parte di Cassandra. Se teniamo sullo sfondo dell'orizzonte il tema della procreazione le tinte del quadro restano cupe. Quello a cui assistiamo in questi anni non è un rinnegamento dell'eugenetica, ma un amaro e subdolo upgrade. Le donne non vengono più sterilizzate per legge, ma quanto sono caldamente coccolate da tutte le fandonie di libertà sull'aborto? Non c'è più un medico che le sterilizza, sono loro che liberamente scelgono di essere accudite da Planned Parenthood & Co.
E poi. Anche se si scrive maternità surrogata, non si legge forse eugenetica? E non è proprio la California una - ahi noi - grande culla dell'utero in affitto? La verità è che un grande veleno permane: un'obiezione pervicace alla vita. E c'è un diabolico spasimo di piantare le grinfie del potere proprio nel grembo e nell'incontro fecondo tra uomo e donna. Non importa che nome abbia, se sia stata una legge chiaramente violenta e ora venga spacciata sotto l'aspetto gradevole di una brezza di libertà, dietro ogni maschera resta un male disumano.