di Guido Castelli Gattinara
Nell’ultimo anno e mezzo siamo stati sconvolti dalla diffusione pandemica del nuovo Coronavirus SARS-CoV-2, dalla sua contagiosità, dalla capacità di farci ammalare e morire in una maniera che non ha avuto precedenti nell’ultimo secolo.
Rapidamente la scienza medica ha identificato quei comportamenti che era necessario adottare per limitarne la diffusione e con eccezionale velocità ha messo a punto nuovi ed efficaci vaccini per proteggere la popolazione.
Per rallentare la trasmissione del contagio e ridurre il numero di casi gravi di COVID-19 si è provveduto a distanziare le persone, isolare i contagiati, utilizzare sempre mascherine protettive e igiene delle mani, strumenti certamente efficaci ma che hanno comportato alti livelli di sofferenza, specie nei ragazzi e nei bambini che della socialità e dello stare insieme hanno un vitale bisogno.
Questo pesante impegno nel distanziamento sociale, la rinuncia ai viaggi e ai momenti di convivialità, insieme alla vaccinazione di massa, hanno consentito un forte rallentamento dell’epidemia.
A questo è immediatamente seguita la speranza di poter riprendere una ‘vita normale’.
Infatti, oggi che la sofferenza dell’isolamento sembra volgere verso la fine, da più parti sorge la domanda: la protezione dei vaccini e la minor diffusione del virus è sufficiente a permetterci di riprendere la vita sociale, poterci divertire insieme, riabbracciare i nostri cari e andare in vacanza?
Siamo infatti sulla soglia di una seconda fase, nella quale - pur restando alta la preoccupazione - c’è molta voglia di tornare alla vita di tutti i giorni, a una nuova “normalità”.
Tutti, in questi giorni difficili di quarantena, abbiamo pensato almeno una volta a che cosa fare «dopo».
I primi desideri per il dopo crisi sono quelli di abbracciare i familiari, visitare i nonni, stare con i propri amici, conoscerne di nuovi e tornare a viaggiare.
La possibilità di riprendere una vita sociale è legata prevalentemente a due fattori, tra loro correlati: la riduzione della circolazione del virus e il numero delle persone completamente vaccinate, cioè coloro che hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 2 settimane.
Certamente un grande vantaggio verrà dalla vaccinazione dei giovani e dei ragazzi.
Da maggio 2021 anche gli adolescenti oltre i 12 anni si possono vaccinare, con grande vantaggio per loro e per le loro famiglie. Più persone sono vaccinate, meno il virus è in grado di circolare e trasmettersi.
Quando quasi tutta la popolazione sarà vaccinata otterremo la protezione cosiddetta di ‘gregge’: quella che gli animali utilizzano per proteggersi difendendosi tra loro, proprio perché riuniti in gruppo. Chi è circondato da persone immuni è protetto e non potrà prendere il virus da loro.
Questo aspetto è particolarmente valido per i giovani, che giustamente amano stare insieme, fare nuove amicizie, stare vicini.
Più i giovani saranno vaccinati più saremo protetti tutti.
Bisogna considerare che un numero crescente di prove scientifiche ha dimostrato che le persone che sono state completamente vaccinate, dopo 2 settimane dalla seconda dose sono protette e non si ammalano, e solo raramente si infettano con il virus SARS
-CoV-2.
Sembra inoltre che quei pochi che si infettano nonostante la vaccinazione presentino cariche virali così basse da essere incapaci di trasmettere il contagio alle persone non vaccinate con cui vengono in contatto.
Per queste ragioni le Autorità di controllo sanitario europeo e statunitense (ECDC e CDC) si sono pronunciate a favore di un ‘allentamento’ delle raccomandazioni sulla distanza fisica e sull'uso di mascherine in caso di:
• persone completamente vaccinate che incontrano altri soggetti completamente vaccinati;
• persone non vaccinate che incontrano individui completamente vaccinati, sempre che non siano anziani nè soggetti a rischio per altre patologie (es. immunosoppressione, altre malattie gravi, ecc).
Invece negli spazi pubblici e nei grandi raduni, ma anche durante i viaggi (aereo, treno, autobus) mascherine e distanze devono essere mantenute indipendentemente dallo stato di vaccinazione degli individui.
Una delle carenze più sentite è legata al distanziamento tra nonni e nipoti.
Ora che i nonni sono vaccinati e la diffusione dell’epidemia si è ridotta, la ripresa di questi rapporti è di particolare importanza.
Sia per i nonni sia per i nipoti. Gli anziani hanno sofferto particolarmente della privazione degli affetti, e per molti mesi.
Loro rappresentano una fascia debole da accudire con attenzione anche considerando che sono spesso incapaci di utilizzare quegli strumenti informatici che i ragazzi usano attivamente e con grande facilità per restare in contatto.
I figli e i nipoti adulti e adolescenti, anch’essi vaccinati o guariti dalla malattia (o con tampone negativo nelle 48 ore precedenti) potranno riabbracciarli, così come i bambini che stanno bene.
Una valutazione attenta dovrà essere fatta nel caso di nonni particolarmente fragili e di bambini e ragazzi non vaccinati.
In questi casi è sempre opportuno utilizzare quelle minime precauzioni che abbiamo imparato a conoscere durante la pandemia.
Anche se la diffusione del Coronavirus inizia a essere meno rapida, non possiamo ancora del tutto ‘abbassare la guardia’ perché questo virus con le sue sempre più numerose varianti, è ancora capace di diffondersi e causare ondate di infezioni e di morti.
Le nuove varianti, di recente quella indiana o Delta, sono due volte più contagiose del ceppo iniziale e si stanno diffondendo in Europa con una velocità molto alta.
I ricercatori più accorti continuano infatti a mandare segnali di preoccupazione e sono incerti sul futuro, avvertendo delle possibilità di ripresa di nuove ondate epidemiche.
Quindi restiamo all’aperto, riabbracciamoci con attenzione, manteniamo le mascherine se ci troviamo in un ambiente chiuso e quando non siamo certi che tutti coloro che contattiamo siano vaccinati e protetti.
Tuttavia, l’estate appena iniziata – grazie alle vaccinazioni – si prospetta più serena e per i giovani e gli adolescenti c’è la speranza di poter ricominciare a stare insieme, divertirsi e viaggiare con una sempre maggiore tranquillità.