Con una cerimonia sentita e composta i compagni, i docenti e l'intera commissione d'esame dell'Alberghiero Ianas gli ha conferito il diploma postumo con il massimo dei voti perché non c'è un amore più grande e un valore più alto, in questa vita, che offrirla fino in fondo per chi si ama.
La scuola, così si legge su La Nuova Sardegna, ha organizzato l'evento proprio nel giorno in cui Mirko avrebbe davvero dovuto conseguire il diploma di maturità.
Non c'è prova più grande che si è davvero diventati uomini adulti che questa grande capacità di sacrificio, quello che ci permette di diporre di noi a vantaggio, a difesa di chi amiamo.
Erano presenti anche il fratello Lorenzo, la zia e tutti i suoi compagni di classe.
Oltre al diploma gli è stata dedicata anche una targa che recita:
(aggiornato il 21 giugno 2021)
Mirko Farci, un giovane di 19 anni, è stato ucciso all'alba di martedì scorso a Tortolì in provincia di Nuoro, per difendere la mamma dall’aggressione dell’ex compagno, Masih Shahid, un operaio pakistano di 29 anni.
Con il suo corpo ha fatto scudo alla madre, aggredita e colpita ripetutamente con un coltello, per proteggerla e salvarla dalla furia di un uomo che voleva annientarla. Si è frapposto tra lei e il suo omicida, con un coraggio e un amore che tolgono il fiato.
E così, con il suo sacrificio, ha permesso alla madre, Paola Piras, 50 anni, di sopravvivere. La donna dopo un lungo intervento sta lottando fra la vita e la morte. Con la speranza che si riprenda, chiediamo a Dio di sostenerla non solo nella battaglia per il recupero fisico, ma soprattutto in quella emotiva dovendo accettare la morte di un figlio per difenderla.
L'assassino è stato trovato dai Carabinieri mentre cercava di nascondersi in campagna, e dopo le manette ha rischiato il linciaggio da parte di una folla accecata dal dolore e dalla rabbia.
L'uomo recentemente era stato arrestato per stalking, e poi destinatario di una misura di divieto di avvicinamento alla donna. Quella mattina un parente di Paola che vive in un altro appartamento della palazzina, sentendo le urla ha dato l'allarme. Masih Shahid è entrato nell’abitazione arrampicandosi attraverso un pluviale, sorprendendo così madre e figlio nel sonno.
Chissà che serata sarà stata quella per loro, l'ultima insieme: la cena, le chiacchiere, la tv, i piatti da lavare. "Che hai fatto oggi?", "hai sistemato la camera?", "domani che ti va di mangiare?". Mirko a qualche domanda avrà risposto, ad altre forse avrà bofonchiato qualcosa come fanno spesso i suoi coetanei. Un occhio al cellulare, l'altro al piatto. Poi magari un bacio rubato dalla mamma sulla fronte, una carezza al ciuffo ribelle mentre si dirige nella sua stanza. Paola con la coda dell'occhio lo segue come per benedirlo. E poi il sonno, e prima di addormentarsi un ultimo sguardo a whatsapp, un calcio ai talloni per togliersi le scarpe, il tuffo sul letto a peso morto.
A peso morto.
Che paura i modi di dire in alcuni momenti della vita.
E poi forse, come nei peggiori incubi, Mirko si sarà svegliato in preda alla paura subito abbandonata per scagliarsi contro l'uomo che aveva già ferito la mamma. Lo stesso coltello sporco del sangue della donna lo ha ucciso.
Il ragazzo non ce l'ha fatta, letali le pugnalate al petto che hanno raggiunto i polmoni decretandone poco dopo la morte. Una morte che ci parla, come tutte le morti parlano, ma alcune sono più eloquenti. Quella di questo giovane morto da uomo vero mi fa venire in mente parole come onore, coraggio, sacrificio, amore.
E questo amore, questo saper amare sul serio gettando il cuore oltre l'ostacolo, sporcandosi le mani, andando fino in fondo, glielo avrà insegnato sicuramente sua madre.
Mirko, secondo di tre fratelli, tifoso della Juve, il volto pulito e sorridente, tra un mese avrebbe compiuto 20 anni e questa estate si sarebbe diplomato come chef, la sua passione che avrebbe voluto trasformare in lavoro. Frequentava la V C dell'Istituto alberghiero Ianas di Tortolì che stamattina lo ha omaggiato con una manifestazione silenziosa, una catena umana fino a sotto casa sua, nel rispetto delle norme Covid per ribadire il no alla violenza. Alle 17 il funerale presieduto dal vescovo di Lanusei, monisgnor Antonello Mura, nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe.
Mirko Farci sognava di viaggiare per conoscere il mondo, e invece la follia di un uomo che non sapeva accettare la fine della relazione con la madre, lo ha spedito all'altro mondo negandogli la possibilità di fare un mucchio di cose, che a elencarle viene il magone, ma senza potergli impedire l'unica necessaria, che rende la vita degna: quella di amare l'altro, di prendersi cura di qualcuno.
C'è un frase di don Fabio Rosini che racchiude bene questo pensiero:
Sono certa che in Cielo Mirko avrà ricevuto il centuplo perché nel Siracide c'è scritto:
Lui, martire per amore, ha fatto la cosa più grande, come c'è scritto nel Vangelo di oggi:
Luisa, una delle professoresse del ragazzo, ha scritto un messaggio commovente:
Mirko, un nome che nell'etimologia ha a che fare con la gloria e la pace, siamo certi che ora gode di entrambe nella Gerusalemme Celeste.