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Più siamo puri di spirito, e più avremo la protezione dell’angelo custode

Invocare il proprio angelo: una pratica che ci fa sentire protetti.
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don Marcello Stanzione - pubblicato il 18/06/21
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Questa relazione la spiegano un importante santo teologo e un prete che ha trascorso la sua vita a diffondere la devozione per gli angeli

Più si è puri di spirito, e più l’angelo custode ci protegge. “Un’anima pia -  afferma san Bernardo - non è mai dimenticata dal suo Angelo protettore. Sapendo benissimo il tenero amore che Dio gli porta, egli vigila incessantemente nel conservargli la purezza, e non ha nient’altro a cuore che di presentarla a quel celeste Sposo, ancora vergine e senza macchia… Non avete letto nel Libro di Giuditta, la riconoscenza di questa santa donna per la protezione con cui il suo Angelo custode l’aveva ricoperta?”. 

“Via il Signore!, diceva lei, poiché il suo Angelo mi ha custodita alla mia uscita, durante il mio soggiorno nel campo di Oloferne e nel mio ritorno qui; di modo che io ritorno presso di voi con una purezza senza macchia” (San Bernardo, Sermone 39 in Cantico).

Ecco un fatto della vita, riportato dal padre Coret, un grande diffusore della devozione agli angeli, che mostra bene anche con quale cura l’Angelo custode vigila sulla virtù della purezza.

“Traggo, dice il Padre Gesuita Coret, da un predicatore molto virtuoso e degnissimo di fede, il seguente fatto: In una città dell’Artois (regione francese), nell’anno 1640, un giovane gentiluomo, bello come un Angelo, venne a trovarmi per pregarmi di impedire al più presto che uno scolaro, molto raccomandabile per la sua virtù, non avesse a che fare la sua collusione con dei libertini che lo avevano invitato. Si tratta in effetti della sua purezza, se vi va sotto il pretesto della collusione, vi si  nasconde un disegno disgraziato ch’egli non sospetta”. Ebbi subito il pensiero che quegli che mi parlava fosse un Angelo; e mi sentii preso d’un tale timore misto ad una sì indicibile dolcezza, che le lacrime mi vennero agli occhi e che mi fu appena possibile rispondere. Quello che mi confermò, nel mio pensiero, è che il timore seguiti ad una simile gioia è il normale effetto dell’apparizione degli Angeli buoni”. 

Padre Corte dice di aver acquisito maggior convinzione “quando, dopo avergli chiesto con rispetto chi fosse, da come conoscesse quel fanciullo, come aveva appreso il tranello teso alla sua innocenza, egli si accontentò di rispondermi: “Questo scolaro è puro come un Angelo; Dio lo ama straordinariamente; il suo Angelo tutelare si sforza di conservare la sua innocenza, ed io so da fonte certa il disegno formato contro di lui. Per voi, non cercate affatto di sapere chi sono e da dove vengo. Basti che riconosciate che Dio mi ha inviato per impedire un sì grande male".

"Del resto siate persuaso che, come il demonio non dimentica niente, per corrompere la gioventù, così l’Angelo custode fa tutti i suoi sforzi per preservarla”. Dopo quelle parole, egli prese congedo dal Padre che, avendo avvisato lo scolaro ed i genitori di ciò che veniva dall’apprendere, percorse tutta la città, per ricercare quell’insigne benefattore, ma inutilmente, nessuno l’aveva mai visto (Catechismo in esempi, t. 1, p. 116). Pieno di fiducia nella protezione sempre efficace del mio Angelo custode, io voglio, come quella fervente figlia di beata Teresa del Santissimo Sacramento, “stabilirlo portinaio del mio cuore””.

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