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In fatto di trombosi, la pillola è più pericolosa dei vaccini anti-Covid

BIRTH CONTROL
John Burger - pubblicato il 18/06/21
Nel corso dei dibattiti attorno alla sospensione (temporanea) di un vaccino contro il Covid-19, negli USA, per via del rischio trombotico comportato, alcune donne hanno appreso con stupore che la contraccezione ormonale le espone essa pure al rischio di grumi sanguigni.

Quando le autorità sanitarie americane hanno raccomandato di sospendere l’utilizzo del vaccino Johnson & Johnson contro il Covid-19, dopo che sei donne ne hanno accusato trombosi (rare formazioni di grumi sanguigni) come effetto collaterale, alcuni scienziati hanno immediatamente voluto rassicurare la popolazione con una comparazione di probabilità. 

Così come ci sono più possibilità di essere coinvolti in un incidente automobilistico che in un incidente aereo, l’assunzione di contraccettivi ormonali presenta un rischio trombotico molto più elevato della somministrazione del vaccino di cui si parla. 

Invece di rassicurare le donne, tuttavia, questa informazione ha sollevato un gran polverone: «Perché nessuno ci ha mai parlato di questo rischio?». In realtà, quel rischio si trova indicato nero su bianco nel bugiardino del farmaco… Ma chi si prende la briga di leggere quei documenti scritti piccolo piccolo? Bisogna anche dire, a onor del vero, che i trombi associati al vaccino sembrano essere più pericolosi di quelli associati alle pillole contraccettive: mentre i primi compaiono nel cervello, i secondi minano le gambe (e possono spostarsi fino ai polmoni). Ciononostante, resta non meno vero che il rischio di trombi legato alla pillola è molto più elevato. 

La rabbia delle donne che solo ora hanno appreso dei rischi legati alla pillola è stata così grande, dopo la scoperta che il vaccino contro il Covid-19 poteva causare formazione di grumi sanguigni, che il New York Times se n’è fatto eco raccogliendo lo sdegno di Kelly Tyrrell, appassionata di jogging, che aveva 37 anni quando i medici hanno scoperto nei suoi polmoni grumi di sangue potenzialmente letali: 

Mellissa Moschella, professore associato di Filosofia all’Università Cattolica d’America, ha svolto delle ricerche sulla contraccezione dal punto di vista bioetico. La settimana scorsa si è intrattenuta su questa questione e su alcune delle sue implicazioni con l’edizione americana di Aleteia: 

Secondo l’accademica, le donne avevano ragione di essere furibonde nell’apprenderlo: 

La professoressa Moschella denuncia poi il fatto che la contraccezione sia 

Senza contare che, aggiunge, nel corso dei primissimi anni di sviluppo dei contraccettivi ormonali, le donne che hanno partecipato alla sperimentazione della pillola hanno sofferto di «conseguenze estremamente gravi per la loro salute». La professoressa afferma quindi che per la maggior parte le donne sotto pillola 

Secondo lei è «in parte per una ragione politica» che questi pericoli sono sottaciuti: 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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