di Filippo Andreacchio e don Marco Sanavio
Avere un sito parrocchiale fatto bene e aggiornato con frequenza è il requisito di partenza per comunicare meglio tutte le attività, per condividere attraverso la rete momenti di vita comunitaria, orari delle messe, iniziative e ogni tipo di informazione in grado di creare un “legame digitale” tra la parrocchia e i fedeli. Spesso un sito parrocchiale diventa uno strumento prezioso per farsi “ascoltare” anche da chi in chiesa non entra proprio, non trascuriamo mai questo aspetto. Avere un sito fatto bene è un primo passo nella giusta direzione ma non basta: è importante conoscere e utilizzare alcuni servizi specifici per migliorare non solo la performance ma, in modo più ampio, per comprendere meglio come essere “amici di Google”, e farsi trovare in rete.
Nel tutorial WeCa di questa settimana scopriamo come stringere “amicizia con Google” in tre semplici mosse.
Per comprendere meglio Google dovremmo chiederci “come pensa?” citando il titolo di un libro del 2011 di Steven Levy e cercare di entrare nelle logiche di questa azienda che ha cambiato e sta ancora cambiando l’approccio e lo sviluppo del World Wide Web. In passato avremmo parlato di “web semantico” ma oggi siamo ben oltre questa rivoluzione e mentre cerchiamo di capire cosa pensa Google, lui già riesce farlo con noi, con le nostre “intenzioni di ricerca”. L’intenzione (o intento) di ricerca è un concetto che Google categorizza in tipi di ricerca differenti: l’utente può infatti cercare una parola o frase (il termine che inseriamo per ottenere un risultato su un motore di ricerca viene definito query) perché desidera sapere qualcosa (informazionale), compiere un’azione (transazionale), accedere ad un dato sito (website), recarsi in un luogo (navigazionale), oppure un insieme delle intenzioni precedenti ( ). Diventa rilevante poter analizzare le intenzioni di ricerca degli utenti che arrivano al nostro sito per fare in modo che il contenuto di un risultato (le pagine web) risponda all’aspettativa degli utenti. Tutto questo naturalmente in relazione ad un contesto.
Mobile first: Google da Marzo 2021 (come dichiarato da John Mueller) privilegerà i siti mobile ed eliminerà, gradualmente ma molto in fretta, la versione desktop di un sito dall’indicizzazione. Questo cambio determinerà un ulteriore “svecchiamento” di molti siti che non hanno ancora una versione ottimizzata per la consultazione da dispositivi mobile, diversamente saranno molto penalizzati anche in termini di visite.
Non basta avere un sito, anche ben fatto come dicevamo, ma è importante essere presenti su Google. Ci sono servizi che ci aiutano in questo, rendendo un sito parrocchiale più “google friendly”, e sono:
Google Search Console - un servizio web di Google che consente ai webmaster di controllare lo stato dell'indicizzazione e ottimizzare la visibilità dei loro siti web. Fino al 20 maggio 2015 il servizio si chiamava Google Webmaster Tools. Il servizio è gratuito e raggiungibile a questo indirizzo:https://search.google.com/ . Con un account è possibile gestire più di un sito.
Sitemap - è la mappa di un sito, un file che elenca e cataloga tutte le pagine di un sito web che vogliamo indicizzare su Google e sugli altri motori di ricerca. Ci sono due tipi di sistemi: HTML e XML. La sitemap HTML è la sitemap “più vecchia” ed è nata principalmente per orientare l’utente e migliorare la sua user experience. La sitemap XML invece è stata inventata da Google nel 2005 per facilitare la scansione del sito da parte dei crawler dei motori di ricerca. Un crawler è un software che analizza i contenuti di una rete in un modo metodico e automatizzato. Da notare che la sitemap viene inviata tramite Google Search Console.
Monitorare e comprendere cosa accade dentro e fuori il sito sono operazioni necessarie per valutare i comportamenti dei nostri utenti, lo stato di salute e la vitalità di un sito parrocchiale, le risorse maggiormente cliccate. Per collezionare in modo rapido e gratuito tutti questi dati consigliamo di utilizzare Google Analytics, un servizio molto diffuso che permette attraverso l’inserimento di un codice nelle pagine del sito, di tenere traccia di tante preziose informazioni. (WeCa ha già realizzato un tutorial specifico per questo strumentohttp://bit.ly/google-analytics-come-funziona). Naturalmente sono disponibili altri servizi di tracciamento delle attività di un sito, sistemi sviluppati da altri produttori, ma è l’utilizzo integrato di più strumenti di Google a fare la differenza, a concentrare in un unico ambiente diverse funzionalità con il vantaggio di un più semplice interscambio di dati. Per questo, ad esempio, vi suggeriamo di usare e collegare Search Console con Analytics, le due risorse gratuite di Google, e farle interagire tra di loro per ottenere dei report più dettagliati, che comprendono anche i processi di acquisizione per query, pagine di destinazione, etc. Come vi raccomandiamo sempre di consultare sempre la documentazione ufficiale sul sito Google e dei video tutorial tecnici dedicati che vi guideranno passo passo in ogni operazione.