Le prove non sono mai finite: Don Davide Banzato continua ad affrontarle continuamente. Il desiderio di avere un figlio, la scelta della castità, le “voragini” affettive, e tante altre. Il sacerdote della comunità “Nuovi Orizzonti” fondata da Chiara Amirante, ne parla a cuore aperto nel suo nuovo libro autobiografico: “Tutto, ma prete mai” (Piemme).
Dice Don Davide: «Oggi non sono per nulla guarito e questa battaglia, a distanza di tanti anni, è ancora in atto, ma intanto essere consapevole delle proprie fragilità significa non esserne in balia, avendo la possibilità di fare delle scelte precise».
Poi, il giovane sacerdote di “Nuovi Orizzonti”, aggiunge: «Passato il tempo dell’innamoramento, è arrivato anche per me il momento di fare un salto di qualità passando al tempo dell’amore, dove si è tutti chiamati a confermare il proprio “sì” senza l’influsso di una spinta emotiva che è tipica dei primi tempi. In modi diversi sono giunte diverse prove. A volte si è aperta una vera e propria voragine affettiva, che mi ha portato a dover fare i conti con radici profonde legate alla mia storia».
Altre volte, prosegue Don Davide Banzato nel suo nuovo libro, «si è trattato di sentire la mancanza di una relazione esclusiva, personale e intima. In altre fasi invece si è fatta sentire l’assenza di un figlio. L’affettività mi ha portato a cercare compensazioni più o meno sane. Non ho mai sentito di mettere in discussione il sacerdozio, ma a volte la sofferenza è stata molto forte, come un grido acuto dell’anima».
La ricetta per superarle è questa: «Ho imparato a parlarne, a consegnarmi, a dare un nome preciso ai miei bisogni, a non averne paura. Sicuramente ho avuto la fortuna di trovare sempre persone capaci, ma anche di avere la forza di non rimanere mai solo. Per me è sempre stato chiaro che Nuovi Orizzonti, proprio come comunità di vita, è la mia vocazione e contemporaneamente la mia salvezza».
Don Davide Banzato fa, così, degli esempi: «Se penso alla mancanza di un figlio, è stato sempre fondamentale poter esercitare una dimensione di paternità verso le persone che mi sono affidate. Se penso a chi mi chiede se mi basta l’amore di Dio, rispondo che sicuramente nella preghiera trovo un grande ristoro per il mio cuore, ma che ho anche bisogno di persone che custodiscano la mia fragilità umana, come gli amici, la fraternità e la comunità».
Rispetto alla sessualità, prosegue il sacerdote di “Nuovi Orizzonti” nel libro “Tutto, ma prete mai”, «potrei dire scherzosamente di essermi più volte ritrovato nella preghiera di sant’Agostino: “Dammi la castità e la continenza, ma non subito”. Il desiderio sessuale può essere considerato un istinto fondamentale per la specie umana. A me ha sempre aiutato partire dal ricordarmi che ciò che vivo è una scelta “contro natura”.
Il celibato, evidenza Banzato, «è un’anticipazione della condizione del Regno dei Cieli e una scelta di totale dedizione al servizio di Dio. Ma bisogna stare attenti a non estremizzare troppo, perché anche uno sposato potrebbe essere tutto di Dio e dovrebbe mettere al primo posto Dio nel cuore».
Assumere il celibato per tutta la vita, decidendo di non sposarsi e vivere una vita di astinenza sessuale, osserva ancora Don Davide Banzato, «è una scelta che non si può fare basandosi sulle proprie forze. Molti arrivano troppo impreparati a una sfida grande con cui fare i conti tutti i giorni della propria vita. La si fa perché innamorati di Dio, sotto la spinta di una dose di follia d’amore, ma poi serve un continuo lavoro su se stessi, un continuo esercizio del domino di sé, che diviene più o meno difficile in base alle fasi della propria esistenza. È vero che più ci si esercita nella castità e più si è favoriti, ma è altrettanto vero che basta un niente per tornare indietro dopo innumerevoli sforzi».
«Per me - conclude in un passaggio del libro “Tutto, ma prete mai” - è stato importante conoscermi e arrivare a comprendere come posso funzionare. Se vivo una vita intensa di preghiera, se mi ritaglio i tempi personali per lo sport e il recupero psicofisico, se mi lascio custodire ed evito di espormi a situazioni che non sono più in grado di controllare, allora posso farcela».