Più della metà degli 81 siti indicati dall'Europa come problematici sono stati bonificati e restituiti alle comunità, questo è in estrema sintesi il rapporto consegnato dal Generale Giuseppe Vadalà ad una platea di giornalisti ed ospiti istituzionali tra cui la Sottosegretaria al Ministero per la Transizione Ecologica Ilaria Fontana e la presidente della commissione Ambiente della Camera, Alessia Rotta. Assieme ad essi anche Don Luigi Ciotti di Libera, Suor Alessandra Smerilli, sottosegretaria al Dicastero per lo Sviluppo Umano della Santa Sede e la professoressa Filomena Maggino, già Presidente della Cabina di Regia Benessere Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Stefania Dota, vicepresidente ANCI. Ma non è solo una relazione tecnica o la rivendicazione di un risultato, pur importante per via delle sanzioni, passate dagli oltre 46 milioni a semestre a 6.6 milioni attuali. La relazione è anche la presa di coscienza, espressa autorevolmente dagli ospiti, di una necessità di un cambio di passo sia nelle relazioni istituzionali tra enti locali e Stato, sia nella cultura ambientale che deve farsi strada sia nelle amministrazioni, sia nella cittadinanza.
"Le bonifiche ci portano a fare alcune riflessioni: la prima è naturalmente il vantaggio finanziario, ma il vero vantaggio è l'aumento del benessere per i cittadini che vivono in quelle aree. La nostra domanda deve essere: perché ci ritroviamo con aree da bonificare?" Parte da una domanda la professoressa Filomena Maggino e propone delle risposte: "Diseguaglianze e mancanza di opportunità sono la matrice di queste situazioni. Se l'equilibrio contabile da un lato e il profitto dall'altro sono l'unica cosa che conta non ce la faremo mai. Il Pil non può essere l'unico parametro di riferimento. Ci vuole come punto di partenza una cultura diversa: una cultura del rispetto. Rispetto per noi stessi, per l'ambiente, per la comunità in cui viviamo".
Per don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera, da anni un presidio contro le mafie, "bonificare i territori significa fiducia e speranza per quei cittadini che in quei territori ci vivono. È la vittoria dello Stato, delle istituzioni. Ma dobbiamo ricordare che queste sono quelle segnalate dall'Europa, ma ce ne sono centinaia e centinaia in tutta Italia di discariche da bonificare. Ricordiamolo". Don Ciotti prosegue spronando l'uditorio a non adagiarsi ad interventi tampone. "Dobbiamo rigenerarci - dice ancora - per non degenerare, abbiamo bisogno di un cambiamento vero, non di un adattamento. Ma queste vittorie, quelle del rapporto, sono una vittoria della vita e che ci chiama alla responsabilità e alla cittadinanza responsabile, quella verso la propria comunità e verso il prossimo". Ognuno è chiamato a fare la propria parte, questo rapporto ci chiama alla cultura della “corresponsabilità”.
"Preparate il futuro", è questo l'appello del Papa "e fatelo nella concretezza" dice Suor Alessandra Smerilli che prosegue: "È stata ricordata l'Enciclica Laudato si', che è ancora attualissima, dove si comprende che tutto è connesso: non c'è sviluppo senza cura, del prossimo e del Creato. È la Terra che permette le nostre relazioni, noi ci dobbiamo sentire ospiti e grati di questa relazione. Se tutto è connesso allora il grido della terra ferita e quello dei poveri è lo stesso grido". Del resto, argomenta la suora che è anche sottosegretaria allo Sviluppo Umano e docente di Economia politica, che "Chi non può permettersi la transizione ecologica sono i poveri, chi non può lasciare terre distrutte, sono i poveri. Noi siamo la causa delle ferite ma chi ne subisce gli effetti sono altri e non hanno gli strumenti e le possibilità per difendersi". Una posizione che suor Alessandra sintetizza citando Papa Francesco: "Il Signore ci ha consegnato la Terra come un Giardino, vogliamo noi lasciare ai nostri figli un deserto?”