Di Samuela Tarantino
Molto spesso i bambini e gli adolescenti hanno dolori come il mal di testa, il mal di pancia, il dolore al petto o altri sintomi come la febbricola, le vertigini o il vomito per cui si rende necessario un consulto medico.
I sintomi che questi bambini dicono di avere possono durare da mesi e sono motivo di diversi accessi al pronto soccorso o di analisi di laboratorio dalle quali non emerge alcuna causa medica.
In tal caso, si può parlare di “somatizzazione”. Porre l’attenzione esclusivamente alle possibili cause “organiche” (cioè sui problemi del corpo) può essere fuorviante e portare a molti controlli medici, che possono generare frustrazione e aumentare la preoccupazione dei genitori e dei ragazzi.
Questi sintomi possono essere considerati, infatti, frutto dello stretto legame che collega il corpo con l’ambiente e con la psiche. Questo legame va sempre preso in considerazione per una corretta diagnosi.
La relazione tra sintomi somatici (cioè i sintomi del corpo) e fattori psicologici può essere reciproca: i fattori emotivi influenzano la frequenza, l’intensità e il ripetersi dei sintomi che, a loro volta, possono causare stress psicologico e una cattiva qualità di vita.
Di solito, i bambini e gli adolescenti propensi alla somatizzazione sono
persone molto sensibili, emotive e facilmente eccitabili; spesso possono essere chiusi ed avere difficoltà a confidare le proprie emozioni e i propri bisogni. Queste difficoltà
favoriscono l’espressione dei propri problemi attraverso il corpo.
Questi sintomi spesso si presentano in maniera ciclica ed in coincidenza con situazioni particolari. Il rapporto del bambino con la scuola gioca un ruolo fondamentale nel determinare le somatizzazioni.
Spesso i dolori e gli altri sintomi compaiono nel periodo scolastico. Pur non parlando apertamente delle loro preoccupazioni, molti bambini accusano malessere a scuola, in vista di interrogazioni, compiti in classe o quando il carico di studio diventa eccessivo.
Il rapporto difficoltoso con la scuola può essere causato, ad esempio, da un eccessivo perfezionismo, o dal timore di deludere le aspettative dei genitori o degli insegnanti.
Per molti ragazzi, “essere bravi a scuola” è un modo per sentirsi maggiormente apprezzati o per ricevere maggiori attenzioni; questo può essere la causa del timore di fallimenti o dei brutti voti e può innescare un aumento dell’ansia, che a sua volta può scatenare dolore o altri sintomi.
Quando questi bambini stanno male, nonostante gli sforzi, possono avere un calo del rendimento scolastico ed una perdita di numerosi giorni di scuola, il che può compromettere la qualità della loro vita e il tono del loro umore.
La scuola può essere anche una fonte di preoccupazione per le relazioni con i compagni. I bambini che somatizzano possono sentirsi diversi dai propri compagni, o sentirsi esclusi dal gruppo.
Spesso un dolore o un malessere a scuola può essere legato ad episodi di bullismo, che a volte il bambino evita di raccontare ai genitori per imbarazzo o per timore di peggiorare la situazione.
Molto spesso i ragazzi richiedono l’intervento di un familiare per essere riaccompagnati a casa, dove il malessere può attenuarsi o passare. Questo non significa necessariamente che il bambino abbia inventato” un sintomo: può indicare un alleggerimento dello stress una volta tornato nel posto sicuro, che è la casa.
Spesso il malessere a scuola nasconde un’altra forma di ansia, che riguarda la separazione dai genitori ed il bisogno della loro vicinanza.
Talvolta il timore di allontanarsi dalla mamma, dal papà o da un altro caro può essere così intenso che il bambino, oltre a piangere, può dire di avere dolori (per esempio
mal di pancia).
I sintomi possono far sì che il bambino riceva maggior attenzione da parte dei genitori e, talvolta, “speciali privilegi” (come la possibilità di non andare a scuola). Questo fa sì che il dolore o il sintomo tendano a mantenersi e a non passare.
La casa, per un bambino, può essere un posto sicuro ma anche un luogo di tensioni e di stress.
Dietro un mal di testa o un calo dell’appetito può nascondersi una preoccupazione o un senso di impotenza rispetto ad alcuni problemi familiari che talvolta non riguardano direttamente il bambino.
Si tratta, spesso, di un rapporto conflittuale tra i genitori, ma anche di situazioni di distacco emotivo, o di negazione dei problemi.
I bambini possono vivere in un clima di tensione, con il timore di una separazione tra i genitori o di un nuovo litigio. Queste preoccupazioni sono spesso difficili da esprimere ed elaborare. Il corpo può farsi portavoce di un disagio che non riesce a essere detto con le parole.
È molto frequente che la comparsa o il peggioramento di un sintomo del corpo sia correlato ad un evento stressante.
Le famiglie, spesso, si trovano a dover affrontare situazioni e cambiamenti dolorosi, come la perdita di un familiare caro o un trasferimento.
Questi eventi possono avere un impatto traumatico sul bambino, ma anche su altri membri della famiglia, e la normale tristezza che si prova in questi momenti può
trasformarsi, nel tempo, in disperazione. Gli eventi stressanti, tuttavia, non necessariamente riguardano il resto della famiglia, ma possono anche coinvolgere direttamente il solo bambino.
I dolori ed i sintomi che non originano da problemi del corpo possono, dunque, essere “sintomo” di difficoltà di tipo psicologico, come ansia e depressione, legate a difficoltà di tipo scolastico, relazionale, familiare o riguardanti eventi stressanti.
Individuare per tempo problematiche emotive “nascoste” dietro i sintomi somatici è fondamentale per ridurre la sofferenza fisica dei bambini e degli adolescenti ma anche per prevenire il peggioramento di difficoltà psicologiche che potrebbero dar luogo a disturbi psichiatrici.