Fede e spiritualità al tempo del covid: otto personaggi famosi dal 5 giugno, su Rai Premium, raccontano l’incontro con il mistero della vita, fatto di sofferenze umane, esigenza di spiritualità o di impegno civile.
Sono i protagonisti “Dio mio”, il programma in quattro puntate, che nasce dalla collaborazione tra Rai Gold, diretta da Roberta Enni, e Rai Vaticano, diretta da Massimo Enrico Milone, che va in onda sul canale 25 del digitale terrestre in seconda serata.
C’è chi ha contratto e sconfitto il coronavirus, chi ha lottato contro malattie ostili, chi è stato provato duramente per una perdita importante o chi ha superato dolorosi momenti di sconforto, debolezza, avversità. Tutti, almeno per una volta, credenti o non credenti, hanno esclamato “Dio mio”, confrontandosi con le ragioni ultime dell’esistenza o la fede o l’impegno civile, recuperando il senso profondo della propria vita.
“Grazie alla sensibilità dei personaggi che hanno accettato di raccontarsi, offrendo uno spaccato etico e civile di una collettività nazionale – spiegano Enni e Milone – che dopo mesi di incertezza e smarrimento vuole tornare pienamente a vivere. Il Servizio Pubblico deve accompagnare, con senso di responsabilità, senza spettacolarizzare il dramma del dolore e il mistero della vita, questa rinascita”.
Milly Carlucci, Suor Cristina, Veronica Pivetti, Sinisa Mihajlovic, Dino Zoff, Carlo Conti, Matteo Marzotto, Alessio Boni, racconteranno sveleranno al grande pubblico cosa abbia suscitato in loro quella spinta emozionale, interiore, che li ha portati a riscoprire la spiritualità o, comunque, la complessità del mistero della vita affrontando il dolore, la delusione, lo smarrimento. Un racconto intimo, profondamente umano, che vedrà gli otto protagonisti, due a puntata, in una inedita veste televisiva.
Sarà il racconto della loro vita, ma anche l’incontro con le ferite del nostro tempo, acuite dalla pandemia. Protagonisti della prima puntata Carlo Conti e Alessio Boni (www.rai.it).
Una vita di sacrifici e scelte importanti al successo. È ciò che lega i due protagonisti della puntata. «La mia mamma è stata una persona molto forte, determinante per la mia vita e anche per la carriera ma soprattutto per l'uomo che sono, per i valori che mi ha insegnato: quello dell'onestà, del rispetto degli altri, anche nel credere in quello che uno fa», racconta il conduttore in un passaggio dell'intervista.
Per l'attore, invece, il mestiere sembrava scontato: il padre piastrellista, il fratello piastrellista, lo zio piastrellista, il cugino piastrellista. Ma a lui quel lavoro proprio non piaceva. "Se il tuo mondo non ti permette di sognare, scappa verso un dove puoi". È questa frase di Fernando Pessoa la molla che gli ha permesso di diventare quello che è oggi. Per entrambi la famiglia, l'amore e soprattutto la nascita di un figlio hanno significato la svolta della loro esistenza.
Carlo Conti ha ricordato l’importanza della fede durante il Covid. «Quando ho preso il Covid ho pregato più del solito. Non pregavo solo per me stesso. Ma anche per gli altri, per l’umanità, per il signore che era nel letto accanto a me in ospedale. E questo mi faceva star bene».
Ora la preghiera fa parte stabilmente delle sue giornate. «Di solito la facciamo di solito in tre, io, mia moglie e Matteino, mio figlio, con la curiosità anche di ascoltare quale è la sua preferita. Mi incuriosisce sentire - conclude il conduttore - cosa dice a Gesù la sera prima di andare a dormire».