Se cattolici e protestanti credono in un unico Dio in tre Persone uguali e distinte (il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo), buono, onnipotente ed eterni, le rispettive convinzioni di fede differiscono su più punti.
Le famose “95 tesi di Lutero”, certo, ma poi ci sono diversi scritti di Jean Calvin e di Ulrich Zwingli, nonché le “risposte” date loro da parte cattolica a partire dal Concilio di Trento, tutto questo e altro ancora mette in luce importanti punti di divergenza. Dal Papa ai sacramenti, passando per il purgatorio e per il ruolo della Vergine Santa, ecco un breve tour panoramico delle maggiori differenze fra le due confessioni.
1I protestanti e l’autorità papale
Anzitutto, con “protestantesimo” si designa un insieme di correnti religiose cristiane che rifiutano l’autorità del Papa. Due principî protestanti sono a fondamento di questa disposizione: anzitutto, la formula Ecclesia semper reformanda («La Chiesa va sempre riformata») afferma che le istituzioni ecclesiastiche restano pur sempre umane e dunque fallibili. L’infallibilità pontificia (che non sarebbe stata definita, tuttavia, prima del Vaticano primo convocato da Pio IX tra il 1869 e il 1870) viene dunque previamente rigettata.
In secondo luogo, a partire dal “sacerdozio universale”, ogni battezzato è “profeta, sacerdote e re”. Non esisterebbe gerarchia in seno alla Chiesa di Cristo: dunque, per i protestanti, nessuna istituzione potrebbe rivendicare un «potere pleniore, supremo, immediato e universale», come il Catechismo della Chiesa Cattolica autorevolmente sintetizza riguardo al Papa. È nel nome di questi due principî che i protestanti non hanno neppure del clero: il pastore ha un ministero particolare nella Chiesa, ma non è l’unico a presiedere i sacramenti.
2I protestanti e la confessione
Lutero e Calvino giudicarono entrambi la penitenza cosa utile, per rassicurare i fedeli che avrebbero fatto fatica a sentirsi sicuri del perdono dei loro peccati. Ritennero però che essa non fosse obbligatoria.
Per i protestanti, riconoscere i propri limiti e accogliere il perdono divino sono cose che fanno capo alla relazione personale che ogni credente deve quotidianamente intrattenere con Dio. Anzi, il sacerdozio universale rimette in discussione il monopolio del clero sui sacramenti: il pastore non è più abilitato di altri ad amministrarli. E tuttavia il perdono viene regolarmente annunciato durante i momenti di culto. Per aiutarne l’accettazione, esso può essere pronunciato da un altro fedele, spesso dal pastore stesso.
3I protestanti e l’eucaristia
Più comunemente chiamata “la Santa Cena”, l’eucaristia è, col battesimo, uno dei due soli sacramenti conservati dai protestanti. Permangono alcune differenze. Anzitutto, i protestanti rifiutano l’idea per la quale l’Eucaristia sarebbe un’attualizzazione del sacrificio di Cristo. Per loro si tratta di un atto eminentemente memoriale.
Essi rifiutano anche la “transustanziazione”, categoria adottata invece dai cattolici per dire che Gesù Cristo è realmente presente – in corpo, sangue, anima e divinità – nelle specie eucaristiche del pane e del vino. Lutero preferì invece l’idea (pure elaborata dalla precedente tradizione scolastica) di consustanziazione: anche per lui Cristo è effettivamente presente nel pane e nel vino, ma il Riformatore postulava che a “sostenere” le specie del pane e del vino permanesse anche qualcosa della sostanza originaria delle offerte. Distanziandosi da lui, Zwingli e – in misura minore – Calvino ritennero da parte loro che la presenza di Cristo sia simbolica.
4I protestanti e il battesimo
A differenza dei cattolici, i protestanti non credono che il battesimo sia efficace di per sé stesso, ma ritengono che lo sia solo in associazione alla fede. I luterani e i calvinisti conservano nondimeno il battesimo degli infanti (pedobattesimo), su richiesta dei genitori, e per aspersione. Da parte loro, i movimenti evangelici lo rigettano e preferiscono il “credobattesimo”, cioè il battesimo di chi fa da sé la propria professione di fede. Il postulante dunque deve chiedere il sacramento e prepararvisi ricevendo una formazione catechistica: il battesimo si pratica solitamente per immersione, a immagine del battesimo profetato nel Giordano da Giovanni il Battista.
Per via del principio [non scritturistico, N.d.R.] detto “sola Scriptura”, protestanti non ritengono che i sacramenti direttamente istituiti da Gesù stesso nei Vangeli: essi considerano tutti gli altri sacramenti, ritenuti da Cattolici e da Ortodossi, come destituiti di legittimità. La confermazione, l’unzione degli infermi, l’ordine e il matrimonio sono dunque scardati, anche se pure i protestanti celebrano matrimoni religiosi.
5I protestanti e la Vergine Maria
I protestanti vedono nella devozione a Maria un forte rischio idolatrico. Ammettono naturalmente che Maria sia una credente esemplare, e che abbia concepito Gesù da vergine e per opera divina, ma non credono la sua immacolata concezione – idea secondo la quale la Vergine sarebbe nata senza peccato originale. Nata infatti naturalmente, da un padre e da una madre, Maria sarebbe stata necessariamente affetta – a loro avviso – dal peccato originale.
Lutero tuttavia riteneva che «Maria fu liberata dal peccato originale perché la carne del Redentore non venisse sfiorata dall’ombra del peccato». Tutti gli altri riformatori, però, dissentirono su questo punto.
I protestanti rifiutano anche l’Assunzione, perché non se ne parla nella Bibbia: i luterani e gli anglicani festeggiano nondimeno il 15 agosto, che chiamano “Festa di Maria”. Per i protestanti, però, Gesù è il solo intercessore (solus Christus) e solo Dio è degno di culto (soli Deo gloria [adagio medievale di libero corso anche fra i cattolici]). Non pregano che il Dio unitrino.
6I protestanti e i santi
A fortiori, anche nel culto dei santi i protestanti percepiscono dell’idolatria, e così rifiutano di pregarne l’intercessione. Da parte sua, la Chiesa cattolica distingue tra il culto di latría, che si deve al solo Dio, e quello di dulía, che caratterizza il rapporto coi santi (per la Vergine si parla di “iperdulía”): tale distinzione fece la sua comparsa durante il concilio di Trento come risposta ai Riformatori.
7I protestanti e il purgatorio
Il concetto di purgatorio, benché larvatamente presente fin dall’inizio dell’epoca cristiana, viene evocato chiaramente dalla dogmatica cattolica a partire dal 1133: si tratta del “luogo” in cui le anime dei defunti in stato di grazia e sicure della loro salvezza espiano i peccati di cui non hanno fatto penitenza. Il purgatorio corrisponde al “fuoco” purificatore evocato da Pietro (1Pt 1,7) e da Paolo (1Cor 3,15). I cattolici invocano anche altri due versetti che sembrano parlare di un luogo tra questo evo e il Regno di Dio (Mt 12,31 e Gb 1,5).
Da parte loro, i protestanti rigettano tutti questo concetto, perché a loro avviso insufficientemente sostenuto dalle Sacre Scritture. Per loro, il fuoco redentore evocato dal Nuovo Testamento sarebbe quello del giudizio, e – invocando 2Pt 3,7-14 – al momento della morte non ci sarebbe una “terza via” fra paradiso e inferno. [Proprio il fatto che lo si pensi come “terza via” mostra che il dogma del purgatorio sia sempre stato spiegato male e compreso peggio, N.d.R.].
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]