Alla mia terra siciliana è legato, nel passato e ancor oggi nel presente, il flusso e-migratorio. Ancora oggi per chi si ricorda, in questa terra di Sicilia, inneggia il fatto che fummo liberati dalla nefasta guerra ‘mondiale’ e dal ‘predominio dei tedeschi’. Per chi ha qualche residuo di nozione storica la terra tedesca ci rimanda a Lutero e alle sue ‘innovative tesi’ contro la Chiesa di Roma, la sua mondanità e l’essersi allontanata dal Vangelo.
Posso intuire, ma non analizzo, le dinamiche socio-politiche-ecclesiali dei poteri che si scontrano e si demoliscono e non può essere ritenuta secondaria l’affermazione che, il card. Marx si dimette per cp-responsabilità, per un noi dove lui c’è e si sente parte.
Come non considerare e non avere consapevolezza che la Chiesa non rinnova strutture, ma ciò che la struttura di peccato ha generato?
E’ stata sempre la sofferenza, il dolore, la violenza perpetrata e subita, l’innocenza deturpata e vilipesa, la condizione degradata dei piccoli, dei poveri e dei lontani, il grido non ascoltato e il silenzio soffocato sempre di più che ha squarciato il buio e le tenebre e che sta rinnovando la Chiesa. Ditemi che non è così. Solo gli stolti pensano il contrario.
La riforma della Chiesa è già partita dai piccoli.
Non da 10 anni, da sempre. Perché ogni grido di dolore, Dio lo ascolta e i potenti li confonde e li ‘zittisce’.
Le volontarie dimissioni del card. Marx non mi hanno sorpreso, né scandalizzato. Ho avuto modo di ascoltarlo e di seguirlo e di incontralo (mi riempiva il cuore della vaga somiglianza come ‘peso’ e i caratteri somatici ‘quasi simili’ e la barba) e ho notato che aveva a cuore quel noi, quella corresponsabilità sulla questione degli scandali sessuali nella Chiesa, nella sua Germania.
Gli scandali sessuali nella Chiesa e, non posso non aggiungere, nella Società tutta, sono più che una vergogna, e tutti ne siamo responsabili. Responsabilità condivisa. Tutti siamo responsabili e tutti dovremmo avere il coraggio di ‘metterci a disposizione’ per lavorare insieme seriamente e senza tentennamenti.
Sarebbe opportuno rileggere la Lettera al Popolo di Dio di Papa Francesco, lì troviamo non solo un ‘benefico appello e un impegno permanente’; è secondo la mia opinione, il terreno fertile della Lettera del Card. Marx (sulla questione degli abusi) e che molti analisti di cose vaticane stanno ‘sorvolando’ o considerando ‘marginali. E non è così e non è solo un mio personale parere.
In una intervista che rilascia nel 2018 a Vatican News dissi:
La riforma della Chiesa è già partita dal grido di dolore dei bambini, del passato, del presente e speriamo mai più del futuro.
Nella Lettera del Card. Marx risuona potentemente il tempo buio, oscuro che la Chiesa ha vissuto e sta vivendo a causa della sordità e paralisi ‘burocratizzata’ di un impegno radicale (cosa che è già in atto da tempo!) per la difesa dei piccoli, dei prediletti del Signore. Come si può ancora tacere o sorvolare tale impegno della Chiesa?
Come non possono risuonare queste pesanti e soppesate parole del Card. Marx?
La speranza è pasquale per coloro che hanno ritrovato la vita dopo un abuso, di una Chiesa lacerata e divisa a causa di sacerdoti, vescovi e laici battezzati che hanno perso la via e operato il male.
La Pasqua è dono a tutti se ci facciamo sorprendere e beneficare dallo Spirito del risorto.
Su questa strada siamo incamminati da molto tempo; è una strada che non ritorna più indietro: è quel camminando camminando, è quel cammina l’uomo quando sa bene dove andare. E’ strada percorsa e che si sta percorrendo nella Chiesa nonostante le forze ostacolanti.
La Chiesa è bella perché debole, sanata perché ferita e se un membro soffre tutto il corpo soffre.
Il Sinodo, la sinodalità deve aiutarci a capire dove dobbiamo andare nella e con la Chiesa, verso chi dobbiamo volgere lo sguardo: “venite a me, voi tutti affaticati e oppressi, Vi ristorerò”.
Lui, il Signore della vita e della storia, darà vita alla Chiesa sempre più stanca, disorientata, mondanizzata e secolarizzata di sacro.
La strada è tracciata da Papa Francesco e abbiamo il dovere di continuare, costi anche il ‘sangue’ credibile e non solo credente.
Non abbiamo bisogno di business management, ma di pastori che non siedono in cattedre di pestilenza, ma in cattedre d’amore