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Carlotta Nobile la notte prima di morire: “Signore, Ti ringrazio”

CARLOTTA NOBILE,
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Silvia Lucchetti - pubblicato il 03/06/21
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Carlotta Nobile muore a 24 anni: "Che miracolo ho avuto a trovare finalmente tutto questo! L’ho cercata tanto questa serenità. E a un certo punto Dio ha voluto darmela! E come faccio a non dire grazie dalla mattina alla sera?!"

È in uscita entro la fine del mese di giugno per Tau editrice il bel testo di Andrea Maniglia intitolato “Lo spartito di Dio”, biografia autorizzata dalla famiglia dedicata a Carlotta Nobile, giovane violinista, scrittrice e storica dell’arte morta prematuramente all’età di 24 anni. 

L'animo di Carlotta Nobile

Mentre lo leggevo tutto d’un fiato, l’ammirazione per questa straordinaria ragazza e la commozione per il coraggio e la profondità delle sue riflessioni durante il sofferto viaggio nella malattia, sono andate di pari passo, diventando sempre più intense man mano che il racconto della sua vicenda terrena si avvicinava all’epilogo. 

Mi sono chiesta come potevo presentare questa biografia così densa di testimonianze e suggestioni, senza svilirla cercando di farne una sintesi: così ho optato per far “parlare” prevalentemente Carlotta e i suoi cari con lo scopo di illuminare passaggi cruciali della sua esistenza, restringendo al massimo preamboli e commenti. 

"Ossimoro, Passione, Bellezza" 

Alla fine dell’introduzione l’autore riporta queste parole del professor Marco Grosso che di lei fu per un certo periodo il fidanzato, che ci aiutano ad entrare in contatto con la sua figura poliedrica:

Quello che mi permetto di consigliare, nel mio piccolo, a chiunque provi a ricostruire la biografia e la figura di Carlotta, è possibile riassumerlo in tre parole che sono per me tre chiavi d’oro per accedere alla sua singolarissima straordinarietà, tre "segreti" (…): Ossimoro, Passione, Bellezza. 

A queste tre stelle polari necessarie per comprendere più intimamente la personalità di questa giovane dotatissima, aggiungerei le principali chiavi umane che hanno detenuto i segreti del suo cuore: il padre Vittorio, magistrato, che durante un pellegrinaggio a Medjugorje aveva chiesto alla Madonna il dono di una figlia femmina, la madre Adelina, valente violinista, il fratello Matteo, la nonna materna Mina, a cui Carlotta dedica il suo ultimo libro inedito “Il Cancro e poi…”, unitamente alla mamma e a Vittoria, la figlia da lei intensamente desiderata e mai potuta venire alla luce. 

La profezia di suor Raffaellina

Carlotta Nobile nasce a Roma il 20 dicembre del 1988 e viene battezzata il 4 febbraio 1989 nella chiesa parrocchiale di Santa Sofia a Benevento: madrina è nonna Mina che durante la gravidanza della figlia aveva incontrato insieme a lei, nel locale Santuario dedicato a Gesù Bambino, la mistica suor Raffaelina che, guardando il pancione di Adelina, aveva profeticamente esclamato:

Sarà una donna eccezionale. 

L’infanzia e l’adolescenza di Carlotta la vedono intensamente coinvolta negli studi, circondata dalla bellezza di tanti luoghi della sua città e da quella di una famiglia innamorata di lei. 

CARLOTTA NOBILE,
Carlotta appena nata insieme ai genitori

L'amore per l'arte, per la lettura e per la scrittura...

A tre anni riceve il regalo più importante della sua vita: una tavolozza con dei pennelli, con cui inizia a mescolare i colori prediligendo il rosso e il blu.

Comincia poi ad amare anche la lettura, preferendo le biografie femminili di donne dalle vite diverse dal solito, apprezzando la sensibilità che le accomunava al di là delle apparenze: Santa Giovanna d’Arco, Maria Antonietta, Anna Bolena, Santa Maria Maddalena, Lady Diana, Sylvia Plath e tante altre. 

L’amore per la carta stampata accende la passione per la scrittura che la vede a 16 anni far nascere il suo primo libro, che intitola Il silenzio delle parole nascoste, mentre a 20 anni scriverà il secondo: Oxymoron, pubblicato due anni dopo. 

Il violino, amico prezioso nella vita di Carlotta

Fin dalle scuole elementari la mamma cerca di indirizzarla verso lo studio del violino, che inizialmente viene rifiutato per poi innamorarsene perdutamente. Così la madre racconta quel momento magico:

Carlotta si presentò con uno scritto: "Uno strumento, un amico, una passione. Il violino, con un arco strofino le corde e le mie dita si muovono sulla tastiera. Il suo fascino musicale colpisce il mio cuore. Il violino: strumento melodioso che entra nel profondo di ognuno di noi con il suo suono. Nei primi tempi non mi piaceva: mi sembrava noioso, difficile ed impegnativo, ma ora so che è parte di me".

A 10 anni Carlotta viene ammessa al conservatorio "Nicola Sala" di Benevento, brucia le tappe della sua formazione musicale, e ne esce sette anni dopo con una laurea in violino presa con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore. 

CARLOTTA NOBILE,

La Prima Comunione e il fratello Matteo

Il 24 giugno del 1995 aveva fatto la Prima Comunione in quel Santuario del Bambino Gesù così caro alla sua famiglia; durante quel momento meraviglioso Adelina ha una dolorosa percezione:

Ebbi una premonizione che neanche io ero in grado di comprendere. Cominciai a piangere a dirotto nel vederla lì sola, di spalle davanti all’altare (…) quasi fosse una vittima abbandonata, da me e da Vittorio, al sacrificio. 

Il 14 dicembre del 1996, dopo avere per questo intensamente pregato Gesù, Carlotta ha la gioia della nascita di un fratellino: Matteo, nome di derivazione ebraica che significa “dono di Dio”, il quale diventerà una figura centrale nella sua vita restandole costantemente accanto. 

A 14 anni avviene il primo incontro con la morte attraverso la fine della nonna Mina, il cui esempio e ricordo rimarranno indelebili. 

FAMIGLIA NOBILE,

"Il suo talento era un valore"

Dopo le scuole medie frequenta il liceo classico, durante il quale inizia la sua prima storia d’amore con Alessandro, di alcuni anni più grande di lei, giovane studente di violino alunno di Adelina, che durerà sei anni. Così egli la ricorda:

Carlotta era una ragazza speciale ma nello stesso tempo normalissima. Aveva la singolare caratteristica di fungere da magnete. Il suo talento era un valore! Un valore messo disposizione.  

A giugno del 2006, il giorno dopo il diploma al Conservatorio, affronta la maturità classica che supera con 100/100. Gli anni successivi sono un vortice di impegni in corsi di perfezionamento musicale e partecipazioni a concerti nazionali ed internazionali, spesso come violino solista, vincendo svariati e prestigiosi premi.

Nel 2010, a soli 21 anni, viene nominata direttore artistico dell’Orchestra da Camera dell’Accademia di Santa Sofia di Benevento, impegnandosi con passione a farla crescere musicalmente fino ai suoi ultimi giorni.

CARLOTTA NOBILE,

"L'immensa solitudine" e inquietudine di Carlotta

Nonostante i numerosi impegni e soddisfazioni artistiche Carlotta vive una profonda inquietudine, uno degli aspetti costitutivi del suo carattere insieme alla grande voglia di vivere e fare esperienze, alla spiccata sensibilità artistica, alla costante ricerca della bellezza, al piacere di comunicare, che esprime così:

Il tempo è come un vortice che ti travolge. Non riesci più ad uscirne. E l’unica cosa che puoi fare è aspettare il momento in cui imparerai a dominarlo. A dominarti. Crescendo. (...) Ti senti navigare in un mare di ombre ed anche quando ridi a squarciagola, quando gli altri ti vedono felice e sicura (…) tu soffri. A volte è facile parlare a voce alta, dire sempre ciò che pensi, impadronirti di conversazioni che non ti  appartengono. Ma in realtà tutto è solo per sconfiggere l’immensa solitudine che ti cresce dentro. 

Nel settembre del 2007 si era iscritta al Corso di Laurea Triennale in Studi Storico-Artistici presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, laureandosi l’11 gennaio 2011.

Carlotta Nobile: "Voglio che ci sia Arte nella mia vita"

Il suo smisurato amore per la bellezza le fa scrivere:

Voglio che ci sia Arte nella mia vita, in qualsiasi modo, in qualsiasi forma e misura. Voglio che questa mia musica continui a crescere ed a svilupparsi, ma che sia nel contempo letteratura, pittura, natura, poesia.

Dopo la fine dell’amore per Marco, Carlotta incontra un secondo Alessandro, l’uomo con cui sognerà di costruirsi una famiglia e dare alla luce Vittoria - la figlia che non vedrà mai nascere - che con i suoi genitori e il fratello le rimarrà accanto fino alla fine. 

La scoperta del melanoma

Nel settembre 2011 ha inizio la svolta nella vita di Carlotta che si accorge che qualcosa è cambiato in un neo del suo polpaccio destro. Dopo averlo rimosso attende trepidante con i suoi il referto dell’esame istologico che conferma trattarsi di un melanoma, per cui viene quasi subito dopo rioperata in modo più radicale. 

Una volta dimessa, anche se sofferente, riprende con coraggio una vita apparentemente normale. Matteo che la chiamava da sempre “Totta” ricorda quei momenti difficili:

Eravamo, una sera, sul divano nella casa a Roma. Così, dal nulla, come se stesse proseguendo con lo sguardo nel vuoto un discorso tra sé e sé, Carlotta disse: "Perché a me?". I miei raggelarono, senza giustamente sapere cosa dire. L’imbarazzo del silenzio fu rotto da me, all’epoca incosciente quattordicenne: "Ma perché Totta, tu credi che questa sia una punizione? Non è così. È una prova che Dio ti ha dato, per migliorare te stessa, una prova dalla quale ti rialzerai più forte di prima”. 

Subito dopo gli occhi di Carlotta tornarono come al solito ad illuminarsi. Dopo un primo riscontro incoraggiante in cui tutto sembrava superato, il 21 marzo 2012 nel corso di una ecografia viene scoperta la diffusione del male ai linfonodi inguinali.

CARLOTTA NOBILE E IL FRATELLO MATTEO,

"La verità è che non mi ero fermata mai"

Reagisce con questo pensiero:

La verità è che non mi ero fermata mai, che non avevo mai neanche contemplato la possibilità che fosse il mio corpo a tradirmi. (…) Ero così impegnata nelle mie corse, nelle mie sfide, nell’insano tentativo di superare i limiti esterni, che non mi ero mai ritrovata a pensare che il vero limite potesse essere dentro di me. (…) Avevo studiato tanto, viaggiato in lungo e in largo, conosciuto diverse culture, imparato nuove lingue, sperimentato la felicità e il dolore, la fiducia nell’amore e il trauma del tradimento, e avevo accolto ogni cosa, bella o brutta, nella mia vita tuffandomi di testa e di pancia, a costo di farmi male, a costo di farmi distruggere.

È costretta a recarsi presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano per affrontare il delicato intervento di rimozione di tutti i linfonodi colpiti dalla malattia. La ripresa dall’intervento è lunga e sofferta, ma con fatica riesce a riprendere quell’ “impagabile normalità che troppo spesso denigriamo e invece sempre dovremmo considerare come il più grande miracolo”

Quando sembra che il tumore sia stato arrestato, una PET effettuata nel giugno del 2012 riaccende l’incubo: le metastasi hanno intaccato i polmoni. Inizia l’immunoterapia e, sentendo il bisogno di comunicare il suo cambiamento interno, apre in forma anonima un blog: ilcancroepoi.com, con cui entra in contatto con moltissimi malati e familiari. 

L'illuminazione dopo una crisi epilettica: è stato il cancro a portarmi la LUCE

La spola fra Roma e Milano per curarsi diventa sempre più frequente. Dopo aver tenuto un importante concerto a Roma, la mattina del 3 marzo 2013, Carlotta il giorno dopo è in ospedale a Milano dove viene colpita da una crisi epilettica. Quando si riprende tutto è cambiato dentro di lei: 

(...) Succede così, in un solo istante, in un giorno qualunque. Tac. Solo un piccolo istante. E tutta la tua vita cambia. (...) E sai che dopo 24 anni di interiorità contorta, di ricerca continua del tuo massimo, qualunque esso fosse, ovunque fosse, qualunque sacrificio comportasse per te stessa, dopo grovigli emozionali, un impegno e una disciplina indicibili e una continua perenne sensazione che tutto quello che hai fatto nella tua vita non fosse mai abbastanza… In un attimo capisci tutto. Tutti i nodi si sciolgono, tutte le strade si chiariscono, tutte le domande a cui per un’intera via non eri riuscita a dare una risposta, ti rispondono esse stesse.

(…) E capisci che la vita non ti è mai sembrata così straordinariamente meravigliosa, unica, imprevedibile, brillante, preziosa, piena, ricca, che il tuo respiro non era mai stato così consapevole, che ogni più piccola emozione non aveva mai avuto in te una tale grandissima risonanza. (…) E capisci che se davvero serviva tutto questo per guarire nell’anima, allora le tribolazioni del corpo saresti disposta a viverle altre mille volte! (…)

(...) Capisci che è stato il cancro a permetterti finalmente di amare te stessa in un modo incondizionato, con tutti i tuoi pregi e i tuoi limiti, a godere di ogni più piccolo istante, ad assaporare ogni attimo, ogni odore, ogni gusto, ogni sensibilità, ogni parola, ogni condivisione, ogni più piccolo frammento di infinito condensato in un banalissimo e preziosissimo istante. Capisci che è stato il cancro con il suo tormento, con le sue aggressività, con le sue asprezze a portarti infine la LUCE. Tac. E poi la tua vita cambia (…). 

Il desiderio di confessarsi

Carlotta inizia a pregare con la coroncina della Divina Misericordia, grazie alla fede ritrovata inizia ad emergere il suo lato più autentico. Il 24 marzo 2013, domenica delle Palme, ascolta l’omelia di Papa Francesco rivolta in particolare ai giovani, rimanendone affascinata. Il successivo 29 marzo, Venerdì Santo, sente il bisogno di riaccostarsi al sacramento della confessione: con difficoltà alle ore 14 trova aperta in Via del Corso a Roma la chiesa di San Giacomo in Augusta dove il parroco, saltato il pranzo, si era reso disponibile, sollecitato dall’invito del giorno prima del Papa, per chi volesse confessarsi. 

Dopo aver amministrato il sacramento, Don Giuseppe rivela a Carlotta la incredibile coincidenza, e il fatto che il giorno prima aveva consegnato una lettera al Santo Padre in cui gli chiedeva di pregare per le persone malate di tumore. Tra i due nasce una profonda amicizia che li farà rimanere in contatto fino alla fine.

Il 4 aprile 2013 parlando con la madre esclama:

Che miracolo ho avuto a trovare finalmente tutto questo! L’ho cercata tanto questa serenità, tanto tanto. E a un certo punto Dio ha voluto darmela! E come faccio a non dire grazie dalla mattina alla sera?! È troppo grande e prezioso tutto questo! Ma me lo merito? Spero di essere all’altezza di sentirlo e comunicarlo in qualche modo perché davvero questa gioia io la voglio condividere, è troppo bella! Voglio che l’abbiate anche voi! (…). 

"L'apparizione" dopo una crisi epilettica

Il 10 aprile 2013 doveva tenere in ospedale a Ferrara, insieme al pianista americano Martin Berkofsky, anch’egli ammalato di cancro, un concerto in favore dei malati oncologici e dei loro angeli custodi sanitari, organizzato dall’Associazione “Donatori di musica”. 

Quel mattino Carlotta ebbe però una lunghissima crisi epilettica, al cui termine mentre si riprendeva vide sulla parete bianca della stanza in cui era ricoverata un triangolo che la mamma accanto a lei non scorse: "un’apparizione" trinitaria che la colpì profondamente rendendola oltremodo felice.

Quando telefonò a Don Giuseppe per raccontargli questa esperienza, venne a sapere da lui che negli stessi istanti il sacerdote aveva ricevuto dal Papa una telefonata in cui lo ringraziava della lettera che il parroco si era premurato di inviargli per parlargli dell’incontro con Carlotta avvenuto grazie all’indicazione ricevuta il giovedì santo, e gli assicurava la sua preghiera.

La ragazza decise allora di scrivere questa lettera al Santo Padre...

Caro Papa Francesco,

Tu mi hai cambiato la vita. Io sono onorata e fortunata di poter portare la Croce con Gioia a 24 anni. So che il cancro mi ha guarita nell’anima, sciogliendo tutti i miei grovigli interiori e regalandomi la Fede, la Fiducia, l’Abbandono e una Serenità immensi proprio nel momento di maggiore gravità della mia malattia. Io confido nel Signore, pur nel mio percorso difficile e tormentato, riconosco sempre il Suo aiuto. Caro Papa Francesco, Tu mi hai cambiato la vita. Vorrei rivolgerti una preghiera … Avrei un desiderio immenso di conoscerTi e, anche solo per un minuto, pregare il Padre Nostro insieme a Te! "Dacci oggi il nostro pane quotidiano" e "Liberaci dal male". Amen. Affido questo mio sogno a Don Giuseppe, e confido in Dio! Prega per me Santo Padre. Io prego per Te ogni giorno. Carlotta. 

FAMIGLIA DI CARLOTTA NOBILE, DON GIUSEPPE TRAPPOLINI, PAPA FRANCESCO,
I genitori di Carlotta e il fratello insieme a Don Giuseppe Trappolini incontrano Papa Francesco

"La serenità di mia figlia era contagiosa"

Questo desiderio purtroppo non potrà mai avverarsi. A maggio 2013, con l’aggravarsi della malattia Carlotta fa ritorno a Benevento. Ormai le metastasi si sono ampiamente diffuse al cervello e un pò ovunque sulla sua pelle, dove causano piaghe dolorose e sanguinanti, risparmiando però il suo splendido viso. Adelina ritornando a quei momenti afferma: 

Nonostante l’emergere nel nostro cuore di sentimenti contrastanti eravamo tutti immersi in un paradossale stato di pace. La serenità di mia figlia dilagante per casa, era quasi contagiosa. Come se lei ci prendesse per mano e ci tenesse stretti stretti a sé. Lei era così provata, evidentemente la più debole tra noi, devastata com’era dal suo male, ma allo stesso tempo era capace di trasmetterci tutto il suo coraggio e tutto l’amore che provava per noi.

Intervengono crisi epilettiche sempre più violente, insieme ad una estrema debolezza che la costringe a passare unicamente dal letto alla poltrona. La notte fra il 14 e il 15 luglio papà Vittorio dormiva ai piedi del suo letto quando la sente sussurrare con lo sguardo rivolto al soffitto: 

Signore, Ti ringrazio, Signore, Ti ringrazio. Signore, Ti ringrazio, come se stesse ormai dialogando direttamente con Dio. 

Carlotta Nobile: “un raggio di luce, una carezza dello Spirito”

Lunedì 15 luglio fu l’ultimo giorno della sua vita. Prima di morire ebbe la forza di dire con un filo di voce:

I miei tre uomini meravigliosi, papà, Alessandro e Matteo. La mia dolce mamma… cosa voglio di più? Io sono fortunata.

La mattina del 17 luglio furono celebrati i funerali nella Basilica di San Bartolomeo Apostolo alla presenza di tantissime persone convenute da più parti d’Italia. Durante l’omelia viene letto un messaggio pieno di affetto di don Giuseppe in cui la descrive come “un raggio di luce, una carezza dello Spirito”. 

LO SPARTITO DI DIO,
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