In questi giorni abbiamo appreso dell’iniziativa assunta da una donna brasiliana che su Instagram ha dato vita al profilo @maearrependida con un seguito di oltre 18.000 follower, che in portoghese significa madre pentita. Questa è la motivazione che viene dichiarata:
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Karla, che risiede in Brasile, ha più volte affermato di amare profondamente sua figlia: siamo allora di fronte ad una palese contraddizione? Vediamo di capire meglio continuando ad “ascoltare” quanto questa donna racconta del suo personale percorso verso la maternità, che sembra essere stato fortemente condizionato dall’entusiasmo del suo compagno.
Questo il preambolo di Karla:
Il profondo disagio di questa donna è iniziato “da quando sono uscita di testa durante il parto. Dal primo minuto ho desiderato tornare indietro nel tempo”. Sulla base di questa conflittualità interiore si è sviluppata una sofferenza che non ha trovato risoluzione, anzi. Karla ha sofferto di psicosi post-partum:
Nel 2017 Karla ha incontrato un gruppo di donne dalle quali si è sentita compresa e ha deciso quindi di fare il suo “outing”, in cui coesiste l’avversione per il concetto di maternità come qualificativo romantico del femminile insieme all’affetto per la figlia che descrive come una figlia modello.
La sua posizione rispetto alla maternità ha scatenato tante critiche quanti commenti solidali di condivisione, che l’hanno indotta a chiarire ulteriormente il suo messaggio.
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"Madre pentita", la prima cosa che mi viene in mente leggendo queste due parole insieme, è ciò che la madre di una mia amica le disse quando la figlia le confidò di essere rimasta incinta. Avevamo da poco iniziato l'università, non le medie, e lei aveva un fidanzato.
Purtroppo la mia amica scelse di mettere fine alla vita del suo bambino e davvero se ne pente ogni giorno. Lei sì che è una madre pentita, pentita di non aver protetto suo figlio, di non averlo messo al mondo. Lo sogna ancora e nel "delirio" onirico lo cerca all'infinito senza trovarlo, nonostante siano passati almeno una dozzina d'anni.
Una madre pentita che rispetto, compatisco, nel senso etimologico di soffrire insieme. Queste madri pentite di non esserlo diventate, chi le ascolta? Per loro ci sono pagine Instagram che contano migliaia di follower?
Karla Tenório ha creato un movimento per riunire le donne madri che non si rispecchiano nella maternità, pur amando i loro figli. Perché afferma di voler combattere l'idea romantica della maternità. Pur rispettando i suoi sentimenti, il dolore che ha provato, mi chiedo in quale realtà viva, certamente non nella mia.
Nella mia ci sono tantissime donne single che vorrebbero trovare un marito e fare dei figli, ce ne sono altrettante pentite di aver abortito, altre ancora che soffrono per aver pensato troppo tardi a mettere in cantiere un bambino. Solo dopo lo studio, i viaggi di formazione all'estero, il posto sicuro, la carriera, la sicurezza economica, la macchina nuova: gli attuali valori della società.
Io vivo in un Paese in cui le madri non vengono sostenute affatto, un Paese nel quale una mamma su due (53,3%) si licenzia e lo fa perché non riesce a conciliare lavoro e cura dei figli, uno Stato in cui alle donne viene chiesto durante i colloqui di lavoro se vogliono avere bambini, in cui i ritmi lavorativi delle donne, tranne quelle maggiormente tutelate del settore pubblicano, ricalcano quelli maschili senza modellarsi sulle esigenze femminili che necessitano di maggior flessibilità proprio per la crescita e l'educazione dei futuri cittadini. In cui appari come un'aliena a partire dal terzo figlio, una mezza esaltata che non pensa ad altro.
Ieri una signora guardando il mio pancione e i miei due bambini sul passeggino ha detto: "Ovviamente lei non lavora", "No, lavoro" ho risposto, "Ma alla fine ha fatto bene a farli tutti attaccati, si è tolta il pensiero, così poi si potrà dedicare ad altro" ha aggiunto. Dando per scontato che io non voglia altri figli, o che abbia scelto di averli a poca distanza l'uno dall'altro per "togliermi il pensiero" e poi concentrarmi su qualcosa di diverso.
Mi chiedo allora, senza voler far polemiche, dove sia ai giorni nostri questa visione romantica della maternità, e subito dopo se alla base di questa sofferenza/insofferenza di madre pentita di Karla e delle altre donne che si rispecchiano nel suo movimento, non vi sia stata la mancanza di sostegno e aiuto da parte di chi, e non solo i compagni, dovevano essere loro amorevolmente vicine.
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