Ghigliottinata il 10 maggio 1794 ad appena 30 anni, Madame Elisabeth, “l'angelo consolatore”, scelse liberamente di rimanere con i suoi parenti, la famiglia reale, per sostenerli anche a costo di condividerne il tragico destino.
La sua causa di beatificazione è stata riaperta nel 2017, ed è in corso la fase diocesana del processo. Il suo postulatore, padre Xavier Snoëk, la considera un ottimo esempio per molte persone single che cercano di dare un significato alla propria vita.
Nonostante la sua profonda pietà, Elisabetta sapeva di non avere una vocazione religiosa. “Non sopportava gli spazi chiusi. Ottima cavallerizza, aveva bisogno di spazi ampi”, ha spiegato padre Xavier, affermando che questo non era compatibile con la vita religiosa.
“Ben presto, seppe anche di non essere chiamata al matrimonio, ma voleva fare qualcosa della sua vita”. La sua vita da nubile avrebbe portato frutti nel suo rapporto con i poveri, con gli amici e i familiari.
Oltre che agli impegni a Corte, agli studi (soprattutto di matematica) e alle attività sportive, Elisabetta di Francia dedicò buona parte del suo tempo alle opere caritative nella sua tenuta di Montreuil, che nel 1787 era attaccata a Versailles.
Visitava e aiutava i poveri della zona, accompagnando anche il medico e curando i malati. Presto si diffuse la sua fama come “Buona Signora di Montreuil”. Questa vita di carità era sostenuta da una vita di intensa preghiera e di fiducia incrollabile nella misericordia divina.
La principessa Elisabetta è stata anche uno splendido modello di fedeltà nell'amicizia. Il re le aveva dato una dimora, e Madame Elisabeth volle tenere accanto a sé gli amici d'infanzia e le dame di compagnia.
La sua amicizia con Angélique de Mackau, poi diventata marchesa di Bombelles, e con Marie de Causans, in seguito Madame de Raigecourt, durò fino al giorno della sua morte. Non abbandonò mai nemmeno Madame de Guéménée, anche quando questa venne bandita dalla società per via degli scandalosi debiti del marito.
Nello sconvogimento provocato dalla Rivoluzione, Elisabetta comprese che la sua vocazione cristiana era accompagnare e sostenere la famiglia reale, qualunque cosa fosse accaduta. Seguì alla lettera questa vocazione, che la portò a compiere atti eroici.
Il 20 giugno 1792, ad esempio, mentre i dimostranti invadevano le Tuileries e la scambiavano per Maria Antonietta, era pronta a farsi passare per la regina: “Non disilludeteli”, disse al suo domestico che voleva correggere l'errore. “Se mi scambiano per la regina, ci sarà il tempo per salvarla”.
La sua abnegazione e la sua fedeltà erano totali e incrollabili. Rimase con la sua famiglia nonostante le tante occasioni per fuggire.
Avrebbe potuto lasciare la Francia quando lo fecero le sue zie, durante un viaggio a Varennes (21 giugni 1791), o quando tornò alle Tuileries. Avrebbe potuto approfittare del piano di fuga elaborato dal cavaliere de Jarjayes, ma Maria Antonietta si rifiutò di fuggire, ed Elisabetta rimase con lei e con i suoi figli.
Supportò e confortò la famiglia reale, al punto da essere chiamata “l'angelo consolatore”. L'immagine di questa figura celestiale venne evocata anche dal suo medico, il dottor Dacy, che la incontrò sul patibolo: “Ho appena incontrato un angelo che andava al patibolo”, disse a sua moglie.
Elisabetta di Francia ispiri e accompagni coloro che sono chiamati ad essere angeli per i più poveri dei poveri, gli amici e i parenti.
Riportiamo la preghiera che recitava ogni giorno e che le ha permesso di vivere in pace e di sostenere la sua famiglia.
O Dio, non so cosa mi accadrà oggi.
Tutto quello che so è che non mi accadrà nulla
a meno che Tu non l'abbia previsto da tutta l'eternità.
Questo mi basta, o Dio, per essere in pace.
Adoro i Tuoi progetti eterni, e mi sottometto a loro con tutto il cuore.
Li voglio tutti, li accetto tutti, e sacrifico tutto a Te;
unisco questo sacrificio a quello del Tuo amato Figlio, mio Salvatore,
chiedendoti, attraverso il Suo Sacro Cuore e i Suoi meriti infiniti,
la pazienza nelle sofferenze
e la perfetta sottomissione che Ti è dovuta
a tutto ciò che desideri e permetti.
Amen.