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Schiaffeggiata perché allatta al seno il suo bimbo per strada

ALLATTAMENTO SENO
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Paola Belletti - pubblicato il 21/05/21
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E' successo in Francia, nella città di Bordeaux: una mamma si è "permessa" di allattare al seno, coprendosi adeguatamente, in pubblico e ha ricevuto rimproveri e uno schiaffo. Ha denunciato tutto sui social.

Siamo a Bordeaux, in Francia; Maÿlis è una mamma, ha un bambino di 6 mesi, Nino; è con lei mentre è in attesa in fila per ritirare.

Suo figlio inizia a piangere, prova a consolarlo un po', ancora un altro po', dieci interminabili minuti (sì, diventano molto lunghi dieci minuti se sono occupati interamente dall'inquietudine sonora del tuo bimbo) ma niente, il suo pianto si fa sempre più insistente e perentorio, il messaggio è inequivocabile: mamma, ho fame!

Siamo social e questa notizia finisce prima in un post di un'amica che ha assistito alla scena e in un video caricato dalla giovane mamma stessa su Instagram dopo, dove, almeno lì, spera di poter incontrare la comprensione della maggioranza delle persone.

Perché per strada, dove si era messa in disparte e ben coperta ad allattare il bimbo affamato al punto da non poter aspettare oltre, si è presa invece improperi, rimproveri e uno schiaffo in pieno volto, mentre teneva suo figlio tra le braccia. E nessuna difesa, nessun supporto, niente di niente.

Sicuramente non entusiasta di doverlo fare in una simile situazione ma contenta di poter sfamare suo figlio, che - accidenti - dovrebbe essere con tutta evidenza la priorità di questa situazione! - si augura di poter passare benevolmente inosservata, coperta da una sana e accogliente indifferenza da parte degli altri presenti. Invece no, le si avvicina una donna e le grida per ben due volte "Non ti vergogni?" (Non era una domanda, era un ordine) E di cosa avrebbe dovuto vergognarsi?

Per fortuna la signora risponde alla domanda che campeggia probabilmente sul viso di tutti noi: ha idea di quali siano le reali esigenze di un neonato e della sua mamma?

La signora sembra infatti avere una sua personale, anzi generazionale istanza da sostenere contro questa nuova genìa di mammine moderne tutte fissate con fasce, nanne nel lettone e seni al vento in balia della richiesta del piccolo tiranno:

La incalzava ancora e ancora.

Certa di essere nel giusto e alla testa di una doverosa battaglia culturale la signora ha pensato bene che a rinforzo della ramanzina sarebbe stato bene un richiamo più concreto e facile di ricordare e così ha assestato alla giovane mamma, già sconvolta, uno schiaffo sul viso.

Del resto la signora aveva le sue ragioni, non stava combattendo solo per sè stessa ma si è fatta portavoce e portaschiaffi di una frangia di convinte: un'anziana signora, riferisce ancora l'articolo da cui apprendiamo la storia, addirittura si congratula con lei.

Dopo quell'evento traumatico per la mamma anche il bimbo ha pagato il suo prezzo: al piccolo si è contratta la muscolatura del collo, come reazione allo stress subito e lei, da quell'episodio, non riesce più ad allattare, non ha più latte. (L'adrenalina è antagonista dell'ossitocina, lo stress ha preso momentaneamente il sopravvento sull'ormone della cura e dell'amore)

Siamo complesse e regolate da dinamiche mirabili e delicate: intervenire su di esse in maniera tanto brutale e aggressiva non può che avere effetti sulla lattazione e sul rapporto mamma bimbo. Niente che non sia superabile, ma si doveva evitare a tutti i costi.

La giovane mamma spiega nel video che la fortissima e ostile reazione al suo gesto tanto naturale e tanto necessario (tanto più che il suo bimbo è nato prematuro e l'allattamento gli ha letteralmente salvato la vita) è dovuto all'eccesso di sessualizzazione del corpo della donna. Per questo anche una piccolissima percentuale di seno esposto (le è stato chiesto di quanti cm fosse...!) è vista dai più ancora come un'ostentazione seduttiva. Ma nella donna coesistono e si alternano erotico e materno.

Serva almeno, questo episodio giustamente rilanciato sui media, a rimettere al centro i protagonisti non tanto di questa vicenda specifica ma di quella umana tutta. Poiché ne sono il motore: madre-figlio, custoditi possibilmente da un padre come si deve, sono e restano il solo modulo fondativo, ripetibile a tutte le latitudini eppure radicalmente originale, della nostra famiglia umana.

Un ultimo appunto, gentile signora: la mamma che lei ha così ingiustamente e indegnamente aggredito aveva già pianificato i pasti del figlio: per pianificare seriamente delle attività, infatti, si parte dall'obiettivo che si intende raggiungere e si mette al centro il soggetto che ne deve beneficiare.

(Li sa talmente ben pianificare, i pasti, una mamma che allatta, che il suo latte è in grado di adattarsi volta per volta non solo alle necessità di accrescimento ma anche a quelle immunitarie del figlio: lo scriveva una collega proprio un giorno fa.)

L'obiettivo è la crescita sana e armoniosa di suo figlio, in un rapporto sicuro e caldo con lei, sua madre, che a sua volta trae enorme beneficio - e sfinimento, si sa - dal tempo dell'accudimento a lui dedicato - che altro non è che amore sbriciolato in giornate.

C'è un tempo per ogni cosa, e quello per il bimbo era il tempo della poppata. C'è un modo per ogni cosa e, da come racconta la malcapitata mamma offesa da una rappresentante della vecchia guardia, il suo modo era decisamente adeguato: coperto dal giusto pudore, praticato con la giusta naturalezza forse appena increspata dal disagio di non potersi trovare sul divano di casa.

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