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370mila euro, 14mila chiamate: la tentata estorsione a don Albino Bizzotto

Don Albino, il parroco che ha subito la tentata estorsione.

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 21/05/21
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Il "prete degli ultimi" di Padova è stato raggirato da un gruppo di sinti. Sei gli arresti. Le vessazioni che ha dovuto subire negli ultimi tre anni sono impressionanti

E’ da brividi la storia della tentata estorsione a don Albino Bizzotto, noto prete di Padova, che ha portato all’arresto di sei persone di etnia senti.  

I finanzieri del capoluogo veneto hanno calcolato che ognuno dei sinti arrestati o indagati che chiedevano soldi a don Albino, generoso presidente dell’associazione “Beati i costruttori di pace”, lo abbia tartassato con una media di 6 telefonate al giorno. 

È così che si è arrivati alla cifra mostruosa di 14mila chiamate spalmate in un arco di due anni, dal luglio 2018 al luglio 2020, con cui il prete degli ultimi, il sacerdote pacifista, l’animatore di marce e sit-in non violenti, è stato letteralmente bombardato. 

Così la Procura di Padova ha disposto l’arresto di sei persone e cinque misure interdittive per interdizione d’incapace e tentata estorsione nei confronti di don Albino Bizzotto. Quest’ultimo reato si riferisce alle minacce dell’ultimo periodo, quando il sacerdote non aveva più soldi da dare ai suoi persecutori. 

Don Albino ha dato credito ai bisogni che gli venivano rappresentati dai sinti. Spese legali, malattie di familiari, disoccupazione, bisogno di medicine, crediti bloccati per cause giudiziarie. In totale circa 370mila euro. Don Albino si era rivolto ad amici e conoscenti, chiedendo loro dei prestiti. Era infatti convinto che i soldi che sborsava sarebbero ritornati. In realtà si trattava di versamenti a fondo perduto (Il Fatto quotidiano, 19 maggio 2021).

Sulla vicenda della tentata estorsione al prete, è intervenuto anche il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla. Negli ultimi anni numerosi sacerdoti della Diocesi sono finiti nel mirino di malintenzionati (in qualche caso anche per ricatti a sfondo sessuale). Il vescovo ha ricordato il vademecum diffuso un mese fa. 

Al suo interno ci sono alcune regole per la “trasparenza nella rendicontazione economica di soldi che sono della comunità e non personali”. 

Invita alla “condivisione delle scelte economiche con gli organismi di comunione (il consiglio pastorale parrocchiale e il consiglio parrocchiale per la gestione economica)”. Indica la “necessità che i prestiti vengano autorizzati e siano sempre documentati”, nonché la “trasparenza e la tracciabilità di qualsiasi operazione economica, anche quelle caritative”. Se si fa beneficenza, è l’invito, bisogna condividere le decisioni e lasciarne una traccia. 

Il direttivo di “Beati i costruttori di pace”, in un comunicato, ricorda che in merito alla tentata estorsione, «già da un anno don Albino Bizzotto, su suggerimento dell'Associazione e della Diocesi, ha presentato esposto nei confronti di queste persone. Non si trattava di denaro dell'Associazione ma di donazioni personali e di somme in prestito a lui affidate. D'accordo con l'Associazione e con la Diocesi don Albino ha interrotto le relazioni con quelle persone e, da quel momento, si è preoccupato di restituire le somme ricevute in prestito». 

Inoltre, prosegue la nota, «da allora non vengono più erogate somme di denaro dall'Associazione, che ha invece istituito una commissione che aiuta le persone per varie necessità».

Don Albino Bizzotto e l’associazione Beati i Costruttori di Pace sostengono nel padovano con aiuti e pacchi di viveri centinaia di famiglie che vivono ai margini della società, dando loro dignità e ascolto. «Queste persone - conclude “Beati i costruttori di pace” - rimangono il centro delle nostre attenzioni e del nostro impegno, a loro già oggi i nostri volontari hanno ripreso a prestare aiuto e sostegno. La solidarietà e il bene non si fermano».

Il sindaco di Padova ha inviato una lettera a Don Albino per annunciarci una onorificenza in onore al suo impegno accanto ai poveri, ma il prete di Padova, ha ribadito che pur essendo onorato, non è il momento di incassare questo riconoscimento, data la particolare situazione delle indagini. 

A Il Gazzettino (21 maggio), il fratello del sacerdote ha evidenziato che Albino ormai aveva difficoltà nel reperire risorse economiche per aiutare i bisognosi. E, allo stesso tempo, il suo bisogno di aiutare gli altri era diventato più forte che in passato. «Ora ho paura per lui», dice, mentre le indagini, nelle prossime settimane, chiariranno ulteriormente i contorni di questa bruttissima storia.  

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