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Funerali Battiato, il prete: non temeva la morte, per lui era trasformazione

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 19/05/21
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Il cantautore siciliano non aveva paura di morire secondo padre Guidalberto Bormolini, con cui condivideva riflessioni e pensieri spirituali. "Solo un miracolo poteva salvargli la vita"

Sono stati celebrati nella mattinata del 19 maggio 2021 i funerali di Franco Battiato: secondo il monaco che ha concelebrato le esequie, padre Guidalberto Bormolini, suo caro amico, Battiato gli aveva rivelato di non temere la morte.  

C’erano gli amici più cari, il fratello Michele, la nipote Grazia, e poi i musicisti più legati a lui, Alice, Carmen Consoli e Luca Madonia, al capezzale di Franco Battiato morto il 18 maggio 2021 all'età di 76 ani nella sua casa di Milo sull'Etna, la residenza che aveva scelto dopo la sua lunga attività a Milano. 

Il rito funebre è stato officiato nella cappella di villa Grazia (che il cantautore aveva dedicato alla madre) da padre Bormolini, insieme a padre Orazio Barbarino.

«Grande dignità quella dei familiari di Franco - ha esordito il prete durante l'omelia dei funerali di Battuato - in un momento di grande sconforto. Solo un miracolo poteva cambiare la sorte di Franco. Il suo ultimo momento di vita è stata come una piccola luce che si spegne per avvicinarsi ad una luce più grande…».  Il corpo del cantautore, per un suo preciso volere, sarà cremato e le spoglie ritorneranno a villa Grazia (Rainews, 19 maggio)

Franco Battiato, ha detto padre Bormolini, non aveva di certo paura della morte. «La morte per lui era trasformazione, era viaggio nel nuovo». Il religioso amico del cantautore siciliano a Vatican News ha tratteggiato il percorso spirituale di un cantautore sui generis. Che alla ricerca musicale ha affiancato un progressivo cammino di ricerca spirituale, una riflessione poetica e soprattutto filosofica grazie alla collaborazione  - negli anni novanta - con il filosofo Mario Sgalambro. 

«Nel periodo in cui abbiamo lavorato insieme al docufilm era molto interessato anche alle teorie tibetane - ha affermato Bormolini -. Il fatto che ci potesse essere sempre la possibilità di ritornare in vita dopo la morte era certamente una di quelle cose che non escludeva assolutamente dal suo orizzonte, questo era abbastanza chiaro nel suo pensiero. Ma quello che conta più di tutto, secondo me, è che Battiato credeva più nel mondo dello spirito che nel mondo della materia. Sapeva che c'era la possibilità di aprirsi a un mistero spirituale di bellezza a cui la porta della morte avrebbe potuto dargli accesso, anche in modo definitivo. Di questo era fermamente convinto», ha spiegato Bormolini che ha avuto modo di approfondire il tema della vita dopo la morte attraverso tanti incontri.

Padre Bormolini ha raccontato anche che Franco Battiato ha avuto un suo percorso interiore molto ricco e che «si era aperto moltissimo alla mistica cristiana, contento di averne scoperto degli aspetti significativi». 

Poi, ha proseguito il monaco, «aveva la passione di fare comparazioni, per cui notava delle peculiarità che trovava, magari, in altre esperienze mistiche di altre religioni. Questo faceva parte proprio del suo modo di ricercare. Era affascinato dalla tradizione della mistica cristiana. Ovviamente, visto il personaggio, manteneva chiaramente il suo pensiero un po' anticlericale, un po' antistituzionale» (Il Messaggero, 19 maggio).

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