A Roma esiste una piccola chiesa del V secolo, costruita sulle rive del Tevere sui resti di un mausoleo romano e di una cripta risalente alla seconda metà del II secolo.
L'aspetto curioso di questa chiesa è che è dedicata a Santa Passera. Perché è strano? Perché Santa Passera non è inclusa in alcun calendario liturgico, neanche nella Passio in cui si raccontano le vicende dei primi martiri cristiani, ovvero perché non è mai esistita una santa con questo nome.
Santa Passera sarebbe la corruzione del nome Abbas Cyrus, che corrisponderebbe a Ciro d'Alessandria, il medico egiziano santo protettore dei malati, molto venerato nell'Italia del sud.
Nel corso del tempo, il nome Abbas Cyrus, che significa “padre Ciro”, è stato volgarizzato, diventando Abbaciro, Appaciro, Appàcero, Pàcero, Pàcera e infine Passera, da dove deriva il nome attuale della chiesa.
Secondo la tradizione, all'inizio del V secolo sul luogo arrivarono i resti dei santi Ciro e Giovanni, suo discepolo, martiri in Egitto, e venne costruito un oratorio in loro onore.
Come testimonia l'antica iscrizione latina che si trova sulla porta dell'oratorio, “Qui brillano i santi corpi di Ciro e Giovanni, che un giorno la grande Alessandria ha dato a Roma”.
Nel XIV secolo, sul posto venne eretta una chiesa. I corpi dei santi erano già stati trasferiti in città nella chiesa di Santa Maria in Via Lata, e il suo nome era stato trasformato in Santa Passera, che molti confondevano con Prassede, una santa invece realmente esistita.
Esternamente, la chiesa ha linee molto semplici, e come abbiamo detto è stata costruita sui resti di un mausoleo romano.
All'interno contiene affreschi bizantini della stessa scuola di Santa Maria Antiqua, che includono una bella immagine della Vergine intronizzata e di Cristo tra i santi Ciro e Giovanni.
Da secoli, questa chiesa rappresenta un gioiello sconosciuto e una delle tante particolarità di Roma – una chiesa dedicata a una santa inesistente.