E’ beato Francesco Maria della Croce Jordan. Il cardinale vicario di Roma Angelo De Donatis ha presieduto il rito che ha portato agli altari padre il fondatore della Società del Divin Salvatore e della Congregazione delle Suore del Divin Salvatore.
Padre Jordan è stato beatificato per l’asserita guarigione miracolosa, attribuita alla sua intercessione, di una bambina brasiliana affetta da displasia scheletrica delle ossa lunghe, ovvero nanismo congenito, accertata da tutti i vari esami prenatali. La bambina è poi nata nel 2014 perfettamente sana. I familiari della piccola erano profondamente devoti di padre Jordan, invocato da subito perché intercedesse per la sua guarigione (Avvenire, 15 maggio).
Il beato Jordan ha trascorso la sua vita con una missione: quella di portare e far conoscere la parola di Gesù. Nato il 16 giugno del 1848, all’età di 29 anni entra in seminario e nel 1878 viene ordinato sacerdote. Mentre si trova in Terra Santa, ha l’ispirazione di fondare un’opera completamente dedita alla diffusione della fede. Così l’8 dicembre 1881 dà inizio a Roma alla Società del Divin Salvatore (Salvatoriani). Sette anni dopo fonda a Tivoli la Congregazione delle Suore del Divin Salvatore (Salvatoriane).
Nel 1893 la Congregazione di Propaganda Fide affida ai Salvatoriani la prefettura apostolica della missione di Assam in India. Nel primo Capitolo generale della Società del Divin Salvatore, nel 1902, viene eletto superiore generale a vita. Con lo scoppio della Prima Guerra mondiale si trasferisce a Friburgo. Muore l’8 settembre 1918 a Tafers, in Svizzera.
Il nuovo beato - ha detto nell’omelia il cardinale De Donatis, ricordando alcuni momenti della vita di Francesco Maria della Croce Jordan - aveva pienamente compreso «la forza evangelizzatrice della comunione apostolica, dell’armonia tra le persone che annunciano il Vangelo».
«Fondando la società apostolica del Divin Salvatore con lo scopo di proclamare Cristo come Rivelatore dell’unico vero Dio che salva - ha aggiunto De Donatis - volle unire insieme sacerdoti, consacrati, consacrate e laici. Fu ispirato a creare un gruppo, una società di persone in cui tutti i carismi e i ministeri risplendessero e fossero espressi ed esercitati. Egli desiderava che nella condivisione dell’unico carisma i membri della Società Apostolica venissero ispirati dalla testimonianza, dalle parole e dalle opere dei primi apostoli».
Il porporato si è poi soffermato sui due verbi che ricorrono molte volte nei testi del beato Francesco: annunciare e salvare. Parole che devono risuonare anche nel tempo in cui viviamo. Un tempo che ha bisogno «di un annuncio d’amore, di una prospettiva di salvezza, di uno sguardo verso il cielo, verso l’eternità, per superare il vuoto, la noia, l’apatia, l’indifferenza, la superficialità» (Vatican News, 17 maggio).
Oggi la congregazione dei salvatoriani conta 1.550 tra sacerdoti, religiosi e seminaristi, 973 suore e 500 laici con promesse. Ed è presente in Europa, Asia, America del Nord e del Sud.