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Il Papa istituisce il ministero del catechista: risveglierà l’entusiasmo nei cristiani

Catechisme
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 11/05/21
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Motu Proprio del pontefice che chiede ai vescovi e ai sacerdoti di selezionare persone che abbiano una fede profonda e matura

Con la Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio “Antiquum ministerium”, Papa Francsco istituisce il ministero di Catechista.

Un ministero è un servizio per la Chiesa che viene svolto da un fedele. Nella Chiesa cattolica esistono ministeri "ordinati", come quelli che appartengono al sacramento dell'Ordine: l'episcopato, il presbiterato e il diaconato. E ministeri "istituiti": l'accolitato, il lettorato, e da oggi il catechista.

«Senza nulla togliere alla missione propria del Vescovo di essere il primo Catechista nella sua Diocesi insieme al presbiterio che con lui condivide la stessa cura pastorale, e alla responsabilità peculiare dei genitori riguardo la formazione cristiana dei loro figli (cfr CIC can. 774 §2; CCEO can. 618) - premette Papa Francesco - è necessario riconoscere la presenza di laici e laiche che in forza del proprio battesimo si sentono chiamati a collaborare nel servizio della catechesi (cfr CIC can. 225; CCEO cann. 401 e 406)». 

PAPIEŻ FRANCISZEK

Il Papa, attraverso l’istituzione del ministero di Catechista, invita a «risvegliare l’entusiasmo personale di ogni battezzato e ravvivare la consapevolezza di essere chiamato a svolgere la propria missione nella comunità (...) (cfr CIC can. 774 §1; CCEO can. 617). Lo Spirito chiama anche oggi uomini e donne perché si mettano in cammino per andare incontro ai tanti che attendono di conoscere la bellezza, la bontà e la verità della fede cristiana». 

La funzione peculiare svolta dal Catechista, evidenzia il Papa nel Motu Proprio, «si specifica all’interno di altri servizi presenti nella comunità cristiana. Il Catechista, infatti, è chiamato in primo luogo a esprimere la sua competenza nel servizio pastorale della trasmissione della fede che si sviluppa nelle sue diverse tappe». 

Dal primo annuncio che introduce al kerygma, all’istruzione che rende consapevoli della vita nuova in Cristo e prepara in particolare ai sacramenti dell’iniziazione cristiana, «fino alla formazione permanente che consente ad ogni battezzato di essere sempre pronto “a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza” (1 Pt 3,15). Il Catechista è nello stesso tempo testimone della fede, maestro e mistagogo, accompagnatore e pedagogo che istruisce a nome della Chiesa».

Il ministero del catechista, secondo il Papa, «possiede una forte valenza vocazionale che richiede il dovuto discernimento da parte del Vescovo. E si evidenzia con il Rito di istituzione. Esso, infatti, è un servizio stabile reso alla Chiesa locale secondo le esigenze pastorali individuate dall’Ordinario del luogo. Ma svolto in maniera laicale come richiesto dalla natura stessa del ministero». 

Quindi il pontefice spiega quali devono essere le “caratteristiche” del catechista.  «È bene che al ministero istituito di Catechista siano chiamati uomini e donne di profonda fede e maturità umana, che abbiano un’attiva partecipazione alla vita della comunità cristiana, che siano capaci di accoglienza, generosità e vita di comunione fraterna».

E ancora: «che ricevano la dovuta formazione biblica, teologica, pastorale e pedagogica per essere comunicatori attenti della verità della fede, e che abbiano già maturato una previa esperienza di catechesi (cfr CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Christus Dominus, 14; CIC can. 231 §1; CCEO can. 409 §1). È richiesto che siano fedeli collaboratori dei presbiteri e dei diaconi, disponibili a esercitare il ministero dove fosse necessario, e animati da vero entusiasmo apostolico».

Pertanto, conclude il Papa, «dopo aver ponderato ogni aspetto, in forza dell’autorità apostolica istituisco il ministero laicale di Catechista. La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti provvederà entro breve tempo a pubblicare il Rito di Istituzione del ministero laicale di Catechista».

Il pontefice chiosa invitando «le Conferenze Episcopali a rendere fattivo il ministero di Catechista. Le sollecita a stabilire «l’iter formativo necessario e i criteri normativi per potervi accedere, trovando le forme più coerenti per il servizio che costoro saranno chiamati a svolgere conformemente a quanto espresso da questa Lettera apostolica».

Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, ha parlato nella conferenza stampa di presentazione del Motu Proprio: «È indubbio - ha spiegato - che l’istituzione di questo ministero, unitamente a quello dell’accolitato e del lettorato, permetterà di avere un laicato maggiormente formato e preparato nella trasmissione della fede. Non ci si improvvisa catechisti, perché l’impegno di trasmettere la fede, oltre alla conoscenza dei contenuti, richiede il prioritario incontro personale con il Signore». 

Il ministero di catechista, ha aggiunto Fisichella, comunque, «dovrà essere vissuto in maniera “secolare” senza cadere in forme di clericalismo che appannano la vera identità del ministero, il quale deve esprimersi non primariamente nell’ambito liturgico, ma in quello specifico della trasmissione della fede mediante l’annuncio e l’istruzione sistematica».

È ovvio, ha concluso Fisichella, «che non tutti coloro che oggi sono catechisti e catechiste potranno accedere al ministero di catechista. Questo ministero è riservato a quanti corrisponderanno ad alcuni requisiti che il Motu proprio elenca. Primo fra tutti, quello della dimensione vocazionale a servire la Chiesa dove il vescovo lo ritiene più qualificante». 

Il ministero «non viene dato per una gratifica personale, ma per il servizio che si intende prestare alla Chiesa locale e a servizio di dove il vescovo ritiene necessaria la presenza del catechista. Non si dimentichi che in diverse regioni dove la presenza dei sacerdoti è nulla o rara, la figura del catechista è quella di chi presiede la comunità e la mantiene radicata nella fede».

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