Tra i pontefici che hanno amato e lodato san Giuseppe, potremmo definire Leone XIII il "Papa più innamorato" del padre putativo di Gesù. Nel suo pontificato il culto giuseppino, infatti, ha avuto una espansione senza precedenti.
Il 20 febbraio 1878 al termine di un conclave durato solo 36 ore il cardinale Gioacchino Pecci fu eletto papa e prese il nome di Leone XIII (1810- 1903). Leone XIII fu un uomo di grande sapienza e di profonda pietà, «un Papa certamente mariano, ma altrettanto giuseppino, anzi giuseppino perché mariano».
Vescovo di Perugia dal 1846, anno dell'elezione di Pio IX, ne assorbì la devozione verso san Giuseppe durante tutto il lungo pontificato e la sviluppò a sua volta come suo successore per altri 25 anni.
Già nella prima allocuzione al collegio dei Cardinali (28 marzo 1878) poneva il suo pontificato sotto «La potentissima protezione di san Giuseppe, celeste patrono della Chiesa», e nella Lettera apostolica Militans Jesu Christi Ecclesia (12 marzo 1881) affidava a san Giuseppe il Giubileo straordinario da iniziarsi proprio il giorno della sua festa.
Considerata l'importanza delle encicliche, non è senza significato che in esse il Papa invochi san Giuseppe, subito dopo l'intercessione di Maria. Anche nell'enciclica Rerum novarum, pubblicata da Leone XIII nel 1891, san Giuseppe è presente come colui che qualifica umanamente Gesù, il quale «benché Dio, ha voluto essere considerato figlio di operaio (Mc 6,3)».
Rilevanti sono i superlativi che definiscono san Giuseppe: beatissimo, castissimo, purissimo, santissimo, gloriosissimo, immacolato. Egli inserisce il nome del «beato Giuseppe» nella preghiera «Deus, refugium nostrum et virtus» da recitarsi dopo la Santa Messa (6 gennaio 1883).
Leone XIII approva la recita dell'Ufficio votivo di san Giuseppe al mercoledì (1883) e stabilisce, inoltre, il 3 marzo 1891, che la festa di san Giuseppe sia di doppio precetto per il Piemonte, la Sardegna e la Lombardia.
Durante il pontificato di Leone XIII sorgono numerosissime Congregazioni religiose dedicate a san Giuseppe o alla santa Famiglia. Ben cinque sono le incoronazioni di immagini di san Giuseppe fatte nel mondo a suo nome. Nel 1888, viene costruito, nella basilica di san Pietro, il prezioso altare di san Giuseppe, che si trova nella cappella delle Reliquie, purtroppo oggi non accessibile.
L'intervento, tuttavia, più importante nella storia del culto a san Giuseppe è l'enciclica Quamquam pluries (15 agosto 1889), un documento che mostra l'intimo legame che corre tra Maria e il suo sposo purissimo nella volontà di Dio e nella pietà dei fedeli. Riferendosi poi alla «nomina del beato Giuseppe al Concilio Vaticano I come Patrono della Chiesa», Leone XIII riassume «le particolari ragioni... che sono il suo essere sposo di Maria, testimone della sua verginità e tutore della sua illibatezza».
Nei riguardi della Santa Famiglia, egli «fu custode legittimo e naturale difensore»: «Fu lui a tutelare con amore e ansie continue la sua sposa e il figlio divino. Fu lui che provvide al loro sostentamento con il suo lavoro. Fu lui, che allontanò da loro i pericoli, li portò in salvo fuori di patria, e nei disagi dei viaggi e nelle difficoltà dell'esilio fu loro compagno inseparabile, loro aiuto e conforto».
Il passaggio dalla missione di san Giuseppe nella vita di Gesù a quello nella vita della Chiesa, è naturale. La sua missione, infatti, non si esaurisce con la sua vita terrena, perché, spiega Leone XIII, la sua «autorità di padre» si estende per volere di Dio a tutta la Chiesa.
Poiché la santa Famiglia contiene «gli inizi della Chiesa nascente», perché Maria «è anche Madre di tutti i cristiani» e Gesù «è il primogenito». «Ne deriva che san Giuseppe ritiene come a lui stesso raccomandata la moltitudine dei cristiani, che formano la Chiesa... sulla quale egli, perché Sposo di Maria e Padre di Gesù Cristo, ha un'autorità pari a quella di un padre».
Non è allora logico che san Giuseppe «ricopra ora e difenda con il suo patrocinio la Chiesa di Dio?». Di qui (invito a tutti i cristiani «di qualsiasi condizione e stato» ad affidarsi e abbandonarsi all'amorosa protezione di san Giuseppe: i padri di famiglia, i coniugi, i consacrati a Dio, i nobili, i ricchi, i poveri e gli operai».