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E’ valida la messa celebrata da una suora o un diacono al posto del prete?

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 06/05/21
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Il liturgista: la celebrazione alternativa non può avere il nome di messa, ma in essa vanno garantite liturgia della Parola e Comunione

"Messa celebrata senza il prete. I parrocchiani si organizzano per procedere con la liturgia “autogestita”, visto il protrarsi dell’assenza del sacerdote designato. Così, a presiedere la celebrazione della parola è stata una suora" (Il Messaggero Veneto).

Fece scalpore, qualche tempo fa, una celebrazione officiata a queste condizioni, in una diocesi di Pordenone. Ma si può considerare regolare una messa “autogestita”, cioè in assenza del prete? Il liturgista don Enrico Finotti spiega ad Aleteia cosa accade quando deve essere sostituito il parroco e se quella celebrazione alternativa può definirsi "messa". Prima di tutto ci sono delle regole da rispettare e scopriamo con lui quali sono. 

La "bussola" da tenere in considerazione, in questi casi, è il Direttorio della Congregazione per il culto divino: Celebrazioni domenicali in assenza del presbitero (21 maggio 1988).  

COSTA RICA

«La Messa – spiega Finotti – ossia il Sacrificio incruento dell’altare, che si compie sostanzialmente nella Prece eucaristica (Canone), è celebrata unicamente dal sacerdote (vescovo e presbitero) validamente ordinato. Nessun altro può celebrare la Messa. E’ quindi un linguaggio improprio attribuire a determinate celebrazioni in assenza del presbitero, il nome di Messa (Messa autogestita, celebrata da un diacono, da una suora, da un laico, ecc.)». 

In tal senso il documento della Congregazione per il Culto Divino chiarisce sulle messe "senza prete", autogestite da laici o altri religiosi: 

MASS

«In caso di assenza del presbitero – prosegue il direttore della rivista "Culmen et fons" – è opportuno offrire ai fedeli – soprattutto nella domenica – un’altra celebrazione liturgica (liturgia della parola, ufficio divino) o un pio esercizio (adorazione eucaristica, rosario, ecc.) con la guida del diacono o di un altro ministro (religioso/a o laico/a) a questo compito abilitato».

Sempre in "Celebrazioni domenicali in assenza del presbitero", sulla impossibilità di celebrare una messa in assenza del prete, si precisa:

«La liturgia della parola – prosegue don Enrico – con le letture e le orazioni del giorno, seguita dalla santa Comunione, è la forma più compiuta per una celebrazione ‘sostitutiva’ della Messa nel caso sia assente il presbitero. Infatti, con questa modalità i fedeli vengono a contatto con molti elementi propri della Messa del giorno (letture e orazioni) e soprattutto possono comunicare sacramentalmente al Corpo di Cristo».

Nel documento della Congregazione per il Culto Divino si evidenzia ancora: 

La partecipazione a queste "messe" senza il prete, conclude Finotti, «non assolve il precetto domenicale o festivo, che rimane strettamente collegato alla partecipazione alla santa Messa. Dal precetto si è dispensati unicamente per l’impossibilità fisica o morale di poter partecipare alla Messa, ma in alcun caso per aver preso parte ad una di queste celebrazioni ‘alternative’. Tale lodevole partecipazione, tuttavia, manifesta in modo esplicito la retta intenzione dei fedeli di voler partecipare alla Messa domenicale».

Sul Precetto domenicale, nel Catechismo della Chiesa Cattolica ci sono due paragrafi fondamentali: 

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