Ecco una felice conseguenza della consacrazione di quest'anno al padre adottivo di Gesù: la valorizzazione di una cintura-reliquia che sarebbe appartenuta – più di venti secoli fa – a san Giuseppe.
Conservata in una cappella laterale della chiesa di Notre-Dame de Joinville, cittadina della Haute-Marne, fu riportata dalla Terra Santa da Jean de Joinville, che alla spedizione nota come “Settima Crociata” si era recato come cronachista e intimo amico di San Luigi. Essa costituisce a nostra conoscenza l'unica reliquia del padre di Gesù conservata in Francia.
Nella sua Histoire de saint Louis (1839), Louis-François de Villeneuve riporta:
Composta di un tessuto piatto di filo, o di spago piuttosto grosso, verosimilmente di canapa, di colore grigio, la cintura misura poco più di un metro di lunghezza e 4,5 centimetri di larghezza. È munita di una fibbia in avorio o in osso e di una bottoniera a ogni estremità. Su di un cartiglio che prima era legato all'oggetto stesso si legge: «Hic est cingulus quo cingebatur Joseph, sponsus Mariæ» («Questa è la cintura con cui si cingeva Giuseppe, sposo di Maria»). Attualmente è presentata in un altare-reliquiario recante la data del 1868: è avvolta attorno a un cilindro di cristallo sostenuto da quattro personaggi: san Luigi coronato in testa, Jean de Joinville in cotta di maglia e poggiato sulla spada, il vescovo di Châlons e un monaco di sant'Urbain.
Secondo la tradizione, sarebbe stato lo stesso san Luigi a dare all'amico Jean de Joinville la reliquia: quest'ultimo l'avrebbe consegnata al capitolo di Saint Laurent, prima di far erigere una cappella in cui custodirla. Lungo tutto il corso dei secoli, non ha mai cessato di suscitare invidie.
Nel 1629 un brandello della cintura, grande circa due centimetri e mezzo, fu donato all'Ospedale della Sainte Croix di Joinville. Il 20 luglio 1649 il capitolo di Saint Laurent diede seguito alla richiesta di Dom Pierre Masson ed elargì un frammento della reliquia al monastero di Saint Bernard a Parigi.
Gli abitanti di Joinville, tuttavia, non sarebbero rimasti sempre così concilianti: il 6 agosto 1661 il capitolo di Toul ne reclamò anch'esso una particella per la propria chiesa; non ricevendo risposta, mons. Félix Vialart de Herse, vescovo di Châlons, prese in mano la cosa e si recò (il 23 giugno 1662) a visitare la chiesa di Saint Laurent, chiedendo di poter vedere la famosa reliquia. Dopo aver estratto l'oggetto dal suo contenitore, il vescovo confessò di voler possedere un frammento della cintura per erigere a Châlons due confraternite – una in onore della Santa Vergine, l'altra di San Giuseppe. Di fronte al rifiuto del capitolo di Saint Laurent, il Vescovo avrebbe tirato fuori delle forbici e si sarebbe tagliato da sé un pezzetto della santa stoffa. La scena viene riportata nei registri capitolari:
In seguito a questi diversi prelievi – peraltro scomparsi – i canonici del capitolo di Joinville si impegnarono, sotto pena di scomunica,
Durante la Rivoluzione francese, la reliquia è incredibilmente scampata alle razzie. Una persona ben ispirata la recuperò e la restituì al parroco di Vecqueville nel 1823: a seguire fu restituita alla parrocchia di Joinville. Da allora il culto attorno alla reliquia ha conosciuto un vero rinnovamento.
In occasione di quest'anno consacrato a san Giuseppe, la Fondation du Patrimoine ha lanciato, il 22 marzo scorso, una sottoscrizione finalizzata a restaurare l'altare-reliquiario che custodisce la cintura. L'obiettivo è quello di restituirle il posto originale, sopra l'altare della cappella di San Giuseppe, e non più nell'attuale vetrina – precisa ad Aleteia il diacono della parrocchia, Jean-Marie Laillet.
È un progetto condotto dalla cittadina di Joinville in collaborazione con la parrocchia Marcel Callo, che raggruppa una dozzina di chiese attorno a Joinville, con il Convento delle Annonciades Célestes, la Marche de Saint-Joseph e il Conseil d’Etat Français des Chevaliers de Colomb.
L'occasione giunge propizia per riportare in luce la trascurata reliquia e ricordare l'importanza che il culto di san Giuseppe ha potuto avere a Joinville. L'operazione ha già cominciato ad attrarre pellegrini – a cominciare dalla “grande marcia”, un distaccamento di alcuni uomini della Marche de saint Joseph che si sono messi in strada per due mesi, da Parigi a Joinville, per recarsi in seguito a Cotignac trasportando la statua di Giuseppe che porta Gesù sulle spalle, di Luc de Moustier.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]