C’era un tempo strepitoso, all’inizio di quell’agosto del 1944 – il sole faceva scintillare la scogliera in granito rosa e il mare di Perros-Guirec – eppure nessuno approfittava di quella che prima della guerra era stata una delle più apprezzate stazioni balneari di Bretagna. L’atmosfera è pesante, i cuori angosciati.
Le truppe alleate, sbarcate in Normandia il 6 giugno, erano riuscite a insinuarsi nell’entroterra e avanzavano verso Parigi, ma nella loro marcia avevano lasciato a una seconda ondata di liberatori il compito di scrollare gli occupatori nazisti dal suolo di Bretagna. Tra le sacche di resistenza occupante si annoverava il campo trincerato di Mez Gouez che, coi suoi 600 soldati, teneva Perros Guirec nel mirino della sua artiglieria: non intendevano capitolare e fecero in modo che si sapesse – anzi comunicarono che al primo tentativo di bombardamento anglo-americano avrebbero tempestato il borgo di obici.
Trovarsi presi come ostaggi in una fase tanto critica del conflitto non faceva stare tranquilli i Perrosiani, evidentemente, ma ciò che li affliggeva più di ogni cosa è che in caso di attacco e di rappresaglia la cappella della patrona Notre-Dame de la Clarté, situata a 200 metri dal campo tedesco, sarebbe stata certamente distrutta. E sarebbe stata una catastrofe impensabile: un anno dopo Ar Itron ar Sklaerden, Notre-Dame de la Clarté, avrebbe festeggiato il suo emi-millenario, come attesta la data del 1445, incisa su uno dei suoi pilastri in granito rosa. Inoltre (e nel Trégor nessuno ne dubita) la devozione a Maria risale a tempi ben più immemorabili, e rimanda al culto pre-cristiano della grande dea Anna, la Mamm Goz, grande madre dei Bretoni: lo attesta il fatto che la cappella sia, per la gente del nord del ducato, una tappa obbligata verso Sainte-Anne de la Palud, luogo di culto pagano dedicato alla sovrana del mondo infero, cristianizzato nel V secolo da San Guénolé.
Altra prova della preesistenza di una devozione antica, la presenza di fianco alla cappella di una fonte d’acqua ritenuta miracolosa per oftalmie e cecità. Si capisce che “Nostra Signora della Chiarezza” permetta di vederci chiaro – in senso letterale e figurato.
Presto cristianizzato, il luogo avrebbe comunque assunto il nome di “la Clarté” più tardi, in seguito a un miracolo: in una data imprecisata ma molto anteriore a quella del 1445, un capitano che la tradizione ricorda come “il signore di Barac’h” venne sorpreso in mare dalla nebbia. Navigando nei perigliosi pressi delle Sette Isole senza veder nulla, si rese conto che la nave, l’equipaggio e lui stesso rischiavano la rovina: invocò allora l’aiuto della Stella Maris promettendole che, se fosse riuscito a riguadagnare il porto, le avrebbe edificato una cappella. Non appena ebbe pronunciato questo voto vide una vivissima luce squarciare le tenebre: tenendola per faro, i marinai scamparono al pericolo. Il signore di Barac’h, riconoscente, mantenne la parola e costruì la cappella promessa. Questa la leggenda fondatrice de La Clarté, che avrebbe invitato legioni di storici ed intellettuali a dimostrare l’inesistenza di un “signore di Barac’h” e a provare che il vero costruttore della cappella sia stato in realtà Roland de Coëtmen.
Per nulla turbata dalle arguzie di umanisti cavillosi, la brava gente continuò a credere alla leggenda del chiarore miracoloso venuto a guidare verso il porto una nave, che anzi col tempo era diventata un’intera flotta: la gente di mare vi si recava e lasciava nel santuario degli ex voto navali, a testimonianza di come Nostra Signora li aveva salvati da questo o quel naufragio. Le donazioni, che affluivano a mo’ di ringraziamento per una guarigione o di un salvataggio in mare, permisero l’acquisto di una mirabile statua della Santa Vergine, portata processionalmente nella perdonanza del 15 agosto, di una curiosa acquasantiera sorretta da certi Mauri (forse recuperata da una cappella templare nei dintorni) e soprattutto, nel XVII secolo, di un’alta guglia che, fungendo da faro ai navigatori, confortava Notre-Dame de la Clarté nel suo ruolo di signora dei flutti e degli elementi.
L’attaccamento dei marinai della regione alla loro patrona salvò la cappella dalle razzie rivoluzionarie e la Clarté attraversò il Terrore senza averne a patire troppo. A partire dal Concordato, la perdonanza riprese e crebbe costantemente, mentre la costiera in granito rosa prendeva ad attrarre i turisti. Nel 1931 il pittore Maurice Denis, sedotto dalla cappella, le fece dono di una delle sue via crucis. Questo era il santuario che, nell’estate del 1944, si trovava votato a certa distruzione per la follia degli uomini.
All’inizio di agosto, mentre si avvicinava la perdonanza (che chiaramente nessuno sperava si potesse davvero tenere), i Perrosiani supplicarono la Madonna di compiere uno di quei miracoli che solo lei sapeva fare: doveva salvare la cappella, i suoi fedeli e, giacché ci si trovava, quei Tedeschi ostinati che per un malinteso senso dell’onore si erano votati alla morte (e alla stessa votavano altri). Si intraprese dunque una novena con tali intenzioni.
Il 12 agosto, esasperati dalla resistenza del campo di Perros-Guirec, gli Americani decisero di bombardare Mez Gouez: il tempo è assai propizio, essendo la notte limpida e stellata. I bombardieri decollarono e volarono verso l’obiettivo. Ed ecco che, proprio mentre quelli arrivavano sul posto, una nebbia che si sarebbe potuta tagliare a fette salì rapidamente dal mare e, in un istante, coprì Perros-Guirec e dintorni rendendo impossibile scorgere l’obiettivo. Non capendoci più niente, i piloti americani fecero inversione a U e tornarono alla base senza aver sganciato le bombe. E constatarono, molto delusi, che il banco di nebbia era veramente assai localizzato ma impenetrabile. Lo Stato Maggiore digrignò i denti e riprogrammò l’operazione per l’indomani sera. Gli apparecchi decollarono con condizioni ottimali, volarono sotto un cielo luminoso e sereno… ma quando giunsero all’obiettivo lo trovarono immerso in una densa foschia peggio della sera prima. Restarono a bocca aperta, come pure i meteorologi. L’attacco fu riprogrammato ancora una volta.
Ma non fu necessario: non meno sbalorditi dei piloti alleati, gli ufficiali tedeschi – testimoni del prodigio e coscienti che una potente protezione copriva Perros-Guirec – non vollero tentare oltre il Cielo e capitolarono. Era il 14 agosto, vigilia dell’Assunzione e giorno di perdonanza, che si tenne con immenso fervore. Notre-Dame de la Clarté dissipa le tenebre, ma se occorre sa pure renderle impenetrabili. Per ringraziarla del prodigio la Madonna ricevette, il 15 agosto 1945 (dunque per il 500º anniversario) gli onori dell’incoronazione. E li aveva ben meritati!
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]