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Scandalo sacramenti a pagamento nella sua diocesi: un vescovo si dimette

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 30/04/21
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Sollecitato dal Papa, un prelato dell’Ecuador lascia l’incarico dopo che si è sollevato lo scandalo. La sua diocesi non ha mai seguito i richiami del pontefice e del Vaticano contro le tariffe per messe e celebrazioni

Nuova stretta della Chiesa contro i sacramenti a pagamento. Dopo le denunce di immoralità da parte di una missionaria, Julia Serrano, Papa Francesco ha accettato le dimissioni del vescovo di Riobamba, in Ecuador, mons. Julio Parrilla Diaz, 75 anni, e del suo coadiutore, mons. Gerardo Miguel Nieves Loja, 58 anni, che gli sarebbe dovuto subentrare.

Mentre il Vaticano, come sua consuetudine, non ha reso noto i motivi delle dimissioni, in un articolo di fine gennaio pubblicato dalla rivista spagnola Religion digital, la religiosa denunciava lo stato di una diocesi nelle cui parrocchie le parrocchie erano state trasformate in «un supermercato di benedizioni e sacramenti» con tanto di «tariffe per messe e sacramenti» (globalist.it, 28 aprile).

«Il listino prezzi in chiesa è uno scandalo». È il 2014 quando, per la prima volta, Papa Francesco lancia un anatema contro i «tariffari delle celebrazioni». 

In un’omelia Bergoglio chiede ai laici il coraggio di denunciare «in faccia al parroco» il traffico di soldi per i sacramenti a pagamento. «Quante volte con tristezza entriamo in chiesa e non sappiamo se siamo nella casa di Dio o in un supermercato (lastampa.it, 20 settembre 2020).

Qualche anno dopo il richiamo del Papa, il Vaticano ha diffuso un provvedimento ad hoc per eliminare i sacramenti a pagamenti. 

Nell'Istruzione della Congregazione per il clero che ridisegna le parrocchie alla luce di esigenze «missionarie» e di una maggiore attenzione per i poveri, si eliminano le tariffe. 

La Messa e i sacramenti non possono comportare «un prezzo da pagare», «una tassa da esigere», non si può «dare l'impressione che la celebrazione dei sacramenti, soprattutto la Santissima Eucaristia, e le altre azioni ministeriali possano essere soggette a tariffari» (Ansa, 23 luglio 2020).

Eppure in Ecuador non è stata bene recepita questa nota molto chiara sui sacramenti a pagamento. L’intervento del Papa è apparso inevitabile per chiudere quella che si spera sia l'ultima storia di celebrazioni con tariffe. 

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