di Francesca Mascheroni,
in collaborazione con dottor Marco Squicciarini medico istruttore di Rianimazione pediatrica, coordinatore delle attività di formazione Blsd (Basic life support-defibrillation) del ministero della Salute
«Eventi tragici che potrebbero essere evitati facilmente se fosse messa in atto un’adeguata prevenzione primaria (cioè tutte quelle misure che permettono di evitare gli episodi di soffocamento da corpo estraneo) e secondaria (ovvero la conoscenza consapevole di come intervenire qualora se ne presenti la necessità)», afferma il dottor Marco Squicciarini.
«Purtroppo, spesso la percezione pubblica di questo problema è bassa. Parlando di alimentazione infantile, ci si concentra prevalentemente sulla qualità del cibo, mentre l’aspetto della sicurezza globale dell’alimentazione viene sottovalutato.
Per fortuna oggi qualcosa si sta muovendo e in diverse Regioni italiane sono state deliberate leggi regionali che impongono un’adeguata formazione di coloro che operano nel mondo dell’infanzia (educatori, insegnanti, addetti delle mense scolastiche…), in attesa di una legge nazionale che possa portare il rischio da soffocamento da cibo a percentuali pari quasi allo zero».
«In linea generale, costituiscono un rischio gli alimenti troppo piccoli (come le arachidi) o troppo grandi (grossi pezzi di carne, frutta, verdura cruda)», spiega l’esperto. «Va prestata particolare attenzione agli alimenti molli e scivolosi dalla forma tonda, come l’uva o le ciliegie, o cilindrica, come i würstel (che, tra l’altro, bisognerebbe somministrare con molta cautela ai bambini, dato il loro profilo nutrizionale).
Anche alcune modalità di cottura possono rendere più pericolosi gli alimenti, basti pensare all’abbinamento gnocchi e mozzarella che con il calore può generare un effetto colla estremamente rischioso».
Questo non significa che tutti questi alimenti non possano essere offerti al
bambino: basta prepararli in maniera da renderli sicuri.
«Va assolutamente evitato, per esempio, il taglio a rondelle. Il würstel va tagliato in 4 parti nel senso della lunghezza e poi in pezzettini più piccoli, così come in 4 parti vanno tagliati i pomodorini, le olive, gli acini d’uva o le ciliegie (che vanno private del nocciolo)».
Le Linee di indirizzo del ministero della Salute sconsigliano invece fortemente fino all’età di 4-5 anni il consumo della frutta a guscio (in particolare le arachidi), di caramelle dure e gommose, le gelatine, le gomme da masticare, i pop corn, le sfoglie di patatine fritte croccanti e snack simili».
Sono 5 i segni per riconoscere che un bambino sta soffocando
Come comportarsi se il bambino è in pericolo? Per i più grandicelli, così come per gli adulti, si procede con la cosiddetta manovra di Heimlich:
«Ponendosi alle spalle del bambino, si fanno passare le braccia sotto le sue, cingendolo all’addome. Quindi, con la mano destra si forma una “C” che colleghi sterno e ombelico e, con l’altra, a pugno, si comprime all’interno di questa zona, con movimenti dal basso
verso l’alto, simili a quelli che si fanno con un cucchiaio», spiega l’esperto.
«In questo modo, la pressione toracica aumenta e il corpo estraneo viene espulso. Se il bambino è al di sotto dell’anno di età, stando seduti o in ginocchio, lo si posiziona sull’avambraccio, a sua volta appoggiato alla coscia dello stesso lato per una maggiore
stabilità, e con l’altra mano gli si danno delle pacche decise tra le scapole»,
illustra il dottor Squicciarini.
«In genere, dopo tre o quattro pacche il corpo estraneo viene smosso e il piccolo comincia a tossire. Se non succede, lo si gira a pancia in su sull’altro avambraccio e gli si fanno 5 compressioni toraciche all’altezza del diaframma. Si alternano queste manovre fino a disostruzione avvenuta».
Sul sito zeroquattro.org è scaricabile gratuitamente l’e-book del libro Zeroquattro ideato dal dottor Squicciarini, che fornisce preziose informazioni su manipolazione, taglio e somministrazione degli alimenti pericolosi per i bambini da 0 a 4 anni.
Una cosa da non fare quando il bambino dà segni di soffocamento per cibo è cercare
di mettergli le dita in bocca per aiutarlo a espellere il boccone: «Questo tentativo “alla cieca” rischia solo di peggiorare la situazione», sottolinea il dottor Squicciarini. «Le cose da fare, oltre a chiamare immediatamente i soccorsi, sono incoraggiare il bambino a tossire e, in presenza di segni di soffocamento, praticare le manovre di disostruzione».