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Ha venduto la sua startup, ha firmato per la Deloitte e lascia tutto per diventare suora

MONTSE MEDINA
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Dolors Massot - pubblicato il 27/04/21
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Una millennial valenciana è diventata una donna di successo benestante, ma ha appena inviato una lettera ai suoi soci della Deloitte spiegando di aver “trovato il tesoro”

Montserrat Medina Martínez era uno dei massimi esempi di giovane di successo in Europa. A 36 anni, ha alle spalle un curriculum eccezionale. La rivista «Business Insider» l'ha scelta tra “I 21 giovani spagnoli di 35 anni (o meno) che stanno rivoluzionando il mondo delle startup”.

Ingegnere di Valencia (Spagna), ha ricevuto una borsa di studio per conseguire un dottorato in Matematica computazionale presso l'Università di Stanford. Ha messo in pausa gli studi per fondare nel 2011 Jetlore, un'impresa con sede a San Mateo (California, Stati Uniti) che forniva dati a grandi imprese perché offrissero contenuti “su misura” ai propri clienti. Presto Pay Pal si è interessata a questo strumento e le ha comprato l'impresa.

Montserrat è stata selezionata tra i 10 top talents di Spagna con meno di 35 anni dalla MIT Technology Review e ha ricevuto la Medaglia di Bronzo agli Stevie Awards for Women in Business del 2017.

MONTSE MEDINA

Oggi sulla pagina di LinkedIn di Montserrat Medina si legge “Serva di Dio”, e di seguito: “Con grande dispiacere devo congedarmi dalla Deloitte. Ho deciso di lasciare tutto e di rispondere a quella che credo sia una chiamata di Dio a seguirlo più da vicino. Vi lascio la mia testimonianza, in cui apro il mio cuore perché con la grazia di Dio possiate comprendere la mia decisione. Dio vi benedica”.

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Montserrat Medina ha deciso di diventare suora. Il successo e il denaro non la rendevano felice, e ora afferma di aver trovato “il tesoro” di cui parla il Vangelo e di volersi donare a Dio come religiosa in un monastero di Agostiniane.

Prima di “sparire”, Montse ha fatto giungere ai suoi soci della Deloitte una lettera in cui spiegava la sua decisione.

MONTSE MEDINA

“Usavo tutti i talenti che l'infinita bontà del nostro Dio mi aveva donato, ma li impiegavo per la mia gloria personale e per accumulare ricchezze in questo mondo”, riferisce nel testo. “Mi appropriavo dei doni ricevuti cercando solo il mio interesse. E ingannavo me stessa, perché lungi dal rendermi felice, questo atteggiamento mi provocava solo un vuoto sempre più grande”.

“Ho deciso, senza alcun rimorso, di smettere di investire sul mio futuro terreno e di iniziare a investire sul mio futuro per la vita eterna. Visto che lascio il mondo per servire e compiere la Volontà di Dio, sono certa che il Signore misericordioso supplirà abbondantemente alla mancanza che proveranno quanti sto lasciando per Lui. Non lascio il mondo, ma ciò che è mondano. E voglio donare la mia vita in preghiera e offerta per tutti coloro che Dio ama”.

“Non so perché il Suo Amore mi ha concesso gratuitamente i talenti immeritati con cui ho potuto lavorare e realizzarmi come persona in tutti questi anni, e non conosco neanche il progetto che Egli ha d'ora in poi per me. L'unica cosa che so con certezza è di aver trovato 'il tesoro', e come dice il Vangelo voglio vendere tutto ciò che ho a questo mondo per comprarlo (cfr. Mt 13, 44-46). Sento che assecondando questa chiamata la mia vita acquista un senso pieno di luce, che mi fa sentire gioiosa e felice”.

Riportiamo di seguito il testo integrale della lettera che Montse ha scritto ai soci della Deloitte:

La mia nuova speranza: comunicazione e confessione

Con tutti i rischi che presuppone il fatto di aprire il cuore, voglio farlo come espressione di libertà e confessione di fede. A chi legge questo scritto affido qualcosa di intimo e personale, che non posso però tenere solo per me.

Si è aperta una nuova tappa nella mia vita che comporta la necessità di abbandonare la mia carriera professionale. Credo che Dio mi stia chiamando a lasciare tutto per seguire Suo Figlio Gesù più da vicino. La Sua grazia ha tolto il velo che mi copriva gli occhi e ho iniziato a comprendere quanto Gli devo. Egli ha posto in me un fuoco che accende una necessità insaziabile di amarlo e servirlo. Spesso mi chiedo: come posso io, povera creatura, servire e amare il Creatore? La risposta, però, emerge da dentro: se Lui mi chiama, nel Suo Nome mi lancio in questa avventura di lasciare tutto per cercare continuamente il Suo Volto.

Non so perché il Signore si sia concentrato su di me. Non so perché fin dall'infanzia ogni domenica mi commuoveva dentro sentire in un canto di chiesa “Ho detto il tuo nome”; all'epoca non capivo che è una grazia particolare. Non so perché il Suo Amore mi ha concesso gratuitamente i talenti immeritati con cui ho potuto lavorare e realizzarmi come persona in tutti questi anni, e non conosco neanche il progetto che Egli ha d'ora in poi per me. L'unica cosa che so con certezza è di aver trovato 'il tesoro', e come dice il Vangelo voglio vendere tutto ciò che ho a questo mondo per comprarlo (cfr. Mt 13, 44-46). Sento che assecondando questa chiamata la mia vita acquista un senso pieno di luce, che mi fa sentire gioiosa e felice.

La chiamata che mostra il passo evangelico del giovane ricco (cfr. Mc 10, 17-39) è quella che oggi sento rivolta a me... la porto dentro da molto tempo, ma non ho mai avuito il coraggio di rispondere. Da anni volevo dire di sì a Gesù, ma non lo facevo se non timidamente dentro di me. E mentre la vera risposta, quella che compromette la vita, tardava a emergere, usavo tutti i talenti che l'infinita bontà del nostro Dio mi aveva donato, ma li impiegavo per la mia gloria personale e per accumulare ricchezze in questo mondo. Mi appropriavo dei doni ricevuti cercando solo il mio interesse. E ingannavo me stessa, perché lungi dal rendermi felice, questo atteggiamento mi provocava solo un vuoto sempre più grande.

La mia meta non era sicuramente altro che quello che la società mi ha insegnato fin dall'infanzia: studiare, trovare un lavoro ben remunerato, sposarmi, avere dei figli. L'idea di servire il Signore era lontana dai miei pensieri: mi ero creata un dio a mia misura che doveva servirmi e adattarsi ai miei obiettivi e alle mie ambizioni.

Così, autoproclamata 'brava cattolica' per la mia presenza fisica all'Eucaristia domenicale ma inorgoglita dalla gloria, dal potere e dal denaro che ottenevo, la mia anima si costruiva un luogo privilegiato nell'abisso del nonsenso di una vita chiusa nell'egoismo. Non trovo parole per descrivere lo stato deplorevole in cui si trovava la mia anima mentre ingannavo me stessa, convinta di compiacere Dio.

Dopo tutto, pensavo di agire bene: mi sforzavo e vedevo la ricompensa. Ora mi chiedo 'Come ho potuto essere così confusa per tutti questi anni?' Non era Dio che mi stava dando la gloria della terra, ma il principe di questo mondo che mi stava ingannando senza che lo sapessi. Nel frattempo, il Dio misericordioso lo ha permesso per il mio bene. Ho avuto bisogno di sperimentare quelle tenebre e il potere lacerante del mondo per apprezzare maggiormente la vita della fede e il Vangelo di Cristo. La sofferenza che comporta il fatto di seguire gli idoli del mondo mi ha preparata a rinunciarvi e a volgermi al Signore in un'offerta completa della mia vita.

Ho vissuto 12 anni “trionfando” in base ai parametri del mondo: ho titoli della prestigiosa Università di Stanford, ho fondato una startup nella Silicon Valley che è entrata nella Fortune 100 e ad appena 34 anni sono diventata socia della Deloitte. Dicevo al Signore: 'Guarda come ho fatto fruttare bene i Tuoi talenti'. Provando però una profonda consapevolezza di quanto fosse sporca la mia anima, mi sono resa conto dei miei fraintendimenti rispetto all'anelata 'perfezione' che cercavo nelle cose del mondo, e più mi avvicinavo ad essa, più mi allontanavo da quella vera: la perfezione dell'anima consiste nel compiere la volontà di Dio, vera pienezza per la quale siamo stati creati.

Sprofondata nella mia miseria, senza sapere cosa fare con tutti i miei peccati, ho capito che il Signore perdona ogni cosa perché Egli è tutto bontà e misericordia. Ora voglio lasciare tutto per seguire questo Dio che ha conquistato il mio cuore. Quello che vivo è un debito d'amore... anche se so che da parte mia quel debito resterà sempre da saldare. Voglio che il Signore, e non il denaro, sia il mio unico Dio. Non posso servire due signori. Il Signore, nostro Dio, è l'unico Signore, e mi chiama ad amarlo con tutto il mio essere.

L'inquietudine della mia anima mi ha portata a cercare la Volontà di Dio in comunità cattoliche, in forme di volontariato, ho perfino pensato di fondare una ONG... ma non trovavo la Pace in nessuno di questi progetti. Ora, assecondando la chiamata a offrirmi al Signore nella vita consacrata contemplativa, ho trovato la Pace del cuore. Credo che da questa vocazione potrò aiutare tante persone che cercano Dio senza sapere dove e come trovarlo. La Chiesa e la comunità di monache contemplative che mi accolgono mi donano una casa in cui vivere con semplicità evangelica la sequela di Cristo in fraternità. Sono consapevole di correre un grande rischio lasciando tutto per entrare in un monastero... ma la vita vale la pena quando si rischia alla ricerca del Bene, e “so in chi ho creduto” (2 Tim 1, 12).

Per questo, ho preso la decisione più importante e allo stesso tempo più semplice della mia vita. Ho deciso, senza alcun rimorso, di smettere di investire sul mio futuro terreno e di iniziare a investire sul mio futuro per la vita eterna. Visto che lascio il mondo per servire e compiere la Volontà di Dio, sono certa che il Signore misericordioso supplirà abbondantemente alla mancanza che proveranno quanti sto lasciando per Lui. Non lascio il mondo, ma ciò che è mondano. E voglio donare la mia vita in preghiera e offerta per tutti coloro che Dio ama.

Voglio concludere chiedendo perdono a chi ho potuto far soffrire in questi anni o a chi si è potuto vedere in qualche modo pregiudicato da questa decisione vocazionale. Vi ringrazio delle vostre preghiere; io pregherò per tutti.

Sia benedetto e lodato per sempre il Signore!

Montse

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