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Muore il sacerdote ordinato in ospedale con un’autorizzazione speciale del Papa

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José Miguel Carrera - pubblicato il 26/04/21
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Gravemente malato, padre Livinus ha potuto anticipare la sua ordinazione sacerdotale al Giovedì Santo

È morto il sacerdote che era stato ordinato in ospedale con un'autorizzazione speciale di Papa Franncesco: gravemente malato di leucemia, padre Livinus Esomchi Nnamani, della congregazione Mater Dei, aveva ricevuto il sacramento dell'ordine sacerdotale il Giovedì Santo nell'ospedale in cui era ricoverato dalle mani di monsignor Daniele Libanori, vescovo ausiliare di Roma.

In questo mondo, padre Livinus è stato sacerdote per soli 23 giorni, ma lo sarà per tutta l'eternità per il carattere indelebile di questo sacramento.

Richiesta straordinaria

Il religioso era nigeriano ed era arrivato in Italia nel 2019. Mentre lottava contro la malattia, ha continuato a studiare con determinazione per diventare sacerdote. Un peggioramento delle sue condizioni lo aveva portato a chiedere a Papa Francesco un'autorizzazione speciale per anticipare la sua ordinazione. Aveva scritto al Pontefice una lettera il 31 marzo, durante la Settimana Santa, probabilmente senza immaginare che il suo intenso desiderio si sarebbe realizzato solo 24 ore dopo.

Monsignor Libanori aveva riferito il fatto a Vatican News, testimoniando la forza di quell'esperienza di fede il giorno in cui Gesù Cristo aveva stabilito il sacerdozio e l'Eucaristia:

“Ho saputo di questo giovane religioso, malato e ricoverato qui a Roma. Della sua volontà di diventare sacerdote, che necessitava di un particolare permesso. Allora ho detto al suo superiore che doveva essere lui stesso a fare questa richiesta. Un'ora dopo o poco più, non erano ancora passare due ore, il Santo Padre ha dato il suo permesso perché venisse ordinato. Tutto questo avveniva il 31 marzo, la mattina del Mercoledì Santo. Tutto in meno di due ore”.

Il permesso speciale del Papa

Il giorno dopo, Giovedì Santo, monsignor Libanori aveva incontrato Papa Francesco nella basilica di San Pietro:

“Mentre mi stavo vestendo, una persona è venuta a chiamarmi dicendo che il Papa voleva vedermi. L'ho raggiunto nella sua sagrestia e lì mi ha dato il documento in cui c'era il suo assenso per l'ordinazione di Livinus. Il pomeriggio stesso al Presidio Sanitario abbiamo proceduto alla Liturgia di ordinazione. Livinus era molto emozionato, ma anche molto provato dal suo stato. Abbiamo celebrato la Messa con dignità, cercando di non affaticarlo troppo. Lui era felice di questo. Credo che sia stato un momento molto intimo”.

Le mani del nuovo sacerdote sono state unte con il Crisma consacrato dal Papa poche ore prima nella basilica di San Pietro.

“Ho detto a Livinus che lui vive il suo sacerdozio anche in questa offerta di sé, nella malattia che lo appesantisce, forse anche lo umilia, certamente gli impedisce di vivere il ministero come tanti altri. Ma l'unica, vera, grande Messa che ogni cristiano celebra è quella in cui offre sé stesso vivendo la sua vita quotidiana e quando Dio vorrà la sua morte in unione a Cristo. Perciò il sacerdozio di Livinus non è mortificato nella sua condizione, anzi è esaltato perché è ancora più evidente chi è il prete”.

La prima benedizione di padre Livinus è stata per i medici e gli infermieri che assistevano lui e altri malati.

Secondo Vatican News, la mattina di venerdì 23 aprile, il superiore generale del sacerdote nella congregazione Mater Dei ha recitato con lui in ospedale il Rosario della Misericordia. Ha partecipato alla preghiera anche un giovane che sta compiendo il discernimento vocazionale.

Poco dopo, alle 11.10, padre Livinus ha messo il suo spirito nelle mani del Padre, mentre i suoi confratelli lo affidavano alla protezione della Madonna recitando il Sub tuum praesidium.

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