Il termine congiuntivite allergica viene spesso usato per indicare almeno 4 diversi tipi di malattia allergica oculare:
Le ultime 2 forme non riconoscono una causa allergica (e pertanto non saranno trattate in questa guida), ma causano sintomi e segni oculari sovrapponibili a quelli della congiuntivite allergica, con la quale spesso vengono confuse.
I sintomi principali della congiuntivite allergica sono: prurito, arrossamento, lacrimazione, bruciore, secrezione acquosa.
Dal momento che di solito la congiuntivite allergica compare simultaneamente alla rinite allergica, sono presenti anche i sintomi della rinite.
Tutti gli antistaminici per bocca hanno una qualche efficacia nella congiuntivite allergica. Poiché la congiuntivite allergica è spessa associata alla rinite allergica, gli antistaminici possono essere una terapia utile per entrambe le patologie. Gli antistaminici riducono la necessità di terapia topica con spray nasali e colliri, da usare solo al bisogno.
Durante la congiuntivite allergica vengono utilizzati almeno tre tipi di colliri:
*I mastociti o mastcellule provengono, come le cellule del sangue, dal midollo osseo. Sono abbondanti nel tessuto connettivo e contengono al proprio interno numerosissimi granuli. All’interno dei granuli sono contenute varie sostanze implicate nell’infiammazione tra cui l’istamina. Le immunoglobuline IgE hanno la caratteristica di fissarsi alla membrana dei mastociti. I granuli vengono rilasciati dai mastociti quando le IgE sulla loro membrana incontrano l’allergene. I colliri stabilizzatori di membrana, hanno la funzione di contrastare il rilascio dei granuli da parte dei mastociti e di prevenire così la comparsa delle manifestazioni allergiche.
I corticosteroidi sono potenti farmaci anti-infiammatori molto efficaci nell’ alleviare i sintomi della congiuntivite allergica: la loro efficacia supera quella degli altri farmaci cui si è fatto cenno in precedenza. Tuttavia, un impiego prolungato di colliri cortisonici aumenta il rischio di cataratta, ipertensione oculare, glaucoma, infezioni.
I cortisonici nella congiuntivite allergica dovrebbero essere usati solo per un breve periodo di tempo e nei casi in cui è fallito ogni altro tentativo terapeutico e, comunque, sotto stretto controllo del medico.
La cheratocongiuntivite primaverile o vernal (VKC) è una malattia infiammatoria cronica del tratto anteriore dell’occhio (congiuntiva tarsale e/o bulbare e cornea) che colpisce entrambi gli occhi, a volte in modo asimmetrico.
Di solito è stagionale e la sua causa non è conosciuta. Il termine “primaverile” (“vernal” in latino significa appunto “primaverile”) indica esclusivamente la stagione nella quale più comunemente compaiono i primi sintomi. L’età media di comparsa dei sintomi è tra i 6 e i 7 anni e i ragazzi sono colpiti più frequentemente rispetto alle ragazze.
Episodi ricorrenti si verificano per un periodo di 2-10 anni e di solito si risolvono spontaneamente durante le fasi tardive della pubertà.
I sintomi della cheratocongiuntivite primaverile sono simili a quelli della classica congiuntivite allergica, ma molto amplificati. Prurito e/o bruciore oculare, lacrimazione sono sintomi comuni in entrambe le forme, mentre caratteristici della cheratocongiuntivite primaverile sono la presenza, specialmente al risveglio, di una secrezione densa e filamentosa e la fotofobia.
La fotofobia è il senso di fastidio provocato dalla luce che irrita dell’occhio e che di solito è veramente intenso.
La cheratocongiuntivite primaverile è una malattia benigna che, come detto, tende a risolversi spontaneamente alla pubertà nella maggioranza dei casi. Tuttavia, secondo i dati di cui disponiamo, una percentuale variabile dal 2 al 20% dei pazienti non adeguatamente trattati va incontro a complicanze a lungo termine quali cicatrici corneali (esito di pregresse ulcere della cornea), cheratocono (deformazione della cornea che da sferica diventa conica), astigmatismo.
Gli occhiali scuri sono una protezione indispensabile all’aperto e possono rendersi necessari anche al chiuso.
La neve, le luci alogene (neon), gli schermi luminosi (computer, televisione) sono potenziali fattori che favoriscono la comparsa della cheratocongiuntivite primaverile. Le lacrime artificiali, usate frequentemente, servono per “lavare via” le sostanze dannose ed agire come barriera.
Alcune misure generali di prevenzione per controllare l’esposizione ad allergeni, come il controllo degli acari della polvere e il rimanere in casa nei giorni ventosi e nella stagione di massima pollinazione, possono offrire qualche beneficio ai pazienti che presentano anche sensibilizzazione allergica.
I farmaci usati per la congiuntivite allergica sono utili anche per la cheratocongiuntivite primaverile: gli antistaminici per via locale e generale possono ridurre il prurito.
Gli steroidi per uso locale dovrebbero essere riservati ai casi gravi e utilizzati solo per brevi periodi, per gli effetti collaterali proprio a livello oculare, come cataratta, ipertensione oculare, glaucoma, infezioni. Il trattamento prevede inoltre l’impiego di farmaci immunosoppressori per via oculare, quali ciclosporina o, nei casi resistenti tacrolimus: sono farmaci in grado di ridurre l’attivazione del sistema immunitario e quindi di ridurre l’infiammazione. La formulazione oculare di tali farmaci non è ancora in commercio ma deve essere appositamente preparata su indicazione dell’oculista.