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I santi veri hanno il cuore selvaggio

John Paul II
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Paola Belletti - pubblicato il 23/04/21
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E Gesù Cristo non è venuto a fondare il Club della gentilezza. Leggere questo post, trovato a galleggiare sul blog degli amici Mienmiuaif, è stato come se la bottiglia col messaggio dentro me l'avessero spaccata in testa. I giovani sono (anche, anzi soprattutto) questo. Altroché "ragazzi interrotti".

Mamma mia che sberla questo post! L'ho approcciato col distacco solito della ricercatrice di contenuti, che ho subito abbandonato.

Ci sono riflessi che mettiamo in atto senza che il cervello abbia il tempo di arrivarci, come quando ci si scotta. La mano vola via da sola, prima che capiamo che quel metallo brucia. Ci troviamo a soffiare sulle tre dita incaute che avevano agguantato la griglia del fornello e a pensare, ora sì ne abbiamo il tempo, che magari non era tanto il caso di toccare un metallo su cui una fiamma aveva insistito per diversi minuti.

Così è questo post: brucia.

Lo ha scritto una ragazza. Vorrei invitarla a casa mia ma poi uscire, voglio che appicchi fuoco al cuore delle mie figlie, o che semplicemente tra loro si guardino in faccia e tutte si accorgano che quell'incendio sta già crepitando e rilasciando calore.

Altro che ragazzi interrotti, basta, avete rotto.

I ragazzi, i giovani non sono una serie di emoji utili alle nostre rappresentazioni sempre più semplificate e amplificate di quella strana cosa che si chiama realtà. E allora, siccome adesso bisogna dire, sopracciglia corrugate d'ordinanza e tono calante da chi sa e si preoccupa, che i giovani soffrono, i giovani sono stati sacrificati, i giovani pagheranno il prezzo, ci si unisce al coro.

No, che diamine. Il coro casomai è il loro di voci bianche o sporche, chissenefrega. Sparano assoli stonati o acuti irraggiungibili: va bene tutto. I giovani sono cuori in fiamme, sono anime fatte per bruciare, capaci di sacrificio, desiderosi di tutto, sono stufi di merendine bio, raccolte differenziate (lo hanno capito, sai? glielo stiamo insegnando come dovremmo fare coi salmi davidici da quando vanno all'asilo. Nido); sono stanchi di tutte le cose che hanno già e di tutte quelle che ancora arriveranno perché vogliono la vita, vogliono cose forti, dure, vere, eterne. Cercano Dio e sanno che c'è. Conoscono il male perché lo fanno ma sono pronti a divorziare da qualsiasi matrimonio di comodo per mettersi a vita con l'Infinito.

E niente ora basta con la mia di verve un po' rimediata. Lasciatevi investire dalla sua:

Si chiama Rosa e - per il blog della sorella Anna, ha scritto questo

E Rosa va avanti e picchia duro, con la gioia e la rabbia esigente dei suoi pochi tantissimi anni. Che bastano a sentire che il mondo, tutto quanto il mondo, impacchettato e consegnato sotto casa con l'opzione prime, non meriterebbe più di mezz'ora di interesse. Hanno un cuore enorme, largo e famelico. Perché non troviamo di nuovo la forza di dare in pasto a queste belve di corpo e spirito assetate di vita vera la sola carne che sfama, cioè Cristo?

Ai giovani non bisogna togliere mai mai mai mai Cristo dall'orizzonte, mai spezzare la loro fame intera con snack low sugar superproteici, mai smettere di farli bruciare di desiderio per l'ideale più alto.

Provate ancora a ridurre ad esempi bidimensionali i santi, provate a dire che Don Puglisi era "solo" un prete antimafia. Don Puglisi era occhi accesi, capaci con uno solo guizzo di strappare un'anima all'inferno.

E che domande sanno farsi, i giovani. Non tutti, non subito, non sempre? non importa, questo è proprio il loro campionato, hanno questo tipo di stazza spirituale:

Basta che smettiamo, noi e loro, di assopirci l'anima a furia di surrogati e la sete insaziabile tornerà a bruciarci le gole e allora saremo di nuovo scomposti, voraci, pazzi di gioia e capaci di tutto. Per amore di Cristo. In caso anche di essere gentili, ma non come prima, non per lo stesso motivo di prima.

Fate largo, signori, arrivano i Suoi.

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