Chi si converte da adulto alla fede cristiana ha un vantaggio: si rende più conto di quanto gli vien detto. Ad esempio: la prima Comunione. È senz’altro bello farla da piccoli. “Gesù viene da te…”, “Ora devi essere più buono…” tutte affermazioni belle e vere ma che rischiano di diventare stagionate, stereotipate.
Oggi, tornando dalla comunione ho pensato: sto mangiando Dio! Mi è girata la testa. Sto mangiando Dio. Ma chi e dove dice questo? Che cosa strana, che privilegio è “mangiare Dio?”.
Io essere così mortale che morirà fra poco… mangio Dio? Dio creatore del cielo e della terra, Dio al di sopra del tempo e dello spazio… io lo mangio!
Ma che cosa posso fare se non farmi portare da Lui, cercare di non rassegnarmi ai meccanismi della distrazione, della stanchezza. Creare il vuoto dentro di me perché Lui lo riempia.
Sento che più creo spazio per Lui, più divento umano, comprensivo… divento me stesso. Gli aerei hanno il pilota automatico, Dio è molto di più. Come faccio a essere così sciocco da distrarmi.
È come avere un collaboratore più bravo di me e ostinarmi a fare le cose da solo… È come se scegliessi il cibo insipido mentre ho a disposizione il cibo più buono e saporito.
Credo che i santi avessero la grazia di rendersene conto quasi sempre. Dico “quasi” perché anche loro erano creature, bambini che si distraggono appena sentono un suono o vedono una luce.
Quando faccio spazio a Dio dentro di me la vita diventa saporita, dedicata alle cose di Dio.
Prego per me e per te, lettore, affinché Dio ci aiuti in questo.