Tra gli elementi più toccanti per chi visita la chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme ci sono migliaia di croci incise nelle mura del tempio, che fungono da promemoria del fatto che i pellegrini di oggi seguono le orme di cristiani che secoli fa hanno attraversato i continenti per vedere il luogo della crocifissione e della sepoltura di Gesù.
Finora si pensava che i segni fossero graffiti realizzati dai pellegrini stessi, ma ora, come riporta Reuters, i ricercatori israeliani, usando la tecnologia a immagini tridimensionali, hanno stabilito che le croci facevano parte di uno sforzo più organizzato.
Amit Re’em, un archeologo che lavora con l'Autorità Israeliana per le Antichità in coordinamento con la Chiesa ortodossa armena, ha spiegato i risultati delle ricerche del team a Reuters.
“Questo fenomeno unico ci ha sempre confusi: erano graffiti dei pellegrini o qualcos'altro?”, ha osservato Re’em. “Abbiamo verificato che tutte loro (le croci) hanno la stessa profondità, e perfino il marchio di chi le ha incise”, ha aggiunto, facendole risalire provvisoriamente al XV secolo.
“Forse due o tre artisti manuali hanno realizzato queste croci. Non si tratta quindi di graffiti, ma di qualcosa di più organizzato”.
Il numero limitato di artisti indica che le croci vennero create come servizio ai pellegrini, forse per aiutarli nel loro percorso spirituale.
“Diciamo che siete un pellegrino armeno e pagate qualcosa al sacerdote, pagate qualcosa a questo artista speciale e lui incide per voi, a beneficio della vostra anima e di quella dei vostri parenti..., una croce speciale nel luogo più sacro per il cristianesimo che ci sia sulla Terra”, ha affermato Re'em.
Dopo aver chiuso lo scorso anno a causa della pandemia di Covid-19, la chiesa del Santo Sepolcro ha riaperto per Pasqua, tornando ad accogliere i visitatori.