Il digiuno quaresimale porta a un rilassamento pasquale? A volte può sembrare di sì. Dopo 40 lunghi giorni di digiuno, penitenza e preghiera extra, la gioia della Pasqua – caratterizzata da cibi succulenti non più proibiti e da un allentamento dei nostri impegni a livello di preghiera – può soccombere a un malessere spirituale nel momento in cui torniamo alle routines normali.
Ecco sei suggerimenti per evitare il rilassamento spirituale e portare il trionfo della Pasqua con sé fino a Pentecoste.
Gli alti e bassi nella vita spirituale fanno parte della nostra esperienza come cattolici. Come i periodi liturgici cambiano, così accade anche al nostro modo di pensare. Molti degli sforzi extra che abbiamo compiuto durante la Quaresima non sono sostenibili tutto l'anno. Dovremmo aspettarci – e accettare – che la vita spirituale non sia sempre come vorremmo.
Le due più grandi storie delle apparizioni dopo la Resurrezione – a Maria Maddalena la mattina di Pasqua e ai discepoli che camminavano verso Emmaus il giorno di Pasqua – finiscono allo stesso modo: una volta che Gesù viene riconosciuto, Egli scompare. Il messaggio è coerente: non dobbiamo cercare di trattenere il Cristo risorto, ma vivere con la certezza che è con noi mentre cerchiamo ciò che è di lassù. Se in Quaresima abbiamo sentito la vicinanza di Dio, riformuliamo la nostra mentalità per credere anche senza sentire.
La Pasqua schiude un'infinità di misteri. Soprattutto da San Giovanni Paolo II, la Chiesa ha dato molta attenzione nella settimana di Pasqua all'inesauribile misericordia di Dio nel redimerci dal peccato e dalla morte. La Resurrezione è la prova ultima del fatto che la Sua misericordia è reale. Preghiamo concentrandoci sulla Divina Misericordia, con gratitudine e stupore per il potere del Signore (la novena per la Domenica della Divina Misericordia, una festa istituita da Giovanni Paolo II, è iniziata il Venerdì Santo. Non è troppo tardi per unirsi!)
Recitate la Coroncina della Divina Misericordia con Aleteia:
La Confessione non è solo per la Quaresima. Il modo più grande per sperimentare la misericordia divina è attraverso il sacramento della Confessione. Un accurato esame di coscienza e la Confessione ci danno nuova linfa spirituale e ci avvicinano alla Resurrezione a un livello più intimo.
Quando facciamo qualcosa di extra per Dio, Egli ci ricompensa con la Sua grazia. Scegliamo un impegno di preghiera che abbiamo preso durante la Quaresima e portiamolo avanti nei 50 giorni del Tempo Pasquale, apportando delle modifiche se necessario. Ad esempio, se in Quaresima abbiamo pregato ogni settimana la Via Crucis, possiamo magari trascorrere 15 minuti leggendo la Bibbia, pregando sui racconti della Resurrezione.
Anche il sacrificio non è riservato alla Quaresima, ed è uno degli ingredienti più trascurati di una vita spirituale forte. Non c'è bisogno che i nostri sacrifici siano intensi come durante la Quaresima. Anche qualcosa di piccolo come offrire il sale o i condimenti nella nostra cena può elevare il nostro cuore al Signore. Dobbiamo ricordare che è stato il Suo sacrificio di Sé a portare alla Resurrezione.
Auguriamoci che le celebrazioni pasquali di quest'anno possano portare non a un rilassamento spirituale, ma a un incontro più intimo con il Risorto.
David G. Bonagura, Jr. è autore di Staying with the Catholic Church.