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Solo l’amore ci mette nel giusto discernimento delle cose

FATHER AND SON,
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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 09/04/21
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Nel Vangelo di oggi Giovanni è il primo a capire che l'uomo sulla riva è Gesù perché è il “discepolo amato”. Solo l’amore ci mette nel giusto discernimento delle cose. Ma basta questa sua esperienza unica a smuovere la decisione di Pietro di correre a nuoto incontro al Maestro.

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete a da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. (Gv 21,1-14)

Il racconto del Vangelo di oggi accade in un luogo geografico ben preciso e significativo. Tiberiade rappresenta il mondo pagano.

L’apparizione del Risorto che viene qui raccontata sembra voler suggerire che ormai l’azione di Gesù non è solo per i Giudei ma per tutto il mondo. Allo stesso tempo l’indicazione che è sul finire della notte ci suggerisce che noi siamo sempre dentro questo passaggio di tenebre e luce.

Gesù è Colui che troviamo nel cuore della notte e proprio per questo è l’inizio di un nuovo giorno. Egli ci viene a raccogliere proprio all’estremo dei nostri fallimenti, e ci invita a un tentativo nuovo che ci fa passare dalla infecondità alla fecondità:

Ancora una volta i discepoli colloquiano con Gesù ma non comprendono immediatamente che è Lui. Solo l’evidenza di quella pesca miracolosa fa accendere nel cuore di Giovanni un’intuizione:

Giovanni è il primo a capire che è Gesù perché è il “discepolo amato”. Solo l’amore ci mette nel giusto discernimento delle cose. Ma basta questa sua esperienza unica a smuovere la decisione di Pietro di correre a nuoto incontro a Gesù.

Ci sono momenti nella vita in cui il nostro cuore intuisce l’essenziale. Altri in cui non sentiamo nulla ma con immensa umiltà ci fidiamo della parola di chi ci sta accanto, e proprio per questo non temiamo di deciderci a fare ciò che conta con generosità alla maniera di Pietro.

Gv 21,1-14

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