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Monaco condannato al carcere per aver praticato la carità cristiana in Turchia

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José Miguel Carrera - pubblicato il 09/04/21
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La stessa regione è stata una delle più martirizzate durante il genocidio perpetrato dai Turchi ottomani contro i cristiani armeni

Un monaco è stato condannato al carcere per aver praticato la carità cristiana in Turchia. Si tratta di padre Sefer Bileçen, che ha adottato il nome monastico di padre Aho. È membro della Chiesa ortodossa siriaca, e in base alle regole dell'ospitalità monastica, ha dato del cibo a un gruppo di persone che hanno bussato alla porta del suo monastero.

Per il Pubblico Ministero turco, però, quelle persone sarebbero militanti del PKK, il Partito dei Lavoratori Curdi, un'entità che lotta per l'indipendenza dei territori curdi ed è catalogata dal Governo turco come gruppo terroristico.

Padre Aho ha trascorso quattro giorni in prigione ed è stato liberato provvisoriamente per la pressione dell'opinione pubblica, ma ora è stato condannato a 25 mesi di carcere per “appartenenza al PKK”, pur non essendo curdo, e per “cooperazione con un gruppo terroristico”. Un dettaglio: il processo si è svolto senza la presenza del sacerdote e senza l'accesso ai mezzi della stampa.

Secondo informazioni della radio portoghese Renascença, il monaco nega tutte le accuse e ribadisce di aver compiuto solo un atto di carità cristiana, non conoscendo neanche la posizione politica dei visitatori.

Il monastero in cui è avvenuto l'episodio è quello di Mor Jakup, San Giacomo in siriaco. È stato lo stesso padre Aho a restaurarlo dopo decenni di abbandono, derivati dalla persecuzione religiosa nella regione, terra ancestrale dei cristiani assiri o siriaci. La zona è stata una delle più martirizzate durante il genocidio perpetrato dai Turchi ottomani contro i cristiani armeni, che ha avuto il suo apice nel 1915.

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