Il Pantheon è da duemila anni un simbolo di Roma, ma pochi sanno che da 1400 anni è anche una chiesa dedicata a Maria, regina dei martiri.
La processione stazionale si ferma al Pantheon, il grande edificio circolare famoso per la cupola (la più grande del mondo) e il suo “occhio”. Fu costruito dall’imperatore Adriano tra il 118 e il 125, sui resti di un precedente tempio. Diventò una chiesa sotto Papa Bonifacio IV, che mantenne inalterata la struttura, mentre la dedica a “Maria regina dei martiri” si oppone a quella pagana a “tutti gli dei”. Proprio la dedicazione del Pantheon a tutti i martiri potrebbe essere all’origine della festa di Ognissanti, poi spostata all’1 novembre.
La chiesa fu consacrata il 13 maggio 609. Era il giorno di Pentecoste, e ancora oggi, a Pentecoste, una pioggia di petali di rosa scende dall’oculum del Pantheon, come lo Spirito Santo scese sugli apostoli e Maria.
Poco dopo la dedicazione, l’imperatore asportò il bronzo del Pantheon per affrontare le spese militari. Quello restante fu asportato da papa Urbano VIII, della famiglia Barberini, nel 1632. Da qui il detto romano: “Quello che non fecero i barbari, lo fecero i Barberini”. Il Papa diffuse la notizia che il bronzo era destinato al baldacchino di S. Pietro. In realtà, sarebbe stato usato quasi tutto per i cannoni di Castel Sant’Angelo.
Nel Pantheon sono sepolti famosi artisti, come Raffaello, e i re d’Italia Vittorio Emaniele II e Umberto I.
Questo Gesù è la pietra che,
scartata da voi, costruttori,
è diventata testata d'angolo.
At 4,11
* In collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma