“La sua mano era freddissima. L'ho avvolto nel cotone ortopedico e nelle bende, una pratica prevista in infermeria, ma non ha funzionato. La circolazione non migliorava. Ho pensato di bagnargli la mano con acqua tiepida, ma non era una buona idea per il rischio di contaminazione. Ci ho pensato un po' e poi ho messo l'acqua tiepida nei guanti chirugici, e glieli ho avvolti intorno alla mano”.
Così ricorda l'origine di un'iniziativa particolare parlando con Globo l'infermiera Lidiane Melo, di 36 anni. Le sue parole fanno riferimento a una tecnica ideata nel 2020 in Brasile di fronte alle difficoltà per misurare la saturazione dell'ossigeno di un paziente ricoverato per coronavirus nell'unità di terapia intensiva di un ospedale del Paese.
Secondo la cronaca, in quel momento la somministrazione del sangue nei tessuti del corpo del paziente è migliorata, ed è stato possibile misurare la saturazione dell'ossigeno e offrire il trattamento necessario. Anche se questa storia ha più di un anno, a metà marzo l'infermiera ha trovato una foto nel suo cellulare e ha deciso di pubblicarla sulle reti sociali. Il risultato è stata la rapida viralizzazione di un gesto che consola i pazienti che soffrono in solitudine in un letto d'ospedale a causa del coronavirus.
Il nome con cui ha iniziato subito ad essere noto quanto fatto da Lidiane non avrebbe potuto essere più appropriato: “la mano di Dio”, che calma e riempie di consolazione, come ha confermato con un altro paziente che ha assistito in un altro centro ospedaliero.
In questo caso si trattava di una signora che aveva bisogno di essere intubata.
“Non ci ha permesso di sedarla, ha detto solo che non potevamo lasciarla morire, che aveva due figlie e due nipoti, che si prendeva cura della famiglia. Dopo una conversazione, mi ha chiesto di prenderle la mano. Ho detto che non potevo, che dovevo assistere altri pazienti. Ha detto che sembrava che le stessi prendendo la mano e io ho detto che non era mia, che si supponeva che pensasse che fosse la mano di Dio, che l'avrebbe aiutata a uscirne”.
La paziente è andata avanti, e la tecnica della mano è stata applicata ad altre persone. “La mano di Dio”, un autentico gesto d'amore in mezzo a tanta disperazione.
La tenerezza di questo messaggio di speranza per chi è isolato a causa del coronavirus è particolarmente pregnante nel contesto di estrema gravità che vive America Latina.
Negli ultimi giorni, il Brasile ha registrato per la prima volta più di 4.000 vittime nell'arco di 24 ore. I contagi (13 milioni) continuano ad aumentare, e la diffusione della variante di Manaos suscita grande preoccupazione.
Non è solo il Brasile, epicentro della pandemia nella regione, a provocare allarme. Anche gli altri Paesi della regione hanno visto un aumento dei casi nelle ultime settimane.
Lo scenario si presenta particolarmente impegnativo, con ulteriori misure restrittive, cosa che ha fato sì che la Settimana Santa si vivesse ancora una volta in modo speciale tra le tante limitazioni. In parallelo, si spera nella vaccinazione, che in alcuni Paesi sta procedendo a un buon ritmo.
Manca ancora molto, però, per raggiungere l'auspicata “immunità di gregge”, e finché questo non accadrà, sarà di aiuto e conforto l'esempio di questa infermiera brasiliana che porta amore alle persone che soffrono per la pandemia.