L’8 marzo scorso, giorno della festa della donna, si è tenuta ad Ascoli Piceno la cerimonia di intitolazione alla professoressa Eugenia Scornavacca di una parte di Largo Cattaneo che ha assunto il nome di questa donna straordinaria fondatrice del Centro di Aiuto alla Vita della città marchigiana, la cui sede operativa è proprio in quell’angolo urbano oggi dedicato a lei.
Era il 1979 quando questa donna illuminata, laureata in Lettere all’Università Cattolica di Milano, con grande coraggio e determinazione fonda il CAV di Ascoli Piceno di cui è stata segretaria fino in prossimità della morte avvenuta nel 2003.
Così scriveva per ricordare quel momento:
Questa lodevole iniziativa si è inserita nel progetto nazionale di Soroptimist “Toponomastica femminile” che ha la finalità di...
In questo spirito l’avvocatessa Piera Seghetti, presidente del Club Soroptimist di Ascoli Piceno ha condiviso con Anita Gasparrini, attuale presidente del CAV cittadino, la proposta di intitolare uno spazio urbano alla sua fondatrice. Le motivazioni di questa scelta sono state così nitidamente descritte dalla Gasparini:
Eugenia si è profusa specialmente per le donne vittime di violenza e per le ragazze in attesa di diventare madri. Nel 1981 attiva la sezione diocesana del Movimento per la Vita con l’obiettivo di combattere la cultura abortista, e si impegna strenuamente per promuovere la raccolta delle firme a sostegno del referendum abrogativo della legge 194/78. Avrà almeno la soddisfazione di registrate il 40% di sì nella Diocesi di Ascoli Piceno a fronte della media nazionale del 32%.
Nel 1985 l’instancabile Eugenia imprime un altro segno della sua battaglia a favore della vita nel cimitero della città: il primo “Monumento ai bambini non nati” in Italia
Nel 1993 destina i suoi beni per far nascere la Casa di Accoglienza “Maria Ausiliatrice” presso il Villaggio Santa Marta per offrire ospitalità a madri nubili in difficoltà.
Nonostante la malattia, continua appassionatamente a seguire le attività del Cav anche negli ultimi anni trascorsi presso l’Istituto delle Suore del Preziosissimo Sangue: grazie a lei e agli altri volontari oggi sono al mondo più di 300 bambini altrimenti destinati a non nascere.
Con queste parole la ricordava il Vescovo Silvano Montecchi nell’omelia per il suo funerale: