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Mons. Gänswein: si pensava che Benedetto XVI sarebbe vissuto solo qualche mese dopo la rinuncia

Archbishop Georg Gänswein
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i.Media per Aleteia - pubblicato il 08/04/21
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Il Papa emerito 93enne vive già il tipo di “lockdown” provocato dalla pandemia, afferma il suo segretario

Quando Benedetto XVI ha rinunciato nella primavera 2013, “a lui e a me – lo posso confessare – sembrava che gli rimanessero solo pochi mesi di vita, non otto anni”. L'arcivescovo Georg Gänswein, segretario del Papa emerito, lo ha affermato a un congresso psichiatrico austriaco, come ha riportato Die Tagespost il 1° aprile.

Il presule ha anche parlato della crisi della Chiesa, soprattutto in Germania.

Oratore inaspettato a una conferenza organizzata dall'Istituto per la Religione in Psichiatria e Psicoterapia, un'istituzione austriaca, l'arcivescovo Gänswein ha parlato del rapporto filiale che ha avuto con il Papa emerito dalla morte del proprio padre, e ha detto di essere felice della “vicinanza sempre crescente” che lo unisce a Benedetto XVI, soprattutto quando recitano insieme il Rosario nei Giardini Vaticani.

Il Papa emerito tedesco non pensava di rimanere tanto a lungo nel monastero Mater Ecclesiae. “Quando ha rinunciato nella primavera 2013, a lui e a me – lo posso confessare – sembrava che gli rimanessero solo pochi mesi di vita, non otto anni”. “Tutto ha preso una svolta diversa”, ha riconosciuto l'uomo che assiste ogni giorno il Pontefice emerito 93enne.

Il prefetto della Casa Pontificia sostiene che Benedetto XVI – che è stato vaccinato contro il Covid a gennaio – sia stato poco toccato a livello personale dalle limitazioni sanitarie derivate dalla pandemia attuale. “È quasi come se Papa Benedetto, con la sua rinuncia otto anni fa, avesse per così dire optato per un confino sperimentale per noi”, ha commentato.

L'arcivescovo ha detto che è preoccupato per il “danno collaterale” psicologico che la pandemia sta provocando nel mondo, e per il tabù che circonda la discussione dei “numeri allarmanti relativi ai suicidi”.

È un'epoca di “divisione e decisione”, ha dichiarato.

Riferendosi all'attuale situazione nel suo Paese natale (patria anche di Benedetto XVI), l'arcivescovo Gänswein ha parlato dell'esistenza di un “serio dissenso” all'interno della Chiesa, “come non si è visto da secoli”. In Germania, dove le divisioni sono aumentate negli ultimi anni, a suo avviso ci si possono aspettare “risposte diverse da ogni vescovo”.

La Chiesa è fatta di “santi” e “criminali”, ha aggiunto, citando come esempi Madre Teresa e l'ex cardinale Theodore McCarrick. I santi possono non riconoscere i criminali che hanno vicino, ha poi riconosciuto riferendosi alla vicinanza tra Papa Giovanni Paolo II e Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo, colpevole di numerosi abusi all'interno della sua comunità e non solo.

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