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Le “assurde” messe in prigione del cardinale Simoni: pensavano fossi pazzo

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 08/04/21
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Come ostie usava briciole di pane. Al posto del vino consacrava acini di uva. Simoni, incarcerato dal regime comunista albanese per quasi trent'anni, ha festeggiato i 65 anni di sacerdozio

Sessantacinque di sacerdozio, alcuni dei quali praticati in condizioni estreme. Il cardinale albanese Ernest Simoni, 92 anni, ha festeggiato a Firenze questo traguardo ecclesiastico davvero eccezionale, se pensiamo che ha trascorso 28 anni ai lavori forzati per non rinnegare Cristo e la Sua Chiesa.

Oggi Simoni è canonico al Duomo del capoluogo toscano. Ed è l’unico sacerdote ancora vivente, testimone della persecuzione del regime comunista di Enver Hoxha, che proclamò l’Albania il «primo Stato ateo al mondo» (Aleteia, 4 aprile 2019).

Dal giorno della sua liberazione avvenuta nel 1990 e fino all’arrivo della pandemia non si è mai fermato. In questi anni ha sempre visitato parrocchie e incontrato i fedeli in Albania, come in Italia e negli Stati Uniti, dove pure ci sono molti gruppi della sua patria. 

Ma per dare un’idea il cardinale ricorda: «Mi ripetevo e mi ripeto tuttora: chi sono io, povero uomo e peccatore, per prendere nelle mie mani il corpo di Gesù? Oggi ribadisco il mio amore a Cristo e alla Chiesa, come ho cercato di fare ogni giorno in questi 65 anni».

Anni in cui il bambino che “giocava” a dire Messa, scrive ancora Avvenire, ha posto il memoriale del sacrificio di Cristo al centro della sua esistenza. Al termine di una celebrazione eucaristica fu arrestato nella sua parrocchia di Barbullush, villaggio vicino a Scutari, la notte di Natale del 1963.

Ernest Simoni fu arrestato dopo la celebrazione della Messa, per il solo fatto di essere sacerdote. «Quattro poliziotti mi portarono via con la forza, stavano per rompermi le braccia», ha affermato, ricordando che fu arrestato dalle autorità comuniste perché praticava esorcismi. E perché aveva celebrato Messe in suffragio del presidente americano John Fitzgerald Kennedy, assassinato il mese precedente.

Fu incarcerato, torturato, condannato a morte, pena commutata in 25 anni di lavori forzati. 

La Messa poi l’ha celebrata anche in condizioni estreme e a rischio della vita. «Mettevo da parte le briciole di pane e spremevo gli acini d’uva e facevo la consacrazione – racconta –. Le guardie non capivano e pensavano che ero pazzo. La Madonna mi ha protetto».

Il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, che lo ha nominato canonico del capitolo del Duomo, ricorda il 65esimo anniversario di Simoni. «La nostra Chiesa fiorentina - ha detto Betori - ha accolto un testimone della fede, da onorare e a cui mostrare gratitudine per le sofferenze subite a causa della sua fedeltà a Cristo». 

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