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“Vieni a trovarmi”, insisteva Gesù dal tabernacolo

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Claudio De Castro - pubblicato il 07/04/21 - aggiornato il 10/12/22
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Una straordinaria esperienza spirituale avvenuta in una chiesa e un invito urgente che può cambiare la vostra vita

Devo riconoscerlo, Gesù nel tabernacolo è il mio migliore amico, davvero un amico straordinario. E non può essere altrimenti, essendo il Figlio di Dio. Posso dirlo con gioia:

“Il mio migliore amico è il Figlio di Dio, che abita nel tabernacolo, prigioniero d'amore per noi”.

Ci sono giorni come questo in cui mi siedo a raccontarvi le mie esperienze con Gesù e sperimento la Sua presenza al mio fianco. È come una brezza dolce che mi avvolge. Mi riempie di una gioia soprannaturale. Il Suo amore è così tanto che trabocca e si ha bisogno di amare, soprattutto quanti ci fanno del male. Se conoscessero l'amore di Dio, la loro vita sarebbe diversa.

Conversando con Gesù

Immagino a Gesù al mio fianco. Mi mette la mano sulle spalle in un gesto di vera amicizia. Sorride compiaciuto:

“Mi costi, Claudio”.

“Lo so, Gesù, e te ne ringrazio. So di non essere il migliore degli amici. La mia ostinazione mi trascende. Ogni volta che sbaglio strada, arrivi Tu e la raddrizzi. Ogni volta che cado mi tendi la mano e mi rialzi. Ogni volta che dubito o sono triste arrivi e mi dici: 'Sono qui con te, Claudio. Come non amarti con tutto il cuore?'”

Sono un semplice mortale, so di essere peccatore. Per questo sono grato a Gesù. Non merito la Sua amicizia.

“Vieni”

Oggi parlavo con un sacerdote del Perù e gli ho raccontato questa bella esperienza di Gesù. Non ricordo se ve l'ho raccontata qualche volta. È accaduto tutto un venerdì mattina. Avevo centinaia di cose da fare, e quindi sono uscito presto di casa. Ero immerso nei miei pensieri quando ho sentito la Sua voce indescrivibile:

“Vieni a trovarmi”.

Dal modo in cui me lo chiedeva ho sentito che stava succedendo qualcosa, ma avevo talmente tanto da fare che mi sono scusato:

“Lasciami prima finire queste cose. Quando avrò finito passerò a trovarti nel tabernacolo”.

“Vieni, Claudio”, ha insistito.

Di fronte a questa richiesta non sono riuscito a trovare una scusa. Ho smesso di fare tutto quello che stavo facendo.

“Sei il mio migliore amico. Verrò a trovarti. Perdona la mia indifferenza, Gesù”.

C'era una chiesa vicina al luogo in cui mi trovavo e ci sono andato. Ho parcheggiato e sono sceso. La chiesa era aperta, ma vuota.

“Santo cielo!”, ho pensato. “Sei solo!”

Ho capito allora il motivo della Sua insistenza. Mi ha fatto male vedere Gesù in quel bel tabernacolo senza nessuno che gli facesse compagnia. Ho ricordato San Francesco d'Assisi quando correva per le colline piangendo ed esclamando “L'Amore non è amato!”

“Se sapessero che sei qui verrebbero di corsa a trovarti”.

Un fatto sorprendente

Sono rimasto un po' a fargli compagnia. Gli ho detto spesso che Gli volevo bene.

“Signore”, gli ho detto, “devo andare, ma non voglio lasciarti solo. Potresti mandare qualcuno che Ti faccia compagnia?”

Pochi minuti dopo si è aperta la porta dell'oratorio ed è entrata una ragazza. Sembrava distratta, ma si è inginocchiata con profonda devozione e si è messa a pregare. Quando si è seduta al banco, mi è venuta voglia di avvicinarmi e di raccontarle la mia richiesta a Gesù, e di ringraziarla per il fatto di stare lì con Lui.

Mi ha guardato sorpresa e ha detto a bassa voce:

“Non sarei entrata. Stavo passando davanti alla chiesa e ho sentito che Gesù mi chiamava, per questo sono qui”.

Siamo rimasti entrambi colpiti, ringraziando Gesù per tanto amore.

Caro lettore, per favore, te ne prego, non lasciare Gesù solo nel tabernacolo.

Vai a trovarlo e digli che gli vuoi bene. E, se puoi, per favore digli “Ti saluta Claudio”. Sai già che mi piace sorprenderlo.

Dio ti benedica!

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