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La “Coroncina agli angeli custodi” del beato Alberione

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don Marcello Stanzione - pubblicato il 02/04/21
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Il beato la inventò nel 1953. Inizia così: "Angelo mio Custode, Voi siete un purissimo spirito, sempre vicinissimo a me"

Il sacerdote piemontese don Giacomo Alberione (1884-1971), fondatore della Famiglia paolina e beato dal 2003, ha amato, seguito e pregato gli Angeli nella sua vita personale, fin dai primissimi anni. Un Angelo era persino nello stemma di famiglia con il motto: “in te o Signore ho sperato”. 

Presto ha imparato, in seminario ad Alba, città ispiratrice, dal canonico Francesco Chiesa e da altri direttori spirituali che la vita angelica è possibile anche in casa, a sacerdoti, a direttori, a suore, a religiosi. 

Secondo il beato Alberione, nella settimana delle devozioni di Famiglia, tutte marcatamente bibliche, il giovedì è dedicato all’Angelo custode, guida, esempio, protettore dai pericoli del mondo e di Satana, che è anch’egli un angelo del male.

L’apostolo si deve considerare un angelo o annunziatore del Vangelo e deve considerare i mezzi più celeri ed efficaci di comunicazione, a partire dalla stampa (e poi cinema, radio, televisione e ora internet e telefonini) come angelici in quanto utili, se non necessari, a compiere la missione di Gesù proclamata dagli angeli a Betlemme: dare gloria a Dio e portare pace agli uomini che egli ama.

Ai doveri degli Angeli (custodire, ispirare e proteggere) corrispondono doveri di Famiglia, come: ascoltarli, invocarli, lasciarsi guidare per le strade del mondo e nelle situazioni difficili. 

Le donne della Famiglia paolina (Figlie di San Paolo, Pie Discepole, Pastorelle), come anche o soprattutto le Annunziatine (e i Gabrielini) sono sempre sotto la protezione e ispirate dall’Arcangelo Gabriele. Devono usare i mezzi audiovisivi per annunciare il Vangelo a un mondo distratto e oscurato, con la gioia, la bellezza e la solennità degli Angeli della Risurrezione all’Alba del giorno di Pasqua. 

Il beato inventò nel 1953 anche una coroncina agli angeli. E' formata da cinque preghiere e si conclude con un Padre Nostro, un'Ave Maria, un Gloria al Padre.

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