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Muore sacerdote malato di cancro per cui tutto il mondo aveva pregato

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Jesús V. Picón - pubblicato il 01/04/21
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Il sacerdote 31enne ha offerto la sua dolorosa agonia per i sacerdoti pederasti all'interno della Chiesa e per ciascuna delle loro vittime

Negli ultimi mesi, sulle reti sociali cattoliche - Facebook, Twitter, Instagram, Tik-Tok e Youtube - si erano moltiplicate le preghiere per padre Emmanuelle Cueto Ramos, giovane sacerdote di 31 anni ordinato da quattro e malato di cancro che era diventato un fenomeno digitale mai visto prima. Non si era mai verificata una mobilitazione tale per la salute di un presbitero.

Si susseguivano Messe, preghiere, ore sante, rosari e collette organizzati per la ripresa del sacerdote, noto anche come “Padre Ogro”.

In vita si è distinto per il fatto di essere un sacerdote digitale che ha fatto incursione su tutte le reti sociali diffondendo la Parola di Dio. È stato un sacerdote virale su Facebook e Tik-Tok, mantenendo sempre la sua profonda coerenza.

Oggi moltissimi piangono la sua partenza per la Casa del Padre, avvenuta sabato 27 marzo alle 4.40.

È stato un difensore della Parola di Dio, della dottrina e dell'ortodossia cattolica, e un ferreo difensore del rispetto e dell'amore per il miracolo più grande del mondo: il miracolo dell'Eucaristia.

Fino all'ultimo giorno in cui è riuscito a stare in piedi e ha avuto voce ha celebrato la Santa Messa e ha predicato. Le sue omelie verranno ricordate per quanto erano pedagogiche e chiare. Non aveva peli sulla lingua, ed era semplice in ogni parola che rivolgeva ai fedeli.

Aveva uno spiccato senso dell'umorismo, che non è mai venuto meno anche se aveva perso un occhio.

In un'intervista rilasciata ad Aleteia qualche mese fa, padre Emmanuelle aveva condiviso con noi come nell'adolescenza avesse aderito alle bande e fosse stato un ribelle, e come fosse passato dai graffiti ad essere un seminarista innamorato della Parola di Dio. Aveva già un tumore alla testa, e ci ha detto: “Preferisco un ministero breve ma santo che lungo e mediocre”.

Il superiore degli Apostoli della Parola, padre José Luis Zarazua, ha commentato in esclusiva ad Aleteia che padre Emmanuelle ha vissuto le sue ultime settimane con una spiritualità in cui si distingueva il suo amore per il fatto di abbracciare la Croce e accettare la volontà di Dio.

Il superiore ha parlato ad Aleteia dei forti dolori che aveva padre Emmanuelle per via del cancro che gli stava distruggendo rapidamente il volto e lo aveva lasciato cieco e sordo da un orecchio. Diceva di offrire quei dolori per i sacerdoti che avevano commesso atti di pederastia, aggressioni e abusi sessuali, e per ciascuna delle vittime dei sacerdoti che si erano macchiati di crimini nei confronti di bambini e donne. Offriva le sue sofferenze anche per la crisi che si vive all'interno della Chiesa cattolica.

Prima di morire, padre Emmanuelle aveva espresso dei desideri, uno dei quali era parlare al telefono con Papa Francesco, e l'altro morire nella sua stanza, che per anni era stata il suo luogo di riposo e di studio.

Padre Zarazua ha aggiunto che voleva essere seppellito in una delle case degli Apostoli della Parola oppure accanto alla madre, anche lei morta di cancro. Desiderava poi che sulla sua tomba venisse incisa la frase “Ha amato l'Eucaristia, e ha insegnato agli altri ad amarla”.

Pare Jorge Luis, superiore degli Apostoli della Parola, ha affermato che la perdita del giovane sacerote è percepita come una chiamata di Dio ad amare di più il Vangelo, un appello ad essere più dediti al servizio ai più poveri e un momento di grazia.

Padre Emmanuelle sarà ricordato per il suo sorriso e per il suo amore per il Vangelo e l'Eucaristia. Come un giovane sacerdote che ha lottato fino alla fine, e che si è donato al massimo.

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