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Benedetto XVI: la lettera di Papa Francesco su San Giuseppe è un testo “profondo”

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 01/04/21
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In un'intervista Joseph Ratzinger commenta la "Patris Corde" e racconta anche come viveva da piccolo la festa del suo onomastico, San Giuseppe, in famiglia, tra caffè, primule e torta di glassa

Papa Benedetto XVI approva i contenuti della Lettera Apostolica Patris Corde dedicata da Papa Francesco a San Giuseppe

«E’ un testo molto semplice che viene dal cuore e va al cuore, ma che contiene una profondità così grande», afferma in una intervista al settimanale cattolico tedesco Die Tagespost, in uscita nei prossimi giorni e ripresa da CNA Deutsch, agenzia del gruppo ACI in lingua tedesca.

In questa intervista il Papa emerito spiega cosa rappresenta per lui San Giuseppe (da cui ha preso il nome Joseph Ratzinger). E ritiene che il padre putativo di Gesù sia un modello a cui ispirarsi contro la violenza sulle donne. 

Il Papa emerito sulla Patris Corde - pubblicata da Francesco, all'inaugurazione dell'Anno giuseppino - dice: «Sono particolarmente lieto che Papa Francesco abbia richiamato l'attenzione dei fedeli su San Giuseppe. Ho quindi letto Patris corde con particolare gratitudine e sincera approvazione. Penso che questo testo debba essere letto e considerato più e più volte dai fedeli per contribuire così all'approfondimento della nostra venerazione per i santi in generale e per San Giuseppe in particolare».

Nell’ampia intervista, il Papa emerito ricorda la celebrazione della sua festa onomastica – il 19 marzo – vissuta in famiglia nella sua Baviera. Si preparava una tavola speciale per l’onomastico del piccolo Joseph. E si usava bere il caffè a colazione: cosa che non accadeva tutti i giorni, poiché la famiglia non poteva permetterselo sempre.  

«Quel giorno – ricorda Benedetto XVI – c'era sempre una primula come segno di primavera, che San Giuseppe porta con sé. E nostra madre preparava sempre una torta con la glassa».

San Giuseppe, prosegue Benedetto XVI, ha accettato «Maria senza precondizioni». Ancora oggi è un modello per gli uomini cristiani «in questo mondo in cui è evidente la violenza psicologica, verbale e fisica contro le donne».

Naturalmente, osserva il Papa emerito, Giuseppe è sempre stato un amato esempio di onesto lavoro per i cristiani. Anche oggi ci insegna che «dignità e lavoro» vanno sempre insieme, sottolinea il pontefice. Invita quindi a «riscoprire il valore, il significato e la necessità del lavoro».

«Nella sua relazione con Gesù - conclude Benedetto XVI - Giuseppe era l'ombra terrena del Padre celeste: vegliava su di lui e lo proteggeva senza mai lasciarlo andare per la sua strada».

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